In concomitanza con le iniziative previste dalla prima edizione di “Incantevole” e dalla “Fondazione Premio Ravanas” si è voluto fare memoria di un grande amico quale è stato Francesco Sannicandro, riproponendo sia pure parzialmente nella Torre angioina la sua storica mostra “Olio d’Artista”, una mostra itinerante frutto di un’opera collettiva a più mani rimasta senza precedenti nella storia dell’olivo e dell’olio. Ne fu lui l’ideatore: la lattina in banda stagnata e talvolta la bottiglia di vetro dovevano farsi emblema di una cultura olivicola e olearia che appartiene intimamente all’uomo.
Non pochi gli artisti che hanno condiviso quel progetto, riuscendo a reinterpretare il contenitore d’olio, liberandolo dalla prosaicità del valore funzionale, e trasformarlo in un’opera d’arte non escludendo immagini della tradizione né virtuosismi concettuali. Ogni artista ha saputo manipolare, smembrare, ricreare il modellato della lattina con tecniche differenti, col risultato di un immaginario inaspettato che contempla capitelli corinzi, macchine fotografiche, rebus, soggetti naif o evocanti le avanguardie storiche.
“Nella mostra Olio d’artista – scriveva Francesco Sannicandro in uno dei diversi cataloghi di questa mostra – è l’oggetto stesso che si trasforma in opera d’arte e nel contempo vede realizzarsi la perdita del suo valore d’uso: perde la funzione originale per acquisire altre proprietà, estetiche, simboliche, allusive, analogiche, allegoriche, in taluni casi persino anagogiche […] non siamo nel campo della riciclart, giacché non si tratta di oggetti che hanno già esaurito la loro funzione e attendono di essere abbandonati o riciclati: le lattine e le bottiglie utilizzate sono tutte nel pieno della loro potenziale azione, nuove e non ancora ‘unte’ dall’olio”.
Olio d’Artista rimane una mostra singolare, perché da un lato l’operazione creativa fa dimenticare al visitatore il contenuto esaltando il contenitore, dall’altro attribuisce nuovi valori all’olio d’oliva, ricchezza ed emblema del nostro paese. Essa ancor oggi, grazie all’allestimento amorevolmente curato da Vincenzo Sannicandro e al condiviso sostegno della famiglia di Francesco Sannicandro, continua a presentarsi come un momento di riflessione sul nostro rapporto con l’olio d’oliva. È perciò perfettamente in tema con quelle che sono le finalità di questo Festival dell’olio extra vergine di oliva e della Fondazione del Premio Ravanas.



