Il contesto operativo in cui l’Italia olivicola tenta di resistere non è tra i più semplici da gestire. A illustrare le condizioni nelle quali ci si muove le chiarisce molto bene Pietro Leone, il fondatore di Oleificio Cericola. La crisi è palpabile, eppure una soluzione c’è. Nonostante tutto, nonostante il quadro a tinte fosche.

“Il settore oleario italiano sta attraversando una fase di forte criticità” ammette Leone: “le importazioni a basso costo, la speculazione commerciale, la forte concorrenza internazionale. Ci sono tutti gli elementi per essere in agitazione. Tutti questi fattori hanno contribuito a far scendere i prezzi al di sotto dei costi di produzione”.

Pietro Leone

Non è per niente facile…

“No, per niente, anche perché questo scenario mette in difficoltà la sostenibilità economica degli olivicoltori, così come la continuità operativa dei frantoi. E poi c’è da osservare che anche con una produzione interna stabile, l’eccesso di offerta renderebbe oggi fondamentale tutelare più che mai la qualità. Se non si prende una posizione chiara, sostenendo i produttori con le comunità locali non sarà possibile preservare il valore del Made in Italy.

Oleificio Cericola è stato fondato in questo contesto sempre più complesso, nel 1988, in un’area peraltro altrettanto difficile. Eppure, ciò non era sufficiente per dare avvio a una svolta. Cosa  successo in seguito?

“È successo che non potevo far altro che puntare sull’unione tra produttori. È stata questa la leva strategica con cui ho potuto affrontare le nuove sfide del mercato. Ed è per questo che ho dato vita nel 2014 alla prima cooperativa agricola con sistema ad alta densità: lo considero un metodo innovativo di coltivazione degli olivi perché consente di ottimizzare la resa senza compromettere la qualità. È da qui che occorre ripartire per rilanciare il Paese. Si può infatti mantenere un forte legame con la tradizione senza per questo rinunciare all’innovazione. Anzi, è l’innovazione l’unica condizione per mantenere viva la tradizione.

Come è nata la cooperativa?

È partita da un’idea forte. E ci siamo mossi con pochi soci, ma oggi con orgoglio posso dire che la cooperativa conta ben 150 produttori, rappresentando un modello di condivisione importante.

Un modello che comporta vantaggi…

La riduzione dei rischi, il rafforzamento della solidità economica, sostenibilità e valorizzazione del Made in Italy. Sono tutti elementi, questi, che dimostrano come l’unione tra produttori sia stata determinante, una risorsa fondamentale per crescere insieme e sostenere con successo le nuove sfide del settore.

La sfida è stata notevole, ma oggi che tutto è andato bene sembra qualcosa di ordinario, ma non lo è affatto. È così?

Sì, è così. Creare una reale unità tra aziende, soprattutto al Sud, non è semplice: gli interessi possono differire e la concorrenza interna è forte. Per questo Oleificio Cericola, insieme agli altri soci della cooperativa Ol.Ma.S Italia, rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione tra produttori possa valorizzare il lavoro, tutelare la qualità e difendere l’olio italiano, preservando il valore della terra e delle comunità locali.

La parola chiave è avanguardia…

Sì, da sempre all’avanguardia nella qualità e nell’innovazione tecnologica. Nel mio caso con Oleificio Cericola ho posto al centro del mio lavoro il concetto che mia figlia Veronica ha giustamente voluto Olive Oil Heritage, e ne ha tutte le ragioni, perché è così. Il patrimonio culturale, agricolo e identitario legato all’olio ricavato dall’oliva, e che oggi, sin dal 1960, è merceologicamente classificato come olio extra vergine di oliva, va salvaguardando creando un nesso tra la sua storia millenaria e il futuro. Per questo occorre essere sempre all’avanguardia, perché tutto è in movimento e ogni epoca storica dovrà fare la sua parte innovando, portandosi sempre avanti, senza mai fermarsi. La tradizione la si tutela innovandola.

Un altro punto di forza è la tecnologia. Oltre alle buone intenzioni, alla passione, ai desideri, se non c’è la tecnologia a poco serve creare futuro…

Sì, la tecnologia è fondamentale. La mia azienda è stata pioniera nell’adottare tecniche innovative e sostenibili.

È il caso della denocciolatura…

Proprio così. Ho brevettato una mia invenzione, di cui sono orgoglioso. Ci ho creduto fortemente e ho ottenuto ciò cui aspiravo.  La tecnologia necessaria per ottenere la denocciolatura delle olive mi ha consentito di conseguire un olio di altissima qualità. Tutto ciò si è rivelato nel contempo utile anche per entrare in un sistema di economia circolare con cui poter valorizzare gli scarti della lavorazione. I noccioli delle olive recuperati dal processo di denocciolatura vengono infatti utilizzati come combustibile in caldaie e stufe a pellet, diventando così una preziosa risorsa energetica rinnovabile con cui ridurre pure l’impatto ambientale dell’intera filiera.

Ora state lavorando a qualcosa che va al di là delkla stessa produzione. Volete puntare a rafforzare il brand.

Sì, perché l’innovazione che abbiamo intrapreso come Oleificio Cericola non si limita al solo ambito della sfera produttiva, ma rsi estende anche alla costruzione di una forte identità aziendale, solida e riconoscibile. La cura del dettaglio si riflette nel nuovo design delle bottiglie e del logo, pensati per dialogare con le famiglie, sia per l’uso quotidiano dell’olio in cucina, sia con le imprese. Il nostro obiettivo futuro, ambiziosissimo, lo ammetto, è presidiare il settore della ristorazione professionale, un ambito nel quale la mia azienda intende posizionarsi quale partner affidabile proprio grazie a prodotti certificati e di alta qualità.

Il futuro?

Iniziare un percorso di espansione imprenditoriale e di crescita. Solo crescendo si può rafforzare la propria presenza sui mercati, soprattutto quelli nuovi. Cerchiamo di avvalerci di ogni strumento utile allo scopo, anche a partire dalla presenza online, con il nuovo sito web progettato per offrire ai consumatori un’esperienza formativa coinvolgente, tracciando un percorso che permetta far di conoscere l’alimento olio extra vergine di oliva e dar luogo a una visione culturale più radicata, in grado di restituire quel valore perduto sui mercati a un alimento ritenuto universalmente unico per i suoi apporti benefici sul fronte della salute  e del piacere sensoriale che ne consegue. La qualità dell’olio extra vergine di oliva deve essere percepita in tutta la sua evidenza, ed è proprio per questo che è necessario lavorare per ottenere una piena e consapevole comprensione delle caratteristiche degli oli, perché solo così è possibile vivere un’esperienza di pienezza al momento dell’acquisto. L’obiettivo, attraverso una ricostruzione di una nuova e più efficiente piattaforma olivicola, è di far rinascere il settore olivicolo in Italia. Non è facile, ma è bene provarci. La mia esperienza insegna. Lo dico a chiare lettere: occorre essere più competitivi e abbattere i costi di produzione, ma sempre in un’ottica che punti ad avere oli di alto profilo qualitativo da collocare in un mercato trasparente, remunerativo per chi produce e nel contempo accessibili a tutti.