Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

“Ali straniere”. La poesia di Maura Del Serra

Immergersi nella lettura di ogni nuova raccolta di una delle figure di maggiore interesse nel panorama della poesia contemporanea si rivela un nutrimento di carattere umano, etico e sapienziale. In un arco ultracinquantennale, l’itinerario poetico dell’autrice si accresce, si potenzia e si definisce nell'alveo di una poetica ricca di richiami e consonanze con voci capitali delle tradizioni poetiche occidentali ed orientali

Alessio Riva

“Ali straniere”. La poesia di Maura Del Serra

In un brano della quarta di copertina dell’ultima raccolta poetica di Maura Del Serra, Ali straniere (Roma, Newton Compton, 2022, pp. 230), con una sintesi chiara e pregnante, sono indicati non solo i caratteri tematico-stilistici della raccolta, ma anche quelli che permeano tutto l’itinerario poetico dell’autrice, che in un arco ultracinquantennale si accresce, si potenzia e si definisce nell’alveo di una poetica ricca di richiami e consonanze con voci capitali delle tradizioni poetiche occidentali ed orientali, filtrate ed avvivate nell’esperienza personale, restituita con una cifra stilistica di singolare eleganza ed originalità:

“Il volume, per i toni spesso testamentari ed epigrafici, segna un’ulteriore e definitiva maturazione della poetica originale e profonda dell’autrice rinnovando il suo orizzonte spiralico che spazia, dai temi cosmico-metafisici e creaturali ai motivi autobiografici, familiari e civili, affidati a un ductus tanto metaforico quanto realistico, permeato dall’eredità classica occidentale e orientale, insieme appassionato e gnomico (ma mai elegiaco), spesso ironicamente brillante, che ascende in senso dantesco dagli accenti “inferi” di una fronteggiata senilità a quelli rasserenanti e mitico-fiabeschi delle sezioni finali”.

Per chi come me segue da quasi un trentennio con costante apprezzamento, spesso con ammirazione, il ricco, vario e coerente itinerario creativo di Maura Del Serra, immergersi nella lettura di ogni sua nuova raccolta (da L’opera del vento. 1965 – 2005 a Tentativi di certezza. 2005-2009, Venezia, Marsilio, 2006 e 2010 e poi Scala dei giuramenti. 2010 – 2015, Roma, Newton Compton, 2016, per giungere adesso ad Ali straniere. 2016 – 2021), oltre a costituire un piacere ed uno stimolo intellettuale, si rivela anche un nutrimento di carattere umano, etico e sapienziale, che è raro riscontrare in tante raccolte di versi proposte da alcune delle maggiori Editrici italiane, da parecchio tempo ormai volte a reiterare un “canone” poetico sterile e ripetitivo: si tratti di autori “maestri” di millimetriche scansioni linguistiche e fonosillabiche, di un player per lo più privo di quel côté filosofico cui i testi sembrerebbero attingere, oppure di voci poetiche dallo stile “breve e frammentato”, “criptico e post-ermetico” che si distinguono per la ripetitività dei pochi temi che dispiegano.

Nel panorama della poesia italiana contemporanea qualche fermento interessante e foriero di fecondi sviluppi è talvolta ravvisabile in alcune voci emergenti, che tuttavia, nel loro acerbo dettato, sembrano ancora prive di quell’orizzonte che fece affermare a Mario Luzi, prefatore della prima plaquette poetica di Maura Del Serra Larco (1978):

“Siamo insomma in un filone profondo che attraversa la cultura e l’arte europee al di là dei confini linguistici e temporali. Maura, è chiaro, lo ha appreso storicamente, dalla condizione presente, dall’attualità: ma lo ha appreso per vocazione e mostra di esservi cresciuta dentro, di avervi trovato e sviluppato le proprie misure di conoscenza del mondo e di sé”.

Misure conoscitive ed espressive che nella prefazione alla terza raccolta poetica Concordanze (1985) indussero Giorgio Bàrberi Squarotti a scrivere:

“Ciò che interessa a Maura Del Serra è il momento in cui la concezione magico-alchemica delle cose si fa parola poetica, si dispone, animandolo di un fuoco segreto e penetrante, nel verso, si traduce in un ritmo rapido, ma ugualmente solenne, ieratico, come l’espressione, al tempo stesso, delle supreme leggi del mondo e dell’esperienze che di esse fa il poeta. […] Per scoprire le analogie delle cose, per godere delle trasformazioni continue e degli scambi che avvengono fra le vite, per arrivare a una condizione di superiore dottrina, che coincide con la vetta della poesia. […] Certo, non si tratta di una poesia facile: tanto ne è limpido il ritmo, tanto il lessico ne è semplice e scarno, tanto invece, il giro del pensiero e dell’invenzione è complesso e arduo […] L’esperienza del poeta è l’esperienza di tutti, a patto che i lettori compiano la stessa difficile ascesi, fino all’estrema purificazione dei sensi. Di conseguenza, la poesia appare fino in fondo un’esperienza rara e suprema, fra le più alte che sia possibile all’uomo compiere, perché è anche esperienza di conoscenza ed esperienza religiosa. Non è poco davvero: per questo l’opera poetica di Maura Del Serra appare illuminata da così solitaria luce di grandezza”.

Pur tralasciando il richiamo a “dantesche intensità” da parte di Donato Valli, o l’accostamento alla “poesia pensante” di hölderliniana memoria proposto da Claudio Varese, e numerose analoghe definizioni critiche, un punto di riferimento importante per approfondire l’opera poetica di Maura Del Serra è l’introduzione documentata ed articolata di Daniela Marcheschi al volume L’opera del vento (2006) che in conclusione afferma:

“Il dettato della Del Serra ha guadagnato in chiarezza e concretezza e questo ne ha potenziato i significati e la risonanza sapienziale, infondendo ai versi dell’autrice un’intonazione e caratteri che la allontanano dall’hortus conclusus di tutta una parte della poesia italiana contemporanea, ma per rilanciarla ed aprirla entro alcuni degli orizzonti più proficui dell’odierna poesia internazionale”.

In effetti la poesia della Del Serra è percorsa da una ricca trama di fonti antiche e moderne, occidentali ed orientali, e la traduzione delle sue poesie in dodici lingue (in volumi monografici e in  riviste internazionali), nonché la presenza dei suoi testi in importanti antologie straniere, suffragano pienamente le affermazioni conclusive della Marcheschi e pongono l’autrice fra le figure di maggiore interesse nel panorama della poesia contemporanea, arricchendolo adesso con Ali straniere, di una tarsìa preziosa e  imprescindibile.

Di seguito, alcuni testi poetici di Maura Del Serra

Zattera

Ai ricordi mi aggrappo
come a una zattera muschiosa,
relitto di astronave
o di sottomarino carico dei tesori
di un’Atlantide persa, eppure mia.
È lacera la vela
della più tenera fotografia,
dilavato il bastone
che fece da timone e da sestante
verso isole stellate di pensiero.
Ma col respiro arso, con le braccia canute,
spingo la zattera verso una spiaggia
dove bambini multicolori
vedo nascere: in mano brandiscono una rosa.

Al bambino di sempre

Piccola voce, filo d’argento,
guidami fuori dal labirinto
dove ogni fune mi lega al centro
e al Minotauro della memoria.
Ridendo guidami oltre la storia
irta di spade e di vele nere,
schiudimi nella piccola mano
la chiave del ricongiungimento
col tuo principio, col tuo sapere.
Portami nella tua casina
in cima all’albero dell’Eden
dove ogni cosa attende il suo nome
e il Re Leone dorme sul divano
sognando nella lingua dei tuoi sogni
mentre tua madre lo pettina piano.
Fammi affacciare alla sghemba finestra
dove il tuo minimo cannocchiale
mi mostrerà, tra i rami,
la via maestra.

Mettere alla porta

Metteremo alla porta i nostri errori
brucianti, urlanti o muti,
le livide paure, i sonni vili
in mezzo alla battaglia, gli abbandoni sprezzanti,
gli occhi cuciti dell’indifferenza,
gli scheletri ingemmati dei rimpianti.
E poi alla porta metteremo un grande
fiocco di nascita per tutti i figli
della stessa speranza, attaccheremo
il flauto e il carillon di Papageno
con il cartello: “Vietato entrare
in questa stanza, se non per danzare”.

 

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