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Il censimento degli alberi

Il 21 novembre è stata celebrata la prima Giornata nazionale degli alberi, preceduta qualche giorno prima, dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 268 del Decreto attuativo 23 ottobre 2014 sull’Istituzione dell'elenco degli alberi monumentali d'Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento

Marcello Ortenzi

Il censimento degli alberi

Il decreto segue alla legge n. 10 del 2013 concernente lo sviluppo degli spazi verdi urbani e dedicata proprio agli alberi monumentali. Quindi, dopo più di un anno dopo il decreto ha definito in modo univoco i requisiti per la qualifica di albero monumentale e diventano finalmente operative le sanzioni contro chi danneggia questo prezioso patrimonio comune, con multe dai 5 mila ai 100 mila euro, salvo che il fatto non costituisca reato. Ma è interessante anche la disposizione che entro il 15 luglio 2015 si dovranno censire gli alberi monumentali secondo i principi e criteri inseriti nell’atto del Ministero Ambiente. Sono incaricati i comuni del censimento e anche della redazione e il periodico aggiornamento, come pure da parte delle regioni e del Corpo forestale dello Stato, di elenchi dedicati rispettivamente a livello comunale, regionale e nazionale, fatti salvi i lavori di censimento già effettuati e le iniziative di tutela già attuate.

Il censimento realizzato dai comuni sarà fatto mediante sia una ricognizione territoriale con rilevazione diretta e schedatura del patrimonio vegetale sia a seguito di recepimento, verifica specialistica e conseguente schedatura delle segnalazioni provenienti da cittadini, associazioni, istituti scolastici, enti territoriali, strutture periferiche del Corpo forestale dello Stato – Direzioni regionali e Soprintendenze competenti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Tra i criteri di “monumentalità”ci sono la maestosità e la longevità dell’esemplare, la forma e il portamento, se l’esemplare abbia ‘testimoniato” ad avvenimenti storici o culturali, e ancora il valore ecologico relativo alla presenza faunistica che su di esso si insedia. Per garantire omogeneità all’elenco nazionale degli alberi monumentali è stata predisposta una scheda d’identificazione della pianta, che dovrà essere utilizzata per l’attività di censimento. Una volta formato, l’elenco degli alberi monumentali d’Italia deve essere aggiornato con cedenza almeno annuale.

Un punto importante della legge 10 è anche l’istituzione del bilancio arboreo, strumento grazie al quale i sindaci dei comuni sopra i 15 mila abitanti devono rendere noto agli elettori prima delle elezioni il saldo tra il numero di alberi trovati e quello degli alberi da loro piantumati, e siamo in attesa di vedere chi lo elaborerà per primo.

Secondo il Corpo Forestale sono 22.000 in Italia. Tra questi, oltre 2.000 sono definiti di “grande interesse” e ben 150 di “eccezionale valore storico o monumentale”, equamente distribuiti tra nord, centro e sud Italia. Il “Platano dei 100 bersaglieri in Veneto”, il “Castagno dei 100 cavalli in Sicilia” o il “Castagno Miraglia” nel Casentino o gli “Ulivi secolari di Puglia” sono solo esempi di grandezza e bellezza.

La Giornata Nazionale degli Alberi è stata occasione per porre l’attenzione sull’importanza degli alberi per la vita dell’uomo e per l’ambiente. Da sempre gli alberi ci raccontano la storia, combattono, grazie alle loro radici, i fenomeni di dissesto idrogeologico, mitigano il clima, rendono più vivibili gli insediamenti urbani, proteggono il suolo e migliorano la qualità dell’aria. Ogni anno c’è un tema da sviluppare, quest’anno è stato “L’albero: la sua storia, la nostra storia”. A Roma un seminario presso la Società Geografica Italiana (Villa Celimontana) è stato incentrato sull’importanza degli alberi monumentali, perché di particolare interesse naturalistico, ambientale e storico culturale. Il nostro Paese ne è ricco, nelle possibili diverse declinazioni: prodigio della natura, di longevità maestosa, oppure pezzo della nostra storia. In tutti questi casi, gli alberi monumentali esprimono un fattore d’identità della nostra tradizione.

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