Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Cosa hanno in comune Piero Lotito e Emanuele Aldrovandi?

Taccuino di lettura. Intanto, sono entrambi autori di teatro e la narrazione dei loro romanzi Di freccia e di gelo e Il nostro grande niente parte da due morti: una mummia il primo, il morto in un incidente automobilistico il secondo. Poi, ça va sans dire, in entrambi i romanzi massime e considerazioni filosofiche danno un pizzico di sapore in più

Mariapia Frigerio

Cosa hanno in comune Piero Lotito e Emanuele Aldrovandi?

Piero Lotito, Di freccia e di gelo, Mondadori
Emanuele Aldrovandi, Il nostro grande niente, Einaudi

Parto da Lotito e dal suo Di freccia e di gelo. Tra gli aspetti positivi di questa lettura c’è (per me) il fatto di avermi avvicinata a un mondo che ho sempre, quasi volutamente, ignorato, ovvero il mondo della preistoria (nessun interesse per un’età senza scrittura…).

Poi la piacevolezza della lettura: un libro che si legge tutto d’un fiato per la bravura nel ricreare, con sentimenti eterni, un mondo così lontano.

Ora Aldrovandi con Il nostro grande niente, suo primo romanzo. Buona l’idea di vedere ‘da morto’ tutto quanto succede dopo… ma la seconda parte (dove accadono vicende che non si vogliono narrare) non regge la prima e perde di ritmo e di intensità.

Perché presentare insieme questi due romanzi?

Per aspetti che li accomunano, seppur superficialmente: la narrazione parte da due morti: una mummia il primo, il morto in un incidente automobilistico il secondo.

Poi Lotito e Aldrovandi entrambi autori di teatro: io conosco solo Aldrovandi, ma provvederò con Lotito.

Lotito ci scrive una bella e appassionante fiaba con un tocco di fiction (A un passo dal cielo potrebbe essere la scenografia ideale). Aldrovandi si interroga sulla natura delle relazioni e narra il desiderio indicibile che il mondo finisca con noi.

Tuttavia il romanzo, apprezzabilissimo, mostra meno mordente rispetto ai suoi testi teatrali davvero particolari.

Poi, ça va sans dire, in entrambi i romanzi massime e considerazioni filosofiche danno un pizzico di sapore in più…

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