Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Il film di Wim Wenders “Perfect days” è poesia

David Fiesoli

Il film di Wim Wenders “Perfect days” è poesia

La delicatezza con cui Wenders impartisce un sonoro schiaffo alla società planetaria contemporanea, è incarnata dal protagonista, maestro nell’arte del distacco, umile uomo colto di letteratura e musica, che per lavoro pulisce i cessi pubblici di Tokyo, e che ogni mattina, mentre si appresta al suo lavoro, guarda lo spicchio di cielo sopra la sua piccola casa e sorride.

Con quell’arte del distacco che coltiva la solitudine (ambedue necessarie ai poeti e raccomandate dai più antichi filosofi), l’uomo pulisce i bagni pubblici con una dovizia quasi sacra, da farne quasi un’arte, una bellezza, mentre la ripetitività dei suoi gesti quotidiani scandisce i giorni perfetti, infondendo una calma e una leggerezza ormai perdute e sconosciute altrove, e ovunque, fuori da lui. Ma il suo non è un mondo a sé, quello che lui guarda e in cui agisce senza agire, è  il mondo, quello di cui gli altri che gli stanno intorno sono ormai inconsapevoli.

Non è un caso che il film si svolga a Tokyo, città tentacolare dove più si sono cancellati retaggi culturali e tradizioni millenarie, sineddoche di un mondo artificiale in cui l’unico antidoto al pensiero unico votato soltanto al culto della ricchezza, e dunque l’unico modo per ritrovare il mondo autentico, è coltivare l’arte del distacco, che – come dimostra questo film – non è prerogativa soltanto dei poeti o dei filosofi più illuminati, ma può essere – con coraggio e determinazione – alla portata di tutti.

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