Codice Oleario

Dare voce agli olivi

La testimonianza di chi crede che non si possa soccombere: “La nostra azienda agricola, Olère, è una impresa familiare composta da due genitori architetti, e da due figlie studentesse, una ingegnere meccanico, l’altra liceale”. Tutto parte da qui, in difesa degli olivi, della Puglia, del Sud, dell’olivicoltura e di una passione che non può essere in alcun modo fermata dal terribile batterio Xylella fastidiosa. Occorre un pieno coinvolgimento, di tutti

Carmela Riccardi

Dare voce agli olivi

La diffusione della Xylella fastidiosa negli oliveti del Salento suscita ancora inquietudini, pur a distanza di anni dal dilagante fenomeno. Ci sono state tante prese di posizione che non sempre hanno trovato risposte e atteggiamenti razionali. Non è soltanto l’Italia a essere afflitta, anche altri Paesi si stanno confrontando con il temibile batterio. Cosa è avvenuto dopo tanti mesi di inerzia istituzionale e di forti contrasti tra il mondo scientifico, accusato perfino di essere stato l’untore, e il popolo dei negazionisti?
L’appello è a non lasciar morire la comunità vegetale degli olivi nel Salento.
A Olio Officina Festival 2017, dopo quanto era stata o già detto e affrontato lo scorso anno, anche in questa nuova edizione appena trascorsa, lo scorso 4 febbraio, si è tornati a parlare di Xylella, con l’orgoglio di chi sa che non può cedere. Ecco allora la partecipazione di Giovanni Martelli e Salvatore Camposeo, dell’Università di Bari; del ricercatore Federico La Notte, del Cnr di Bari; di Daniele Rielli, scrittore e giornalista, attraverso un videoclip perché impegnato all’estero; dell’agronomo Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio dell’olio Dop Terra d’Otranto: e di Carmela Riccardi, architetto, a nome dell’Azienda Agricola Olère, di cui riportiamo di seguito l’intervento.
“Come tutelare il nostro “mare d’argento” dalla Xylella fastidiosa?” – si è chiesta Carmela, molto opportunamente.

IN DIFESA DEGLI ULIVI DEL SALENTO E DI TUTTO IL MONDO

Come tutelare il nostro “mare d’argento” dalla Xylella fastidiosa? Una domanda centrale cui non possiamo sottrarci.

La nostra azienda agricola, Olère, è una impresa familiare composta da due genitori architetti e da due figlie studentesse, una ingegnere meccanico e l’altra liceale.

In principio, il territorio di Ostuni era solo un meraviglioso luogo di villeggiatura legato alle origini pugliesi di uno di noi. A poco a poco tutti ci siamo legati a tal punto a questo paesaggio da avventurarci nel progetto di un’azienda agricola, nata tre anni fa.
Tutta la famiglia, con Olère, si è dimostrata innamorata del paesaggio degli ulivi monumentali, della terra rossa, dell’aria ricca di profumi e del suo “popolo di formiche” che, con un sottilissimo fiume nero a intermittenza, ci ha portati ad abbracciare gli alberi, ormai la nostra vera casa.

La nostra Azienda è ad Ostuni, e siamo molto vicini alle zone “infette” da Xylella Fastidiosa. A 5 Km del nostro terreno, è stato trovato un albero infetto, e, al momento, speriamo sia solo un caso isolato.

I nostri tredici ettari di uliveti secolari e millenari sono situati nella Piana degli Ulivi monumentali di Puglia, un paesaggio con un’altissima densità di ulivi millenari la cui età è stimata in circa 3000 anni – l’epoca degli antichi Messapi.

Siamo anche un’Azienda a Marchio Parco delle Dune Costiere che svolge un ruolo di tutela ambientale e sviluppo economico sostenibile di particolare rilevanza.
Come dice il nostro direttore Gianfranco Ciola, “noi abbiamo dei favolosi olivi di Puglia, olivi centenari e millenari che costituiscono il paesaggio agrario arboreo più antico esistente, che ambisce ad essere Patrimonio dell’Umanità”.

Il motivo per cui siamo qui oggi, sabato 4 febbraio 2017, sul placo di Olio Officina Festival, è perché c’è bisogno di dare voce al rischio conclamato di distruzione del più antico paesaggio agrario del mondo, patrimonio dell’intera umanità.
Dobbiamo trovare il tempo, ed è questo il tempo, ora, di parlare di qualcosa che sino ad oggi anche noi abbiamo cercato di scacciare dai nostri pensieri.

Non volevamo credere che il nostro investimento in un meraviglioso paesaggio agrario di olivi secolari e millenari ad Ostuni potesse essere messo a rischio di estinzione.
Vorremo che si possa parlare di Xylella per trovare soluzioni, allontanando con l’informazione la sbagliata paura degli untori (che peraltro non esistono).
Vorremmo e dobbiamo dare spazio alla ricerca, alla corretta informazione ed alle buone pratiche per combattere il batterio “fastidioso”.
Costruire tutti insieme delle soluzioni, definire un protocollo di salvaguardia, dare la possibilità alla vita di vincere su questo silenzio che si vorrebbe portare via la nostra storia più importante.

Ci troviamo in un regime di medievale irrazionalità come dice l’Agronomo Giovanni Melcarne ed in questo scenario, chi dovrebbe insegnarci e aiutarci a custodire e a tutelare le meraviglie che ci sono state in dote dalla Natura, le Istituzioni, si sono fatti trascinare da questo sfondo irrazionale innescato dalla Procura di Lecce che ha persino indagato dei ricercatori quali untori della xylella ed ha ostacolato interventi di eradicazione su direttive comunitarie.
Ora abbiamo il diritto di sapere e DOBBIAMO SAPERE E FAR SAPERE.

La mia famiglia composta da ARCHITETTI-CONTADINI, sotto l’effetto di un irresistibile innamoramento per la Puglia, ha investito le sue risorse NEL PAESAGGIO, e per essere più precisi NEL PAESAGGIO AGRARIO PIU’ ANTICO DEL MONDO.
NOI VOGLIAMO CHE IL NOSTRO INVESTIMENTO NON SIA COMPROMESSO.
E come il nostro nemmeno quello di tutti coloro che hanno messo vita e speranze in questa terra così preziosa per tutti.
VOGLIAMO che questo investimento, e questo sogno, SIA TUTELATO DALLE ISTITUZIONI, e da chi è lì per proteggerci.

Riteniamo che esistano dei gravi ritardi e inadempienze istituzionali che devono essere affrontati e superati.
Chiediamo allora all’informazione di essere vigile.
Chiediamo a tutte le aziende agricole, pugliesi e non solo, di non avere timori di ritorsioni nell’immagine dell’olio extravergine di Puglia e di informarsi sulla Xylella che è il batterio contro cui unirci e trovare buone pratiche.

I ricercatori ci hanno detto che al momento non esistono soluzioni ma buone pratiche che possono rallentare l’avanzata, o meglio la diffusione del batterio, pratiche che per avere efficacia devono essere diffuse e condivise.

Come singola Azienda Agricola, il nostro bisogno primario è chiedere alla Regione Puglia come tutelare i nostri alberi secolari e millenari, tutti numerati dalla Regione stessa.

Dovremmo forse pensare che sarebbe più sicuro vendere i nostri olivi piuttosto che vederli eradicare e morire?
 Oppure chiedere di trasportarli in terreni più sicuri?
 E chi dovrebbe trovare a noi e a voi i terreni?
Chi ci trova le soluzioni?
Giovanni Pascoli scriveva “Tu placido e pallido ulivo, non dare a noi nulla ma resta”.

Impariamo anche noi a dire:
Voi dovete restare fulgidi ulivi centenari e millenari,
voi dovete restare e dovete continuare a donarci i vostri ricchi frutti.
Perché, se gli ulivi restano, e di certo lo sapeva anche Pascoli, DARANNO SEMPRE QUALCOSA, sempre prezioso e insostituibile.

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