Stappò una bottiglia, respirò profondamente dal tappo, ne versò un bicchiere e cominciò a viaggiare. Il profumo di bosco agre e accattivante che aveva invaso la stanza la trasportò nei meandri più fitti della mente.

Mentre beveva vagava nei campi a piedi nudi, sentiva il sangue sciogliersi nelle vene e cominciare a fluire. Viali alberati, la terra arida e dura, il calore del sole, la fatica, il lavoro, la passione. Storie di cavalieri e galantuomini, di grandi imprese e lunghi viaggi, di sfide, racconti distesi su pagine ingiallite dal tempo. La vita.

C’era tutto in quel bicchiere. Sorso dopo sorso attraversava la campagna lasciando velocemente dietro di sè pini, oleandri, querce, ulivi, ciliegi fino a sentire il calore della sabbia e il salmastro del mare. La sapidità d’un tratto sembrò asciugare i pensieri.

L’ultimo sorso. La trasparenza del bicchiere mescolata alle sfumature del rosso che dal fondo via via scolorisce salendo sulle pareti. Un tramonto capovolto che racchiude guizzi di eternità. Appoggiò il bicchiere e sorrise.