“Di moscati ne esistono di tutti i colori, di tutte le forme, di tutte le grossezze e di tutte le epoche di maturazione”: così sentenziava l’ampelografo francese Henri Marès intorno alla metà dell’Ottocento. Un’affermazione pienamente condivisibile se si pensa che attualmente nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite sono catalogate con questo appellativo una decina di varietà, a loro volta identificate con numerosi sinonimi. L’origine del nome sembra derivare da latino muscus, con il significato di “profumato”, riconducibile soprattutto al sentore di muschio. Fu l’ampelografo siciliano Antonio Mendola, nel 1868, a distinguere le famiglie dei moscati a seconda del tipo di aroma: a sapore moscato semplice, a sapore zibibbo e a sapore fior d’arancio.
In epoca recente il nome Fior d’Arancio evoca il territorio dei Colli Euganei, dove il vitigno Moscato Giallo, suo sinonimo, si è acclimatato da tempo. È stata una delle primissime aree a ottenere la Doc già nel 1969, poi riconosciuta nel 2010 con una Docg a sé stante, riservata esclusivamente al Fior d’Arancio.
La zona di produzione comprende l’intero territorio dei comuni di Arquà Petrarca, Galzignano Terme, Torreglia, e in parte quello dei comuni di Abano Terme, Montegrotto Terme, Battaglia Terme, Due Carrare, Monselice, Baone, Este, Cinto Euganeo, Lozzo Atestino, Vo’, Rovolon, Cervarese Santa Croce, Teolo, Selvazzano Dentro, tutti situati in provincia di Padova. L’areale è punteggiato da colline di origine vulcanica, spesso molto ripide, dalla caratteristica forma conica, e rientra in buona parte all’interno del Parco dei Colli Euganei, la prima isola naturalistica riconosciuta dalla Regione Veneto.
Il clima è caratterizzato da condizioni ambientali quasi mediterranee, con inverni miti ed estati calde e asciutte, ma soprattutto con marcate escursioni termiche fra il giorno e la notte.
Vignalta, fondata nel 1980, è stata una delle prime aziende a credere nelle potenzialità del territorio. Il suo patron, Lucio Gomiero, ha puntando fin dall’inizio sulle varietà bordolesi (Cabernet, Merlot e Carmènere), vinificate anche in uvaggio, lasciandosi sedurre più di recente da quelle borgognone (Chardonnay e Pinot Nero), ma non ha mai trascurato i vitigni tradizionali, come il Raboso, base per un eccellente Metodo Classico, oppure il Fior d’Arancio, alias Moscato Giallo, declinato in tutte le tre tipologie previste dal disciplinare: fermo, spumante dolce e passito. Dal 1994 la sede è stata trasferita nella nuova cantina, completamente scavata nella roccia, ad Arquà Petrarca, località che lega il suo nome al grande scrittore aretino che qui visse gli ultimi anni della sua vita e dove si trova la sua tomba. Attualmente dispone di una superficie vitata di 35 ettari, da cui si ricavano mediamente 250mila bottiglie.

Sotto la lente mettiamo il Fior d’Arancio Passito Alpianæ, una tipologia di cui Vignalta è stata un precursore, vinificandolo per la prima volta nella vendemmia 1987. La produzione media si aggira sulle seimila mezze bottiglie da 0,375.
Le uve provengono principalmente dagli areali di Baone, Torreglia e Vo’; i vigneti, esposti a sud-est, sono adagiati su suoli di matrice calcarea e allevati a cordone speronato, con sesti d’impianto di cinquemila piante per ettaro.
Dopo una rigorosa selezione dei grappoli migliori, l’appassimento avviene in un fruttaio al coperto per circa quattro mesi. Si passa alla pressatura, seguita da una lenta fermentazione (a causa del rigido clima invernale) in tonneau di rovere francese da 500 litri, dove riposa per 18 mesi. Quindi un lunghissimo affinamento in bottiglia precede la commercializzazione.
Alla fine del ciclo produttivo si tinge d’ambra, solcata da riflessi mogano, con lacrime che scendono molto lentamente per via della notevole densità del vino. Sentori di albicocca disidratata, miele di erica, gherigli di noce, mandorla tostata, fichi secchi, datteri e cardamomo tratteggiano il ricco ventaglio olfattivo, che termina su una soffusa nota balsamica. Al palato esibisce una dolcezza per nulla stucchevole e uno straordinario equilibrio, grazie a una rifrescante sapidità in perfetto dialogo con la delicata trama alcolica, regalando un lunghissimo e appagante finale.
Servito intorno ai 12 °C, è da provare con i formaggi erborinati o molto stagionati, la pasticceria secca a base di pasta di mandorle, oppure come vino da conversazione.
Colli Euganei Fior d’Arancio Passito Docg Alpianæ 2013 – Vignalta
Moscato Giallo 100% – 11% vol.
In apertura, foto di Ilaria Santomanco