Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Nitore e fluidità dello stile di Piero Calamandrei

Da leggere perché… Questi gli elementi che lo pongono fra i nostri scrittori del Novecento, degni di essere menzionati in una storiografia futura, e più accorta, della nostra letteratura. Grande intellettuale prima ancora che uomo di legge, nel volume Il Sigillo di Benvenuto e altri scritti celliniani mostra il suo volto di studioso e critico d'arte

Daniela Marcheschi

Nitore e fluidità dello stile di Piero Calamandrei

Piero Calamandrei, Il Sigillo di Benvenuto e altri scritti celliniani, a cura di Silvia Calamandrei, con una prefazione di Cristina Acidini, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2021.

Questo volume, che arricchisce la conoscenza della ricca personalità del giurista e politico fiorentino Piero Calamandrei (1889-1956), appare nella bella collana “Letture di Pensiero e d’Arte” delle Edizioni di Storia e Letteratura: Edizioni fra le più meritorie della cultura italiana, fondate dal lucano don Giuseppe De Luca (15 settembre 1898-19 marzo 1962) nel 1941 con l’intento, di alta ispirazione giobertiana, di non sopportare «preponderanza di sacro sul profano, o viceversa, e neppure preponderanza dell’internazionale sul nazionale», restando «fedeli alla loro origine, italiana e di italiani, ma nel grande senso che ha l’Italia nella civiltà»; e cara, al pari del suo fondatore, a Carlo Dionisotti che non mancava di citarlo spesso nelle sue lezioni e nei seminari alla Scuola Normale (se ne legga il saggio don Giuseppe De Luca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1973).

La mia generazione è quella che sentiva parlare di Calamandrei come di un grande intellettuale, prima ancora che uomo di legge, in quanto protagonista dei dibattiti sulla Costituzione della nostra Repubblica e come fondatore, nel 1945, del settimanale «Il Ponte» presente in numerose case toscane e in prima fila negli scaffali delle biblioteche minori e massime; ma che lo leggeva come scrittore (alle Scuole Medie) e lo gustava in particolare per Inventario della casa di campagna (1941) nell’edizione di Firenze, La Nuova Italia, 1965, a cura di Giuseppina Mazzoni Rajna e con l’introduzione di Franco Antonicelli.

Il Sigillo di Benvenuto e altri scritti, che recupera e rinnova una vecchia edizione di Carlo Cordiè (Scritti e inediti celliniani, Firenze, La Nuova Italia, 1971), mostra il volto non meno brillante di Calamandrei studioso e saggista di arte, in particolare del Cellini, di cui ritrovò nel 1938 il disegno del sigillo e dei caratteri – un alfabeto ideografico – dell’Accademia del Disegno (1563).

Il volume si raccomanda non solo per la messe di informazioni storico-biografiche, di osservazioni competenti e di documenti citati, ma anche per il nitore e la fluidità dello stile: ciò che pone Calamandrei fra i nostri scrittori del Novecento, degni di essere menzionati in una storiografia futura, e più accorta, della nostra letteratura.

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia

Iscriviti alle
newsletter