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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

La tragica vita di Hugo maestro di poesia

Così dopo il Théâtre du Montparnasse, ora al Théâtre de Petit Saint-Martin, Fabrice Luchini si cimenta con la lettura di testi della figura emblematica del Romanticismo francese. È di certo uno spettacolo più complesso, che si avvale della regia di Emmanuelle Garassino e di una scenografia con tavolo, seggiola e poltrona. Una lettura, avevamo detto. In realtà, prima di leggere, racconta. Ci racconta della vita di questo grande autore, del fatto che sarà contro Napoleone III, divenuto illiberale e per questo sarà costretto all’esilio, dove scriverà due capolavori: I Miserabili e L’uomo che ride

Mariapia Frigerio

La tragica vita di Hugo maestro di poesia

Come già abbiamo scritto, Fabrice Luchini è rappresentatissimo a Parigi.

Quindi non solo è l’attore che ha lavorato con i più grandi registi cinematografici, ma anche (se non addirittura prima) uomo di teatro e uomo di lettere, visto il suo amore per la letteratura.

Così dopo il Théâtre du Montparnasse, ora al Théâtre de Petit Saint-Martin si cimenta con la lettura di testi della figura emblematica del Romanticismo francese, ovvero di Victor Hugo, a cui aggiunge poesie e commenti di Charles Baudelaire e di Charles Péguy.

Petit Saint-Martin

Sentiamo cosa scrive lo stesso Luchini, nel programma di sala, su questo spettacolo che traduco: «Mi sono spesso domandato se fosse possibile recitare Booz endormi [Booz nel sonno, NdC], il poema di Victor Hugo che Marcel Proust aveva definito come il più bello del XIX secolo; e Charles Péguy andando oltre aveva detto che era la prima volta che esisteva nella storia una profezia pagana.

Contrariamente alla frase di André Gide, nondimeno fine esperto, “Qual è il più grande poeta francese? Victor Hugo, ahimé!”, ci sono per me dei “bagliori” negli scritti di Hugo che superano l’artigiano dotato, e uno stato di grazia della scrittura che emerge dalla sua creazione molto feconda [..]».

E definisce, questa lettura di Hugo, un esercizio più austero rispetto allo spettacolo che alterna con questo, ovvero La Fontaine et le confinement.

Qui intende proporre una pura lettura di testi e in particolare quella del sublime Booz endormi.

È di certo uno spettacolo più complesso, che si avvale della regia di Emmanuelle Garassino e di una scenografia con tavolo, seggiola e poltrona: un luogo di studio dove Luchini entra “carico” di fogli e fascicoli.

Scena

Una lettura, avevamo detto.

In realtà, prima di leggere, racconta.

Ci racconta della vita di questo grande autore, del fatto che sarà contro Napoleone III, divenuto illiberale e per questo sarà costretto all’esilio, dove scriverà due capolavori: I Miserabili e L’uomo che ride.

Ci parlerà ancora delle Contemplazioni, come memorie di un’anima; della morte della figlia Léopoldine, di soli diciannove anni, annegata durante una gita in barca.

Ci dirà che Baudelaire era affascinato da Hugo e, senza esagerare, ne aveva una vera e propria adorazione, come dirà del fatto che Hugo aveva scritto una biografia di Shakespeare.

Riguardo al poema Booz endormi ci ricorda che Charles Péguy gli dedica ben trecento pagine…

Quando ne inizia la lettura, completamente assorto, uno spettatore tossisce.

L’attore non è più l’amabile persona della sera precedente, ma ha quasi uno scatto d’ira, perché il colpo di tosse – come dirà – interrompe «un momento sublime».

Poi la lettura continua tranquilla e alla fine, mentre il pubblico applaude, si scusa per la sua reazione e, ringraziando il pubblico per la comprensione, gli offre alcuni bis inaspettati.

All’interno e in apertura, foto di Mariapia Frigerio

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