A Salò lo scorso 2 ottobre si è parlato di olivicoltura di collina, del suo valore e dell’impronta identitaria che ne scaturisce. Dire olivicoltura di collina significa riconoscere in particolare quelle aree poste a nord del Paese, dove l’olivo assume un ruolo di grande importanza per la manutenzione del territorio, il paesaggio, il turismo.
L’iniziativa di Confagricoltura Brescia, Verona e Veneto ha dato dei buoni spunti di riflessione e presto saranno enunciati in un documento. In questa occasione dataci dal convegno abbiamo incontrato il vicepresidente del Consorzio di tutela dell’olio Dop Garda Andrea Bertazzi.
L’INTERVISTA

Siamo qui a parlare di olivicoltura del nord, e soprattutto di una olivicoltura collinare, e pertanto incentrata su sistemi di allevamento tradizionali. L’unica strada vincente è certificare queste produzioni, ricorrendo all’attestazione di origine Dop. Cosa significa la Dop per voi produttori del Garda?
Intanto significa riconoscere una origine certa al prodotto, che è un passo importante per assegnare un maggior valore all’olio extra vergine di oliva. E significa anche dare una identità riconosciuta ufficialmente, e non è poco per un olio con nome e cognome, ben designato. Significa distinguerlo sul mercato, renderlo concretamente riconoscibile. E significa anche garantire un riconoscimento economico alle aziende, riconoscere un valore ben più alto all’olivicoltura, ma significa pure più tutela per gli ulivi e un contenimento al fenomeno dell’abbandono della coltivazione che ormai si registra purtroppo ovunque in Italia. Ecco, grazie alla Dop si ottiene anche un ulteriore valore indiretto pure per coloro che non certificano Dop, ma se sarebbe molto più opportuno e logico fruire della certificazione.
Fin qui il punto di vista di chi produce, ma, guardando dall’altra parte, cosa si ritrova in bottiglia chi decide di acquistare un olio Dop Garda?
In una bottiglia di Dop Garda c’è storia, cultura, passione, bontà, e questo proprio grazie alle persone che hanno lavorato prima di noi, perché dietro all’impegno dei singoli c’è l’impegno di una collettività che si perpetua nel tempo.
Cosa si può dire del contesto operativo nel quale si produce l’olio Dop Garda?
Che c’è più richiesta che produzione. In questi anni la produzione è fortemente alternata, per via di molteplici fattori perlopiù climatico ambientali. Si registrano costi di produzione elevati in tutti i passaggi, dalla coltivazione alla bottiglia. Il territorio in sé, abbracciando Lombardia, Veneto e Trentino, è variegato: ci sono olivi in collina, montagna e pianura. Rispetto ad altre regioni, le rese sono qui più basse. Di conseguenza, da un contesto così variegato, occorre capire e interpretare tutto il valore dell’olivicoltura del Garda, e sostenerlo e proteggerlo, perché ingrediente principale per sviluppare il turismo e tutto l’indotto che ne deriva. Ciò vuol dire capire l’importanza della sua tutela. Senza una attività di tutela, si perde tutto il valore intrinseco al prodotto. La Dop serve proprio per questo.
Al convegno di Salò si sono sentite tutte le preoccupazioni degli operatori del settore. Cosa occorre fare per fronteggiare i timori che di certo oggi non mancano?
Occorre investire nella ricerca per tener testa alle varie malattie che affliggono oggi l’olivo. Credo che si debba dare il massimo sostegno agli olivicoltori, fornendo risorse e un coordinamento delle ricerche, affinché attraverso il proprio lavoro possano prendersi cura degli ulivi – anche perché gli olivicoltori sono i primi operatori turistici, in quanto creano, attraverso il mantenimento del territorio, il bello e l’attrattività elementi, questi, che costituiscono la base per turismo. Il sostegno per l’assistenza tecnica è fondamentale, tanto più che le imprese olivicole sono molto piccole e non possono far tutto da sole.
In Lombardia, Veneto e Trentino ci sono due Dop: Garda e Laghi Lombardi. La bellezza degli oliveti è fondamentale per il turismo…
Il territorio del lago di Garda e degli altri laghi lombardi sono macchie di Mediterraneo nel nord Italia. Sono luoghi unici perché hanno ulivi. È una unicità, questa, da promuovere e valorizzare. Proprio per questo, e lo ripeto sempre, è necessario generare più conoscenza e consapevolezza tra gli operatori turistici e le associazioni del turismo. Tutti devono riconoscere il valore e l’importanza dell’olivicoltura per l’ambiente e il turismo. Gli incontri come quello del 2 ottobre a Salò sono fondamentali per generare ottimismo. Dobbiamo portare a conoscenza di tutti lo stato della realtà e rendere partecipi della fondamentale rilevanza dell’olivicoltura così come delle difficoltà che si registrano nel coltivare gli olivi. Non si può dare tutto per scontato. Il professor Giomo alcuni anni fa in un convegno sostenne che la forza del Garda è data da un territorio bello e unico in cui agricoltura, prodotti della terra, attività turistiche e storia vanno di pari passo, ma se uno di questi settori andasse in crisi anche gli altri subirebbero ricadute negative, anche perché ognuno ha bisogno dell’altro per sopravvivere.
Occorre dunque presidiare l’olivicoltura Garda?
Sì, perché è particolare, con zone difficili ed estreme per la coltivazione, frastagliate, collinari, montane. L’ulivo è parte dell’arredo urbano del Garda. È uno spettacolo splendido e nel contempo fragile come tutte le cose belle: sono poche le aziende professionali e molti di più gli hobbisti, soprattutto nella zona dell’alto Garda, in cui c’è molto abbandono, con ripercussioni negative per l’aspetto estetico del paesaggio, ma anche per i rischi di dissesti idro-geologici. Proprio per questo è essenziale il lavoro di tutti gli hobbisti appassionati per la manutenzione del territorio. Sì, occorre presidiare il territorio e trovare strumenti di tutela assicurativi facili e non costosi, o troppo burocratici. Bisogna conoscere e capire la realtà olivicola e agricola, studiando strumenti adatti affinché l’olivicoltura possa sopravvivere, altrimenti si registrerebbe un disastro. Ogni persona che coltiva un pezzo di terra introduce bellezza e contribuisce a tutelare il patrimonio territoriale e garantire una maggiore sicurezza ambientale.

Cosa occorre fare, in concreto?
È bene aiutare non solo i giovani agricoltori, gli under 40, ma anche gli over, perché senza un sostegno concreto la sopravvivenza dell’agricoltura è a rischio. Incentivi e misure psr accessibili, con cifre contenute. In quest’ottica, è importante sostenere anche la crescita dell’oleoturismo, soprattutto di quelle piccole realtà aziendali a gestione familiare. Permettere di diversificare le attività è già un importante aiuto per le aziende.
In apertura, e all’iterno, foto di Olio Officina