Ho sempre apprezzato chi si dedica a letture di qualità. Questi tempi così anomali e inquieti mi pare richiedano libri in grado di scuoterci. Forse non tutti saranno d’accordo, e pazienza, ma intanto ecco cosa ci propone, e che ha già letto e apprezzato, Valentina Cardone, owner di Chemiservice, lettrice colta e raffinata, che molti tra coloro che orbitano intorno all’olio ben conoscono e stimano professionalmente. Riporto e segnalo i libri che Valentina Cardone ci consiglia, perché occorre cambiare atteggiamento. Gli italiani non leggono – è una triste realtà – e ciò non è certo un bene. Tanto più che nemmeno i manager leggono, solo lo 0,8% di loro legge un solo libro all’anno. E di questo passo la classe dirigente che sta alla guida di aziende e istituzioni non fa certo il bene della società, dell’economia e del Paese. Un grande grazie allora a Valentina Cardone, per le buone letture che ci propone e che giustamente rilanciamo. (Luigi Caricato)
Nel mese di luglio ho letto questi tre libri che mi sono piaciuti tutti e tre per motivi diversi, poi ho anche immaginato di mettere nella stessa stanza tutti e tre gli autori che sono tutti e tre viventi. Ed è sceso un silenzio siderale, che è anche la sensazione che avverto quando mi trovo nei posti in cui la gente pensa con foga.

Cartella clinica, di Serena Vitale, Sellerio
Questo piccolo libro Sellerio racconta della strana morte della sorella dell’autrice. Internata in un ospedale psichiatrico romano, dopo molto vagare in altre esperienze terapeutiche e di internamento, all’improvviso muore. Avvisano madre e sorella che la pazza è morta. A differenza di altri libri che spesso leggo in estate sul tema della salute mentale, questo mi ha colpito perché parla di una Brindisi del dopo guerra raccontata attraverso la memoria di una ragazza che a differenza di molte, in quel tempo e in quel luogo, poteva studiare, suonare il piano, farsi confezionare gli abiti, abitare in uno dei più bei palazzi del centro. Eppure erano poveri anche loro eppure vivevano il dramma di una sorella malata, incomprensibile, perduta. Oggi serena vitale ha 80 anni ed è una famosa slavista. Il garbo di questo libro non addomestica il rifiuto violento verso quanto non si riesce a comprendere. Come la malattia mentale. Come una morte ingiusta.

Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, per Einaudi
Un ragazzo abruzzese nato nel 1995. Che scrive un romanzo di una originalità e di una sorprendente ferocia e crudezza e tenerezza. Un libro che urla che caspita ci posso fare se mi è successa questa cosa, se io sono così e mi tocca stare al mondo, tra di voi che quando mi vedete, avete orrore di me? Il linguaggio usato da Pierantozzi è colmo di gratitudine verso quelli che mi è sembrato riconoscere tra i suoi maestri (che sono i miei, pure): Svevo, Berto, Bufalino, Gadda, Montale. Un libro che dovrebbero leggere tutti coloro a cui balza in mente di pubblicare qualcosa di proprio. Leggete, piuttosto. Non c’è sempre necessità di raccontare al mondo le vostre velleità.

Donna regina, di Teresa Ciabatti, per Mondadori
Che dovevo fare? Non lo dovevo comprare? Io non sono una fan di Teresa Ciabatti, io le sono devota. Io vent’anni fa mi sono presa la questione di sostenerla sempre e comunque soprattutto se avesse fatto cazzate tipo il secondo figlio, un filler, un investimento a Ortisei. Devo dire che poi è stato più facile del previsto perché grosse fesserie non ne ha fatte. E anche in questo romanzo che riguarda una materia non sua (Napoli, la camorra, le case brutte), Ciabatti ci mette la sua cifra, impone la sua estetica, mi fa sorridere e spaventare e mi ricorda quella me stessa che potevo anche diventare come lei, se fossi nata bionda, se mi fossi impuntata per avere una piscina, se mi fossi imposta ai miei genitori per quella che veramente ero. Fregandomene del loro benessere psichico. Il libro è bello, leggibile, scritto con cura e con l’interesse verso i temi ciabattiani: famiglia, adolescenza, equilibrio mentale e sociale, amicizia, morte e abbandono, irragionevolezza. Case sbagliate. Teresa, starò sempre con te. Qualunque editor ti affidino. Ti riconoscerò tra tutte. Sempre tua, Valentina.
In apertura, Valentina Cardone, ritratta da Gianfranco Maggio