La settimana scorsa e l’inizio della attuale hanno segnato profondi mutamenti, più che nei prezzi, nelle prospettive di mercato degli oli di oliva del mediterraneo.
Innanzitutto il conflitto russo-ucraino ha determinato l’ulteriore innalzamento dei costi energetici; una revisione delle tariffe di nolo per camion e traghetti è già in atto. Inoltre sono stati irrigiditi i controlli per il peso lordo dei camion provenienti dalla Grecia, riducendo il peso netto trasportabile a max 26/27 tonnellate. Ciò incrementa ulteriormente l’incidenza dei costi di trasporto dal paese ellenico.
La difficoltà nelle consegne degli oli di semi (in primis girasole) sta sostenendo il mercato dell’olio di sansa greggio (e raffinato) che si colloca in fasce di prezzo contigue.
Lo stress idrico dell’Andalusia (ed ora anche Portogallo) preoccupa i produttori agricoli e olivicoli in particolare. Le precipitazioni, ove occorrono, sono davvero rarefatte e non sufficienti al bisogno.
La Turchia sta prevedendo il fermo delle esportazioni, fra gli altri prodotti di prima necessità, dell’olio di oliva in contenitori superiori ai 5 chilogrammi. Ancora non si hanno notizie certe riguardo le possibili autorizzazioni in deroga al blocco.