Appuntamento da giovedì 22 a sabato 24 gennaio 2026 a Rho-Milano, presso il Centro congressi Mantovani Furioli, in corso Europa 228, nell’ambito della quindicesima edizione di Olio Officina Festival.
La lingua, oltre ad assaggiare, sa anche parlare, sussurrare, mentire, pregare, leccarsi i baffi e dire sciocchezze. La lingua è tenera e tagliente, dolce e piccante — proprio come un buon extravergine.
E se l’olio è una materia nobile e antica, la lingua ne rivela il lato ironico e domestico, la sua capacità di scivolare via con un sorriso.
Una mostra dove attraverso le opere ispirate all’organo sensoriale della lingua si esplorano i vari dialetti sensoriali dell’olio, l’olio infatti non ha un solo sapore ma ha molte lingue.
Ogni varietà, ogni territorio, ogni mano che lo produce porta con sé un dialetto sensoriale — amaro, dolce, piccante, fruttato, erbaceo, maturo, fresco.
Allo stesso modo, ogni artista traduce la propria sensibilità in un linguaggio artistico una mappa polifonica del gusto.
Le opere saranno “degustazioni concettuali”: installazioni e interventi che stimolano i sensi senza bisogno dell’assaggio reale.
Un invito a “sentire con la lingua della mente”, tra memoria e immaginazione.
L’ironia, qui, si fa sesto senso — lieve, piccante o amaro — per ricordarci che il gusto è anche un gioco di parole.
Perché assaggiare è un atto serio, ma non serioso.
Lo spazio: il chiostro come bocca del mondo
Il chiostro si trasforma in una grande bocca aperta.
Il porticato accoglie le opere come papille sensoriali, un luogo da attraversare con curiosità e con tutti i sensi all’erta
Idea artistica di Ornella Piluso, a cura di Monica Scardecchia
In apertura, manifesto di Arte da mangiare mangiare Arte