Si è inaugurato con Alberi di Giovanni Storti e Stefano Mancuso il 46° Festival La Versiliana.
Un’anteprima d’autore in cui sul palco del teatro all’aperto immerso tra i pini si sono mossi, con grande sintonia e bravura, il comico Giovanni Storti (sì, proprio il Giovanni del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) e Stefano Mancuso, neuroscienziato, saggista, professore di arboricoltura generale ed etologia vegetale all’Università di Firenze.
Il tutto con la regia del trasformista per eccellenza Arturo Brachetti.
Uno spettacolo che è una sorta di viaggio dantesco nei tre regni che, in questo caso, non sono quelli dell’oltretomba, ma delle principali parti delle piante.
Se nel Poema ci si muoveva tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, qui le tre “cantiche” sono Radici, Fusto e Chioma.
E Virgilio, la guida, spetta in questo caso al professor Mancuso che spiega al Dante-Giovanni quanto questo vuole sapere.
Spettacolo riuscitissimo che ha tenuto avvinto il pubblico fra stupore e risate.
Non è la prima volta, va detto, che a calcare le scene siano insieme un comico/a e uno scienziato.
Basterebbe pensare agli spettacoli di Lucia Poli insieme al fratello Mario Poli, noto professore di fisica, che spaziavano dai dialoghi galileiani alla relatività einsteiniana.
E si vorrebbe far notare come il teatro abbia spesso una funzione didascalica esemplare (pensiamo anche al Molière di Alessio Boni).
Funzione che la nostra scuola sta tristemente perdendo.
In scena, sul palco della Versiliana, un albero-scultura di legno e una “lavagna” (in realtà uno schermo).
Giovanni spiega subito al pubblico il motivo della nascita dello spettacolo.
Motivo che non esita a definire “personale”: un vicino che, per comodità sua e dei suoi figli, decide (o vorrebbe) abbattere un tiglio per creare, nel suo giardino, un campo da padel.
Ma l’albero è «un condominio di vita» e per questo Giovanni supplica il vicino di casa: «Attilio, non tagliare il tiglio».
È a questo punto che entra in scena il neurobiologo Stefano Mancuso che con l’aiuto di una lavagna-schermo spiega com’è fatta la vita e come, tra gli esseri viventi, le piante occupino ben l’87% rispetto agli animali (uomini compresi) che sono solo lo 0,3%.
Tutto questo in un gradevole botta e risposta tra lo scienziato e il comico.
Così vengono ribaditi i peggiori nemici della vita: asfalto, cemento e plastica.
Poi ha inizio il “viaggio” vero e proprio partendo dalle radici che dotate di sensibilità sono in grado di percepire la realtà e di comunicarla ad altre radici.
Perché le radici sono connesse tra loro e comunicano emettendo suoni.
Quindi è la volta del tronco che è il tramite tra le radici e la chioma.
Infine le foglie definite importantissime.
Ci viene spiegata anche l’impollinazione, precisando che il più grande impollinatore non è l’ape, come comunemente si crede, ma il bombo (ah, i «bombi fuggitivi» della Signorina Felicita gozzaniana…).
E qui il coup de théâtre con il tocco surreale della regia di Brachetti: Giovanni scende tra il pubblico abbigliato da bombo e spara sulle persone polline-bolle di carta colorata.
Il pubblico reagisce alla magia di questa impollinazione con continui scroscianti applausi.

ALBERI – Tutto quello che avreste voluto sapere ma non avete mai osato chiedere di Giovanni Storti e Stefano Mancuso, regia di Arturo Brachetti, con Giovanni Storti e Stefano Mancuso
Marina di Pietrasanta, Teatro La Versiliana, 16 luglio 2025
In apertura e all’interno, foto di Mariapia Frigerio