Olio Officina Festival

Lusingare il palato, ripensare lo stile

Olio Officina Festival 2016 / Diario di bordo numero 3. I fritti all’italiana? Un inno al godimento. Sono tante le ricette, gustose, che si sono andate delineando a partire dalla perfetta combinazione con gli oli extra vergini di oliva, Dop e monovarietali, e gli aceti balsamici di Modena Igp. Divisi tra ricerca del gusto e della qualità, al Palazzo delle Stelline è stato come viaggiare tra paesi, esperienze, tanti utili spunti di riflessione e testimonianze

Giorgio Ruggeri

Lusingare il palato, ripensare lo stile

Un arancino ripieno di foglie di rape e patate. Una ricetta povera che racconta l’arte della cucina di recupero. Nel secondo giorno di Olio Officina Festival si sono accesi anche i fornelli dei cooking show. E’ dalla sala Bramante che provengono i profumi degli arancini e delle pizze fritte da Pasquale Torrente, della Cuopperia di Cetaro e del Mercato di San Lorenzo, e che si alternano alle delizie di altri quattro cuochi: Fabrizio Ferrari, Maurizio Urso, Massimiliano Mascia e Roberto Carcangiu. Cinque chef, in tutto, che si sono confrontati con gli oli e aceti balsamici di Olitalia e Acetaia Giuseppe Cremonini. Sono storie di uomini e di donne che si incrociano con i sapori sopraffini offerti al palato degli ospiti del festival, accompagnati in un viaggio sensoriale tra territori, aneddoti e le tante curiosità emerse dai racconti degli chef.

Nella sala Leonardo, cuore del festival, il calendario degli interventi si è arricchito di tanti momenti importanti. La letteratura e l’antropologia hanno avuto un ruolo chiave, aiutando a cogliere il volto umano dell’olio, lo stesso che ritroviamo nell’omonimo libro scritto da Daniela Marcheschi ed edito da Olio Officina. Così, tra miti e riferimenti religiosi, si è spaziato su più fronti di indagine, muovendosi tra simboli che hanno legato l’uomo all’olio e che lo hanno accompagnato in almeno due millenni di storia.

C’è stato anche uno spazio dedicato all’America, con un collegamento a New York, in collegamento web con alcuni ambasciatori del made in Italy all’estero, il produttore d’olio Manfredi Barbera e il titolare della catena di negozi gourmet Citarella, Joe Gurrera. Dalla testimonianza di entrambi si è potuto comprendere il grande valore che tuttora hanno le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti, nonostante alcuni recenti attacchi strumentali da parte della rete televisiva Cbs. Così, soprattutto a opera di Manfredi Barbera si è fatta finalmente chiarezza su una questione che in molti hanno preferito sorvolare, quando invece occorre occuparsene. L’Italia dell’olio merita la più grande considerazione proprio in virtù del suo impegno sul fronte della qualità e della certezza e garanzia della qualità.

Infine, per ciò che concerne il ruolo di Paese d’Onore, per la quinta edizione di Olio Officina Festival è stata la Repubblica di Malta ad essere stata la protagonista della scena internazionale. Insieme al ministro dell’agricoltura Goderik Galdes, il direttore della manifestazione Luigi Caricato ha dato modo al pubblico di conoscere una realtà olivicola ancora poco esplorata. Il Paese, conosciuto più per il turismo che per le produzioni olivicole, si è invece imposto all’attenzione per i suoi oli: è stata molto interessante la degustazione guidata condotta da Sem.

Foto: Alberto Caroppo & Francesco Buccarelli / VHS

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