Chi è stato a Genova, a inizio d’anno, a seguire Olio Officina Festival 2025, è rimasto sorpreso di come si possa veicolare la conoscenza dell’olio anche attraverso l’arte. Il tema della passata edizione era incentrato sul binomio olio e mare, ed ecco che sulla stessa linea d’onda si è mossa un’impresa olearia pugliese, il noto Frantoio Ortore di Carpino, sul Gargano.
È sorprendente come ogni volta la famiglia Ortore tragga spunto dai tema del nostro festival. Così, per le Forme dell’olio 2025 ha pensato bene di presentare un lavoro, “Pes_Car”, così denominato, dove il mare di Peschici si unisce alla terra di Carpino attraverso una ceramica d’autore sulla quale è stato rappresentato un elemento iconico per le coste del Gargano, così come del Molise e dell’Abruzzo: il trabucco, questa antica e suggestiva “macchina” per pescare.
Questa struttura gigante non è altro che una piattaforma in legno ancorata sugli scogli protesa verso il mare. Dai tronchi d’albero aggrappati alle rocce si estendono, sospesi a pochi metri dall’acqua, due o più bracci dai quali discende una grande rete a maglie strette dove vengono fatti confluire i pesci.
Oltre all’orcio in ceramica, sulla cui superficie è stato riprodotto il trabucco, è stato presentato in un pezzo unico da collezione, una straordinaria e fantastica riproduzione dello stesso trabucco in miniatura.

“L’orcetto a edizione limitata – ha dichiarato orgogliosa Isabella Ortore – arricchisce ulteriormente la nostra collezione”. Ed effettivamente è così, nel loro frantoio l’arte è di casa, così come l’artigianato. I frantoi d’altra parte devono essere non solo luoghi di produzione, ma di cultura e di accoglienza. E così – spiega la Ortore – parafrasando una canzone degli anni Ottanta, della Formula 3, campeggia sull’orcio il motto “un tuffo dove l’olio è più cru”. L’immagine colpisce, colpisce la sfera emotiva di chi acquista l’orcio ed è pronto a degustare l’olio da Ogliarola garganica. Ecco cosa dice Isabella Ortore, nel motivare questa nuova creazione: “un mare d’olio, un trabucco, le reti piene di olive, il nostro olio dal gusto persistente e ricco, che ricorda la forza e la determinazione delle piante di ulivo e degli olivicoltori, legati come noi da un amore viscerale che si ritrova in ogni goccia del nostro olio, mentre dall’alto della loggia del trabucco, a Peschici, sedute di fronte a un panorama mozzafiato lo gustiamo a crudo su bruschetta o in un’insalata di mare”.
E ora? Che cosa ci si aspetta per l’edizione 2026 delle Forme dell’Olio? Nella redazione di Olio Officina arrivano le nuove proposte dei vari produttori, originali e propositive. Ovviamente non possiamo svelarvi nulla, perché attendiamo l’esito delle valutazioni della giuria. C’è tempo fino al 22 dicembre per partecipare, ma occorre fare in fretta perché il 2026 è alle porte e questa volta non ci saranno deroghe, in quanto la premiazione è anticipata al 23 gennaio, in occasione di Olio Officina Festival, evento giunto alla quindicesima edizione e che si terrà per la prima volta a Rho, in corso Europa 228, nelle sale del Centro congressi Mantovani Furioli.
Come partecipare? Tutte le informazioni si possono ricavare cliccando QUI, dove vi è il regolamento e modulistica da compilare.
Di seguito invece i cinque passi da compiere.

Nel frattempo è possibile, cliccando QUI, prendere conoscenza della passata edizione, quella del 2025
