Da leggere assolutamente l’ultimo libro di Giorgio Boatti, che si intitola Inganno di Stato. Intrighi e tradimenti della polizia politica tra Fascismo e Repubblica, Torino, Einaudi, 2024. E il titolo giornalistico, nel segno della chiarezza, del giocare a carte scoperte con il lettore, lascia subito capire ciò che è poi raccontato nel saggio e articolato in una mole di fatti e dettagli storici impressionante: l’OVRA cioè la polizia politica fascista, i segreti e lo spionaggio, i passaggi disinvolti da un potere (fascista) a un altro (quello repubblicano) nel culto dell’intrigo e degli interessi, le vittime, i tradimenti, la giustizia ingiusta.
Opere come queste riconciliano con la letteratura e il giornalismo per le alte valenze civili e di bellezza che riversano nella nostra cultura. Sono un antidoto alla chiacchiera per la serietà con cui sono costruite e argomentate: si veda anche la puntualità degli apparati.
Giornalista e scrittore di vaglia, Boatti ha sempre mostrato nei suoi libri tutta la modernità di essere uno scrittore autentico perché giornalista acuto che cerca il vero dei fatti, e giornalista fin nel sangue perché scrittore che agogna alla verità.