[…] Riguardo gli OGM, non c’è nulla di innaturale: lo scambio di materiale genico tra le diverse “specie” e addirittura “regni” esiste da milioni di anni e contribuisce alla evoluzione e al mantenimento della biodiversità. Olivi OGM non ce ne sono. Ce ne sono stati in passato, ma lo Stato italiano non li ha voluti: ce li hanno distrutti con il fuoco nel 2012, all’Università della Tuscia, e con questi circa trent’anni di lavoro pionieristico, dopo dieci anni di sperimentazione in campo, sebbene fossero tolleranti a siccità, sale e freddo, e alcuni impiegati come portinnesto, riducevano la vigoria del nesto. Al momento li abbiamo affidati in custodia in un altro continente, per studi anche molto più importanti di quelli relativi all’agricoltura. La FS 17 (Favolosa) deriva da un incrocio tra due note cultivar italiane e lo posso testimoniare, perché ho contribuito a farla sopravvivere nei primi stadi di vita e a fare innesti-talea  che abbiamo usato come portinnesto per ridurre la vigoria di cultivar italiane nell’ area del lago Trasimeno, dove con  la gelata del 1985, si sono evidenziate le note caratteristiche del portinnesto rigenerato da pollone  e che il collega Fontanazza  ha messe in luce! […]

Eddo Rugini

Il biotecnologo agrario, già docente dell’Università della Tuscia, in dialogo con l’agronomo Giovanni Melcarne su facebook