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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

La cultura alta che traspare dalle pagine di “FFFortissimo” unisce tutti, sia specialisti sia appassionati 

Da leggere perché … Il volume è il dono a noi dell’autore che ha ricevuto a sua volta dalla vita il dono di incontrare tanti musicisti italiani e stranieri e di averli potuti raccontare ai lettori del suo giornale. Ricco di ben trecento pagine, di cui venticinque sono occupate dall’Indice dei nomi, il libro di Alberto Sinigaglia ha il merito di essere scritto in uno stile fluido che cattura subito l’attenzione, e con il tipico garbo e l’ironia di chi ama l’argomento, il proprio lavoro, e ha il gusto e la felicità di viverli e averli vissuti

Daniela Marcheschi

La cultura alta che traspare dalle pagine di “FFFortissimo” unisce tutti, sia specialisti sia appassionati 

Alberto Sinigaglia, FFFortissimo, Biella, Fondazione Accademia Perosi, 2019.

Da leggere questo libro di uno dei nostri giornalisti più colti e raffinati, appunto Alberto Sinigaglia (già fondatore del supplemento TuttoLibri del quotidiano «La Stampa», Presidente della Fondazione Filippo Burzio, docente di storia del giornalismo e tanto altro), che sa parlare anche di musica con cognizione e competenza.

Il volume è il dono a noi dell’autore che ha ricevuto a sua volta dalla vita il dono di incontrare tanti musicisti italiani e stranieri e di averli potuti raccontare ai lettori del suo giornale. Ricco di ben trecento pagine, di cui 25 sono occupate dall’Indice dei nomi, il libro di Sinigaglia ha il merito di essere scritto in uno stile fluido che cattura subito l’attenzione, e con il tipico garbo e l’ironia di chi ama l’argomento, il proprio lavoro, e ha il gusto e la felicità di viverli e averli vissuti. Così il lettore ha il raro piacere di incontrare una “passione”: quella della cultura e della libertà di un giornalista che, nella prefazione (Vite ritmi algoritmi), mentre fornisce le ragioni del suo libro, non teme di denunciare storture e alcuni aspetti di decadenza del giornalismo odierno. Sinigaglia li enumera cogliendo nel segno con la consapevolezza di un vulnus che proprio quest’ultimo, per sua parte, ha inferto alla cultura italiana: una eccessiva indulgenza verso tutto ciò che è spettacolo, “amicizie”,  pettegolezzi,  polemiche vane. E poi c’è il fatto che si «ignora la nuova musica»: una constatazione alla quale vorremmo qui aggiungere anche l’ignoranza o la scarsa attenzione riservata al nuovo teatro.

FFFortissimo è suddiviso in tre parti, in cui non mancano fra  la  varia tipologia degli  articoli né i resoconti né le interviste. Proprio per tutto questo, per il suo essere privo dell’aneddoto per l’aneddoto, alieno dal pettegolezzo e per fornire invece informazioni, per porre domande sostanziali (basta leggere anche soltanto l’intervista a Franco Donatoni: Donatoni, l’ispirazione e l’idea), FFFortissimo è un libro utile sia per gli specialisti sia per gli appassionati. La cultura alta che traspare da queste pagine unisce tutti, quando è divulgata in una espressione limpida e puntuale.

La prima sezione si intitola Compositori ed è dedicata a grandi protagonisti della musica italiana  – ad esempio Malipiero, Petrassi, Berio, Bussotti, Nono  – e straniera – Penderecki, Stockhausen, Boulez, Rihm, Henze –. Non manca neanche l’attenzione per quella musica che qualcuno considera meno “classica” da un certo punto di vista, ma che non è meno dotata di un suo proprio carattere e spessore: alludiamo a De Simone, Paolo Conte, Ludovico Einaudi.

Dopo quella dei compositori, la parte che riguarda i Direttori di orchestra, e anche qui  troviamo i maggiori protagonisti della musica internazionale: da Gavazzeni ad Abbado, da Bernstein a Muti, da Maazel a Sinopoli e a Prêtre, giusto per fare qualche nome. Struggente, ma anche importante per riflettere sul valore del segno umano in assoluto, è l’intervista a Carlo Maria Giulini (Giulini e il mistero del gesto).

Infine la terza sezione Altri interpreti, in cui si dà spazio a cantanti come Pavarotti,  registi dell’opera lirica quali ad esempio Zeffirelli e Ken Russell, a strumentisti come il pianista «incantatore» Claudio Arrau o il violinista Uto Ughi; oltre che a protagonisti in generale e a problemi concreti di organizzazione e gestione della musica, come accade con le interviste al fondatore e a lungo presidente  del Festival dei due Mondi di Spoleto, Gian Carlo Menotti, e a Massimo Bogianckino direttore dell’Opéra di Parigi.

Ci sono dei libri che sono una festa dell’intelligenza, e questo di Sinigaglia lo è.

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