Scardinare le logiche vetuste e inventare nuovi modelli. Sta qui la portata rivoluzionaria di Pietro Ravanas, che va non tanto ricercata nel congegno del torchio che non era affatto nuovo nel Mezzogiorno, quanto nella diffusione di metodi di coltivazione e raccolta efficienti e nondimeno nella individuazione di uno spazio di mercato in cui inserire l’olio commestibile.
Insomma, deviare dai sentieri battuti e creare un nuovo ramo del commercio grazie alla vendita di un olio di oliva di grande qualità. Tale idea è già nella prima lettera che in data 21 ottobre 1827 inviò al prosindaco di Bitonto per chiedere l’uso del Torrione Angioino al fine di realizzare il nuovo trappeto. Ne stralcio una parte significativa:

“…la mia intenzione, essendo sempre di propagare le mie ameliorazioni nella fabbricazione dell’olio, mi desidererei di fare ancora la spesa rilevante d’un trappeto a Bitonto, ma il comune, ossia la popolazione che rappresenta, deve facilitarmi l’introduzione di uno stabilimento che sarà d’un gran vantaggio per le ameliorazioni che ricaveranno gli altri trappeti dall’imitazione delle mie vasche a macina doppia e nuovi fiscoli, imitazioni che duplicando il numero di detti trapeti e crescendo la sollecitudine ridurranno per me ai soli anni d’entrata piena l’utilità propria del mio trapeto… quel locale basta a pena per formare il trapeto e sarei costretto d’affittare ancora: stanza per mettere olive, stanza per alloggiarmi, magazzino per la paglia biada, e cantine per mettere l’olio. In questo stato di cose ecco quale sarebbe la mia intenzione, riceverei il detto locale per dieci anni franco d’affitto e mi obbligherei a spendere in ameliorazioni duecento ducati, restando a me lecito di subaffittarlo per uso di magazzini negli anni che i trapeti ordinari sarebbero sufficienti per l’entrata. Questa proposizione deve convenire al comune di Bitonto. Se accettata sono assicurato che le conseguenze ne saranno conformi alle mie promesse. Vi prego di assicurare le persone che rappresentate che in questo affare ho in mira meno i miei interessi che il desiderio di corrispondere alle premure delle persone rispettabili che mi hanno fatto l’onore di credermi utile al loro paese”.

In apertura, il ritratto di OPuerre Ravanas nel dipinto dell’artista e architetto Domnenico Sforza, che tra l’altro ha costituito il Premiop Rvanas assegnato domenica 21 settembre a Bitonto; e, all’interno, copia autografa della lettera di Ravanas al prosindaco di Bitonto