Codice Oleario

Aceite de Lucena

Speciale oli Dop spagnoli. Questa settimana siamo a sud della provincia di Cordoba, dove si producono oli tra il verde intenso e il verde giallognolo, dai sapori fruttati caratterizzati da note di mandorla ed erba verde, con note amare e piccanti equilibrate (Dodicesima puntata, continua)

Olio Officina

Aceite de Lucena

Conosciamo davvero le produzioni olearie estere? In Europa esistono le attestazioni di origine Dop e Igp che consentono di valorizzare gli extra vergini del territorio. La qualità di questi oli a marchio Dop o Igp è sicura, garantita e accertata, anche perché esiste un Disciplinare di produzione che detta le regole, oltre a un Consorzio di tutela che riunisce i produttori e li segue passo dopo passo, fornendo tutela e assistenza, e, parallelamente, vi è anche un organismo di controllo che sovraintende allo scopo di accertare la reale provenienza degli oli e la piena corrispondenza a quanto dichiarato in etichetta. La puntata di questa settimana è dedicata alla Dop de Lucena. Buona lettura.

L’Aceite Dop de Lucena rimanda all’olio extra vergine di oliva prodotto ad sud della provincia di Cordoba, in un areale che comprende i comuni di Aguilar de la Frontera, Benamejí, Encinas Reales, Iznajar, Lucena, Montilla, Moriles, Monturque e Rute, nonché la parte orientale del comune di Puente Genil situato sulla riva destra del fiume Genil.

È un olio ottenuto da olive di varièta Hojiblanca, la principale cultivar del territorio, presente in campo con una percentuale superiore al 90 %, cui si aggiungono altre varietà, quali Arbequina, Picual, Lechín, Tempranilla, Ocal, Campanil e Chorruo.

Il termine della principale varietà Hojiblanca, “Lucentina”, viene utilizzato indistintamente sia per l’origine della varietà, in quanto proveniente dal comune di Lucena, sia per l’aspetto dell’albero in ragione della luminosità della parte inferiore della foglia.

Varietà Hojiblanca

È un territorio di grande tradizione olivicola, che vanta origine antichissime: la zona di produzione è stata storicamente inclusa nella zona conosciuta dai romani come la “Bética”, da cui l’olio da olive è stato fornito nell’antico passato. Si tratta dunque di una olivicoltura molto, molto antica. È con la Riconquista, e successivamente con il Catasto Ensenada, che grazie ai dati contenuti nell’archivio si dimostra la radicata tradizione olivicola della zona.

Nel 1752, nel Catasto Ensenada, l’oliveto è stato indicato come elemento dominante dell’area attualmente riconosciuta dalla Denominazione di Origine Protetta Aceite de Lucena, investendo dal 25 al 50% del territorio. Nel catasto Ensenada, corrispondente al Señorío de Aguilar, sono compresi i seguenti comuni, che ricadono nella Dop Aceite de Lucena, ovvero Aguilar de la Frontera, Puente Genil, Montilla e Monturque.

Quanto a Lucena, essendo un comune strettamente legato alla cultura dell’olio da olive, questa municipalità ha, dalla sua, l’orgoglio di essere l’areale all’origine della varietà Hojiblanca, cultivar che risale a molti secoli fa.

A Lucena, tra l’altro, si trovano diverse testimonianze archeologiche, con oltre quaranta siti di epoca romana del I e II secolo, soprattutto resti di case coloniche che proliferavano in un periodo storico alquanto favorevole per l’esportazione in altre parti dell’Impero romano. Si registrava già in epoca antica un commercio molto attivo proprio attraverso un’efficiente e fitta rete di comunicazione, con la regione lucentina inserita attraverso il percorso Antequera-Córdoba, una rete commerciale che ha permesso anche l’arrivo di altri prodotti, tra bronzi, vetri, ceramiche di lusso, oltre all’esportazione di lane, vini e oli.

In epoca araba, al-Yussana, come si chiamava in quel periodo Lucena, veniva citato quale comune in cui, tra le altre colture, l’olivo emergeva per il suo ruolo molto importante e molto apprezzato per l’alta vocazione del territorio. Così come peraltro testimoniano diversi scritti risalenti agli anni 714-715, dove Lucena è indicato come un comune con abbondante acqua, ulivi e altri alberi da frutto.

Anche in epoca ebraica Lucena ha avuto un ruolo chiave, avendo conosciuto una fase di grande espansione economica e culturale, essendo oltretutto un nucleo molto importante dell’ebraismo, oltre che un centro commerciale di primo piano, così come risulta da diverse fonti risalenti al X secolo. Lucena veniva descritta quale città commerciale da cui partivano vini e oli.

Nel 1935 la città ottenne un importante riconoscimento per gli oli di Puente Genil. Fu l’Associazione spagnola degli olivicoltori che attribuì il titolo di “Optimi Olei Emporium”, riconoscimento tra l’altro presente sullo stemma del comune.

Per quanto concerne il comune di Montilla, i dati più antichi sull’olivicoltura risalgono al XVI secolo.

L’oliveto era la coltura più rappresentativa della zona coperta dal Señorío de Aguilar (Aguilar de la Frontera, Montilla, Monturque, Puente Genil e Montalbán).

Tra le varietà utilizzate, anche qui vi è la Hojiblanca, adatta ai terreni calcarei, argillosi e silicei.

A partire dalla seconda metà del XVI secolo, nel comune di Iznájar e nel resto della zona della Subbetica, si verificò un’espansione dell’oliveto che raggiunse il suo massimo livello nel corso del XVIII secolo, sottraendo spazi ai vigneti e ad altre colture.

Nel 1800, il comune di Iznájar vantava all’incirca il 10% della superficie occupata a oliveti, mentre, alla fine del XIX secolo, gli oliveti occupavano il 20% della superficie coltivata totale. Nel 1965, tra le diverse varietà di oliveti presenti a Iznájar, aveva grande importanza la cultivar Hojiblanca, che rappresentava il 40% del germoplasma locale.

Quanto alle origini dell’olio di Rute – così come si leggono in diverse fonti – queste risalgono al 1564, quando i raccoglitori di Ruteños, di fronte alla grande quantità di olive di quell’anno, chiesero e persino pretesero da don Juan Fernández de Córdoba, abate di Rute, di installare un frantoio che permettesse di molire le olive in modo da non doverlo fare altrove, in altre località e principalmente nei frantoi di Iznájar. A partire dalla seconda metà del XVI secolo iniziò di conseguenza a crescere l’olivicoltura, con una ripresa che coinvolse terreni fino ad allora abbandonati, si piantarono pertanto olivi su terreni un tempo adibiti a pascoli, fino poi ad arrivare a una monocoltura dell’olivo.
Nel 1949 venne fondata la Cooperativa Agricola di Rute, che riunì a sé, sin da subito, molti produttori di olio e la gran parte degli olivicoltori del territorio, cooperativa che oggi vanta oltre mille soci coltivatori di olivi Hojiblanca.

Il territorio in cui ricade la Dop Aceite de Lucena vanta l’alto contenuto in polifenoli degli oli estratti, la raccolta viene effettuata in maniera tempestiva in modo da ottenere un extra vergine di elevata qualità e stabilità.

L’olio si presenta alla vista di un colore che vira dal verde intenso al verde giallognolo, variazione legata al periodo di raccolta delle olive. I sentori sono mediamente fruttati, freschi, erbacei, con richiami alla mandorla e all’erba verde. Sono oli sapidi ed equilibrio nelle loro note amare e piccanti sempre ben dosate, tendenzialmente poco marcate. In chiusura la punta piccante e la nota erbacea e di mandorla verde.

La foto di apertura e quelle interne sono del Consejo Regulador Denominación de Origen Protegida “Aceites de Lucena”

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