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Obiettivo: risparmio energia

Si pensa a una strategia europea per il riscaldamento e raffreddamento sostenibile. Le aspettative di maggiore progresso sono affidate alla cogenerazione. Vengono pertanto indicate alcune linee di indirizzo, tra cui la ristrutturazione del patrimonio immobiliare, l'aumento della quota percentuale di energie rinnovabili utilizzate, e la promozione di un più intenso utilizzo dell'energia prodotta attraverso sistemi di teleriscaldamento e riutilizzo del calore di scarto

Marcello Ortenzi

Obiettivo: risparmio energia

La Commissione Agricoltura della Camera in questi giorni ha valutato favorevolmente la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM [2016] 51 final del 16/2/2016) “ Una strategia dell’Unione europea in materia di riscaldamento e raffreddamento”. L’obiettivo è di definire il quadro complessivo delle politiche che l’Unione europea dovrà adottare nei prossimi anni riguardo al consumo più efficiente dell’energia, con specifico riferimento al riscaldamento e al raffreddamento che concentrano la metà del consumo energetico finale all’interno dell’UE. Infatti, lo stesso documento precisa che a livello europeo, in base ai dati del 2012, il 64 % dei sistemi di riscaldamento era costituito da caldaie non a condensazione; soltanto il 26 % da caldaie a condensazione e il 6 % da caldaie a biomassa, pompe di calore e altre tecnologie. Per quanto riguarda il teleriscaldamento, le reti esistenti coprirebbero soltanto l’8 % della domanda complessiva e servono 70 milioni di cittadini; la percentuale degli utenti che se ne possono avvalere oscilla tra una quota superiore al 50 % nei Paesi baltici e scandinavi a meno del 10 % in Francia, Italia e Spagna.

Le aspettative di maggiore progresso sono affidate alla cogenerazione che, nei processi produttivi industriali, potrebbe consentire di risparmiare il 30% dell’energia. La Commissione indica alcune linee di indirizzo per la strategia, la prima delle quali concerne la promozione di interventi volti a facilitare la ristrutturazione del patrimonio immobiliare europeo, prevalentemente risalente ad oltre cinquanta anni fa e, quindi, attrezzato con sistemi tecnologici poco efficienti dal punto di vista energetico e di emissioni.
La seconda delle grandi linee strategiche indicate dalla Commissione concerne la necessità di aumentare la quota percentuale di energie rinnovabili utilizzate, a iniziare dalla bioenergia, mentre la terza concerne più specificamente il comparto produttivo e attiene alla necessità di promuovere il più intenso utilizzo dell’energia prodotta nell’ambito dei processi produttivi attraverso sistemi di teleriscaldamento, l’utilizzo di impianti e la realizzazione di reti di cogenerazione per riutilizzare il calore di scarto.

La Commissione offre anche una serie di misure puntuali che potrebbero assicurare indubbi vantaggi quali: la promozione di aggregazioni di progetti di limitate dimensioni e la promozione dell’accorpamento di consumatori altrimenti dispersi per favorire il conseguimento di migliori condizioni economiche e finanziarie; la creazione di sportelli unici specializzati nei servizi di consulenza e assistenza ai soggetti che vogliano realizzare investimenti nei progetti a basse emissioni di carbonio; le diffusioni delle migliori pratiche.

Per l’Italia è questa un’occasione utile, in assenza di una aggiornata Strategia Energetica Nazionale, per una ricognizione aggiornata e puntuale sui risultati fino ad ora conseguiti con le misure poste in essere, dai certificati bianchi per l’efficienza energetica agli incentivi per le ristrutturazioni degli edifici e per verificare, sulla base di una ricognizione delle risorse attivabili, quali ulteriori progressi possano essere compiuti.

Nella foto di apertura, di Luigi Caricato, un’opera di Juan Hidalgo, esposta al Museo Reina Sofia di Madrid

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