Quando lo scorso anno la giuria del contest Forme dell’olio ha esaminato l’olio extra vergine di oliva “Amare”, un Taggiasco in purezza del Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia, prodotto in Liguria, a Imperia si è visto subito il tocco magico del fotografo e artista Settimio Benedusi. Si è trattato di una edizione in tiratura limitata di sole 500 bottiglie, che, come ha affermato lo stesso designer, si presenta con “un packaging essenziale rappresentato da un’etichetta semplice, creata con materiali riciclati, ricavata da plastiche raccolte negli oceani, in grado di raccontare in pochissimi centimetri quadrati la storia, l’identità e il territorio in cui il prodotto nasce”.

La narrazione del prodotto si sviluppa su una carta bianca proveniente da fibre riciclate e da foreste protette. Sulla sommità della bottiglia si impone l’elemento iconico delle gocce d’olio, realizzate in peltro prodotto con stagno da oreficeria, materiale non inquinante, riciclato al 100% e riciclabile all’infinito.

A vederle con attenzione, queste gocce d’olio sembrano quasi fluire, scorrendo lungo la bottiglia, mentre dall’etichetta è possibile accedere, puntando lo smartphone a una pagina web in cui si racconta sia il progetto, sia l’artista, sia l’olio, sia chi lo produce e dove viene prodotto.

Da sinistra: Serena Mela, Settimio Benedusi, Cristiana Mela
Da sinistra: Serena Mela, Settimio Benedusi, Cristiana Mela

Per il lancio dell’olio “Amare” si è fatto ricorso a un claim spiazzante: “Il nostro olio è cattivo”. E difatti lo è, pur tra lo stupore di chi legge, ma semplicemente perché cattivo lo è contro il colesterolo, come pure contro la glicemia, contro l’invecchiamento cellulare. Insomma, con questa strategia comunicativa viene ribaltato, con tale affermazione, il messaggio iniziale: l’olio infatti è cattivo proprio perché buonissimo; ed è tanto buono proprio perché efficace contro le principali patologie della contemporaneità. Ed è forse a partire da questi spunti, che è proprio il caso di evidenziare come l’olio extra vergine di oliva, anche in conseguenza della sua complessità di prodotto, si apra oggi a sempre nuovi scenari sperimentali, che, per quanti vogliano assumersi il rischio di mettere in atto una serie di arditezze creative, il ricorso alla fantasia, alla fine, può senza alcun dubbio dar luogo a tante, davvero interessanti, inconsuete novità.

Intanto, per partecipare alla tredicesima edizione del contest Forme dell’Olio tutte le info si possono avere cliccando QUI, dove sarà possibile scaricare copia del regolamento e modulistica da compilare. Di seguito invece i cinque passi da compiere.

Nel frattempo è possibile, cliccando di seguito, prendere conoscenza della passata edizione, quella del 2025: QUI.

In apertura, foto di Francesca Binda per Olio Officina