Quest’oggi voglio dedicare il post quotidiano a mio padre Pier Domenico, classe 1931. E’ il suo onomastico e nel Sud al contrario del Nord si festeggia il proprio santo. Ho grande stima nei confronti di mio padre, perché di lui ho sempre apprezzato il radicamento al lavoro. Ancora oggi si alza alle quattro del mattino per andare in campagna a lavorare, non perché necessitato, ma per l’amore che nutre per il lavoro e per la terra. E’ un amore fatto di fatica, duro e aspro, ma che ricambia sempre con una immersione totale nella natura. A lui dedico perciò questo post con una poesia di un quasi concittadino, di Saturnino Primavera. L’artista è nato a Lequile, paese confinante con quello in cui vive e opera mio padre, insieme con tutti i componenti della mia famiglia: San Pietro in Lama. Quando penso alle tante polemiche che ruotano attorno al mondo dell’olio, mi vien da fare un gesto che non mi appartiene: una sonora pernacchia. Se scrivo d’olio con tanta costanza, è quale gesto d’amore per la mia famiglia, per testimoniare e sostenere la grande dedizione che le persone che amo manifestano nei confronti degli olivi e della campagna tutta. Basta così, per ora, leggete piuttosto l’omaggio lirico che dedico a mio padre in occasione del suo onomastico.
UNA LIRICA DI SATURNINO PRIMAVERA
Una pietra, un ulivo
Una pietra, un ulivo;
era casa mia.
Nella notte il grido
della luna dilagava
fino alla croce sepolta
tra le pietre di sangue.
Io ti cercavo con le mani
tese al cielo, mentre
il vento scendeva fastidioso
e acerbo, tu ti nascondevi
dietro le rupi della notte,
attenta, silenziosa, timorosa.
Saturnino Primavera
Testo tratto da: Saturnino Primavera, Poesie, Comune di Lequile, Assessorato alla Cultura, 2006
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