Se io fossi proprietario di un bel complesso agrituristico oppure di un negozio specializzato in prodotti alimentari di eccellenza, insomma in un bel punto di incontro e di comunicazione, farei lo stoccaggio del mio olio nel punto più in vista cosicché tutti i miei ospiti potessero vederlo ed apprezzare il mio modo di conservare l’olio.
Vorrei che i serbatoi di acciaio inossidabile, chiusi e sotto azoto fossero ben visibili attraverso una parete trasparente, che questo spazio fosse isolato termicamente e mantenuto a 16-18°C giorno e notte, estate e inverno. Vorrei che fosse perfettamente pulito e che dall’esterno si potesse leggere su un piccolo schermo, da un termometro digitale, la temperatura. Vorrei tutto questo perché il luogo dello stoccaggio fosse anche il luogo della comunicazione e uno spunto per diffondere la cultura dell’olio.
Qualche volta … mi accade di trovare serbatoi e bidoni di olio di varia foggia e dimensione tenuti alla rinfusa in locali generalmente nascosti e poco puliti, in promiscuità con ogni bendiddio dai materiali di imballaggio, a vecchi attrezzi fuori uso, ai prosciutti appesi al soffitto: insomma le vecchie dispense di un secolo fa, così lontane dalle nostre esigenze e sensibilità. Non vi dico degli stoccaggi nei magazzini e negli scaffali della distribuzione grande e piccola: nessuno si cura delle condizioni di conservazione dell’olio.
Ho cercato un modo per esprimere un giudizio su questo modo di operare e alla fine ho optato per questa espressione: “una sconcertante inadeguatezza”.
L’immagine di apertura è la foto di un particolare di una illustrazione presente nel Frantoio Museo Raineri