Si potrebbe dire che questo romanzo di Carmine Abate è un racconto fermo come la calura estiva che lo accompagna.
E si potrebbe aggiungere che è una sorta di diario in cui la storia di Luca è il filo conduttore di tutta la narrazione.
Un Luca «testardo e faticatore più di un mulo» a cui, viene detto dai compaesani, «quel fondo timpòso» era stato ceduto «dal fattore del marchese in cambio di giornate di lavoro».
Quasi immediato il confronto con Verga ma Abate ha, rispetto al grande catanese, una prosa meno ostica, nonostante l’uso di molti termini arbëreshe ovvero termini usati dalla minoranza etno-linguistica albanese storicamente stanziata nell’Italia meridionale e insulare.
E infatti il romanzo si svolge in Calabria, terra di origine dell’autore.
Una Calabria arsa come la terra contro cui Luca deve combattere, a cui vengono appiccati incendi.
Un’arsura che tuttavia lascia il protagonista ancorato al suo sogno: crearsi un oliveto in cui aggiungere il raro olivo bianco.
La vicenda di Luca, del suo testamento, della sua eredità, della sua misteriosa fuga si intreccia con quella della famiglia della voce narrante.
Vengono così alla ribalta i genitori del narratore, gli amici, la nonna Sofia, oltre al suo amore per le letture, per lo studio e per Elena.
E molti sono i temi trattati: dal lavoro, al progresso, all’industrializzazione “selvaggia”, incurante dei danni fisici che può provocare sulle persone.
Ma questo romanzo è soprattutto un inno alla natura, perché – citando il personaggio di Nuni Aldù – «Chi non rispetta la natura, non rispetta nemmeno la propria madre. E dunque è un bastardo nato!»
Carmine Abate, L’olivo bianco, Sansepolcro (AR), Aboca Edizioni, 2024
INOLTRE
Il 27 febbraio 2025, a Genova, nell’ambito della quattordicesima edizione di Olio Officina Festival, lo scrittore Carmine Abate ha ricevuto il Premio Olio Officina per la letteratura 2025, con la seguente motivazione:
Fra gli autori di oggi, è l’unico capace di raccontare con limpidezza che cosa rappresenti il sogno della terra: dell’agricoltura, dell’olivocultura. Il sogno di esistenze che – nel nostro Sud – hanno affrontato con determinazione la durezza del lavoro, gli ostacoli dell’ambiente e dell’odio umano, per affermare il proprio diritto a una vita libera e dignitosa.
VEDI ANCHE