Nel complesso, è emerso che produzione e occupazione sono state in crescita, con un primato Ue per il valore aggiunto.
Il valore aggiunto del settore agroalimentare – che include agricoltura, silvicoltura e pesca e industria alimentare – ha registrato una crescita in volume del 3,0% rispetto al 2023, trainato principalmente dal comparto dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco (+3,9%, il valore aggiunto in volume). La quota del valore aggiunto del settore agroalimentare sul totale nazionale è salita al 4,2% rispetto al 4,0% del 2023, con una lieve ricomposizione che ha rafforzato il peso del settore primario (2,3%, dal 2,1% del 2023), mentre è rimasto invariato quello dell’industria alimentare (1,9%, come nel 2023).

Nel 2024 la produzione e il valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca sono cresciuti, in termini reali, rispettivamente dello 0,6% e del 2%, l’occupazione è aumentata dello 0,7%.
Incremento sostenuto della produzione in volume per frutta (+10,8%), patate (+10%) e legumi secchi (+7,8%). Annata favorevole anche per vino (4%), ortaggi (+2,4%), attività secondarie (+1,8%), coltivazioni industriali (+1,7%) e zootecnia (+0,8%), in calo cereali (-6,9%), agrumi (-6,3%) e olio d’oliva (-4,7%).
I risultati per l’olio da olive sono stati dunque insoddisfacenti, con una contrazione della produzione in volume del 4,7% a causa delle condizioni climatiche avverse (in particolare la siccità e il caldo record) che hanno colpito le principali aree olivicole. La produzione si è collocata al di sotto della media degli ultimi cinque anni, con una flessione marcata al Sud, solo in parte compensata dagli incrementi rilevati nelle regioni del Centro-Nord, favorite da un clima più clemente.
Nel 2024 i prezzi di vendita dei prodotti agricoli sono aumentati dell’1,8% (+3,6% del 2023), anche a seguito della marcata contrazione dei prezzi dei beni e servizi impiegati nel settore (-7,1%).
In particolare sono aumentati in misura più significativa i prezzi dei prodotti delle coltivazioni (+2,1%), stazionari nel 2023. Gli aumenti più forti sono stati rilevati per olio d’oliva (+13,2%), vino (+10,5%), ortaggi (+8,7%) e frutta (+5,7%); mentre si sono osservati decrementi consistenti per agrumi (-13,3%), cereali (-13,3%) e legumi secchi (-5,9%).
Sul fronte invece dei costi sostenuti dagli agricoltori, nel 2024 il prezzo medio dei beni e dei servizi impiegati ha subìto un’ulteriore marcata flessione (-7,1%), dopo il calo del 13,7% rilevato nel 2023. I prezzi degli input sono diminuiti in misura marcata per i prodotti energetici (-15,2%), i concimi (-13,5%) e i mangimi (-7,7%). Nel complesso, la spesa sostenuta per consumi intermedi si è portata a 31,4 miliardi di euro nel 2024, dai 34,1 miliardi dell’anno precedente.
I prezzi alla produzione sono cresciuti in quasi tutte le regioni: gli incrementi più consistenti si sono osservati in Puglia (+6,0%), nelle Province autonome di Trento e Bolzano/Bozen (+5,2% in entrambe), Calabria (+5,0%) e Lazio (+4,4%); una diminuzione dei prezzi alla produzione è stata registrata solo in Emilia-Romagna (-1,6%), Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (-1,0%) e Piemonte (-0,9%). Per i prezzi degli input (consumi intermedi) si è avuta una diminuzione generalizzata, più intensa in Piemonte (-8,5%), Lombardia (-8,2%), Emilia-Romagna (-8,1%), Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (-8,0%), Veneto (-7,4%), Liguria (-7,2%) e Provincia autonoma di Trento (-7,1%).
Sul fronte Unione europea a 27
Risulta moderata la crescita della produzione e del valore aggiunto in volume del comparto agricolo europeo.
Per l’Italia prima posizione per valore aggiunto e terza posizione, molto prossima alla Germania (seconda) per valore della produzione nella Ue a 27.
Il valore della produzione agricola del 2024 nell’Ue a 27 è stato in particolare di 532,4 miliardi di euro contro i 537 miliardi di euro dell’anno precedente, con una riduzione dell’0,9% rispetto al 2023. Gli incrementi maggiori sono stati osservati in Irlanda (+8,2%), Italia (+3,3%), Grecia (+3,3%) e Spagna (+2,8%), i cali più significativi hanno riguardato Romania (-7,2%), Francia (-6,7%), Danimarca (-5,6%). La Francia ha confermato la leadership europea nella produzione agricola, con una produzione di 89,4 miliardi di euro (pari al 16,8% della produzione della Ue27), seguita da Germania (75,5 miliardi di euro, 14,2%), Italia (75,4 miliardi di euro, 14,2%), Spagna (67,5 miliardi di euro, 12,7%), Paesi Bassi (41,2 miliardi di euro, 7,7%) e Polonia (37,8 miliardi di euro, 7,1%).

PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO DELL’AGRICOLTURA UE27, CLASSIFICA DEI PRINCIPALI STATI MEMBRI. Anno 2024. Milioni di euro correnti
Nel complesso della Ue27 i prezzi alla produzione si sono ridotti dell’1,8% rispetto al 2023, pur con marcate differenze tra i principali Paesi produttori: un significativo calo è stato registrato in Spagna (-7,3%), Polonia (-5,8%), Danimarca (-5,5%), Portogallo (-4,2%) e Francia (-3,7%); aumenti sono stati osservati, invece, in Irlanda (+8,5%), Grecia (+4,7%) e Italia (+2,5%).
Il valore aggiunto agricolo della Ue27 nel 2024 ha raggiunto i 234,1 miliardi di euro, da 223,9 miliardi del 2023 (+4,5%). L’Italia con un valore aggiunto di 43,0 miliardi di euro (pari al 18,4% del valore aggiunto della Ue27) ha conquistato il primato europeo del valore aggiunto agricolo. La Spagna ha raggiunto la seconda posizione (38,5 miliardi, 16,5%), superando la Francia che è scesa in terza posizione (35,4 miliardi, 15,1%), seguita in quarta posizione dalla Germania (31,1 miliardi, 13,3%).
In apertura, il giardino degli olivi di Villa Filippo Berio, foto Salov