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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Una guida nel mare magnum delle memorie autobiografiche

Da leggere perché ... Si tratta de La Memorialistica autobiografica italiana dei secoli XVIII e XIX. Repertorio delle fonti a stampa di Linda Pagnotta, un volume immancabile per chi sente la necessità di approfondire in modo serio i propri scavi scientifici. Grazie all’editore Olschki, la filologa romanza dona alla nostra cultura e a un considerevole aspetto della sua dignità letteraria questo regesto di oltre millequattrocento pagine, corredato da Introduzione (pp. 1-100), Nota bibliografica (101-107) e Indici vari (1259-1407)

Daniela Marcheschi

Una guida nel mare magnum delle memorie autobiografiche

Linda Pagnotta, La Memorialistica autobiografica italiana dei secoli XVIII e XIX. Repertorio delle fonti a stampa, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2022, 3 voll.

Linda Pagnotta è una filologa romanza e una di quelle studiose i cui meriti  ci piace ribadire a voce alta, perché rifulgono in un momento nel quale anche gli studi – che dovrebbero essere improntati a una ferrea logica di ricerca e verifica documentaria – si piegano invece, talvolta, a superficialità e moda.  Della Pagnotta avevamo già avuto modo di apprezzare, fra le tante altre ricerche, il Repertorio metrico della ballata italiana. Secoli XIII-XIV(Milano-Napoli, Ricciardi, 1995), un’opera di circa 500 pagine che pure tanti poeti di oggi dovrebbero meditare, e Le edizioni italiane della Legenda aurea, 1475-1630 (Firenze, Apax Libri, 2005). Ora, grazie all’editore Olschki, la  Pagnotta dona alla nostra cultura e a un considerevole aspetto della sua dignità letteraria questo regesto di oltre millequattrocento pagine, corredato da Introduzione (pp. 1-100), Nota bibliografica (101-107) e Indici vari (1259-1407), in grado non solo di informare del mare magnum delle memorie autobiografiche a stampa di cui la letteratura italiana è ricca, ma anche e soprattutto di suggerire la possibilità di ulteriori percorsi di ricerca e studio per chi senta la necessità di approfondire in modo serio i propri scavi scientifici.
In margine a una mole di tal genere si può fare anche qualche osservazione o, meglio, domanda, che non diminuisce il valore di questa opera. Ad esempio, perché non dichiarare, nelle precisazioni relative al lemma Carlo Collodi, che il suo Quand’ero ragazzo! è in realtà una memoria autobiografica fittizia? Perché non aver segnalato di Giuseppe Baretti anche le Lettere familiari a’ suoi tre fratelli (Tomo I, Milano, Malatesta, 1762; Tomo II, Venezia, Pasquali, 1763), resoconto dettagliatissimo, in forma epistolare e obbligatoriamente annessa prima persona, del suo viaggio di ritorno da Londra all’Italia via Portogallo, Spagna, Francia? Perché, ancora, non aver citato La Bambina (Milano, La Tartaruga, 1976 e ivi, Rizzoli, 1985) di Francesca Duranti, più autobiografia che romanzo? Un simile interrogativo varrebbe anche per altri importanti romanzi e autori del Novecento italiano. Ma qui si aprirebbe tutto un nuovo capitolo anche teorico sui generi letterari e sui confini fluidi fra narrativa autobiografica, autobiografia, memorialistica e simili, e non si può chiedere certo tutto al moltissimo già offerto da questo notevole lavoro della Pagnotta.

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