Codice Oleario

L’olio e gli spermatozoi

Perché questa associazione riportata nel titolo? Secondo uno studio del Conicet Mendoza l’extra vergine influirebbe positivamente sui problemi di fertilità maschile associati ad alti livelli di colesterolo. E poi una ricerca sulla resistenza degli oli in frittura. E poi l’incremento dei prezzi. La rassegna stampa internazionale

Mariangela Molinari

L’olio e gli spermatozoi

Da un rapido sguardo alla rassegna stampa internazionale degli ultimi giorni ritorna un tema che aveva iniziato ad aleggiare nelle scorse settimane: l’incremento del prezzo dell’olio extra vergine di oliva, oltre la soglia dei 4 euro al chilo nella prima settimana di maggio, e quindi vicino ai livelli storici dell’agosto 2015 (4,23 euro). Lo riporta, tra gli altri, Agroinformación, sottolineando come il trend sia da ricondurre alla scarsa produzione sia in Spagna sia negli altri Paesi mediterranei e alla conseguente crescita delle esportazioni. Scendendo più nello specifico nelle diverse categorie, se l’extra vergine ha attualmente superato i 4 euro al chilo, quello vergine è passato dai 3,89 ai 3,95 euro in una settimana e i lampanti da 3,84 a 3,85.
Gli incrementi riguardano anche l’export spagnolo. Come riporta lo stesso magazine on line, le esportazioni continuano a essere le protagoniste del settore, mentre il mercato interno risente dei prezzi elevati. Nel solo mese di marzo, secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura, le 99mila tonnellate esportate hanno superato del 40% la media di questo mese, rivelandosi come una delle cifre più elevate delle ultime campagne, raggiunta a causa della scarsità del prodotto a livello internazionale.
Allo stesso modo, l’ultimo bollettino del commercio estero mostra nei primi cinque mesi di campagna (settembre 2016-febbraio 2017) il bilancio positivo e i forti incrementi degli invii al di fuori della Spagna. In particolare, per l’Ue sono evidenti quelli relativi all’Italia (+69%) e al Portogallo (+49%) rispetto all’anno precedente, mentre nei Paesi extra Ue quelli di Brasile (+112%), Australia (+49%) e Giappone (+24%).

Rimanendo, invece, all’interno del mercato spagnolo, Mercacei rende conto dell’aumento di consumo di olio extra vergine di oliva, che, secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Agricoltura, nel 2016 è stato il terzo tipo di olio più consumato, accaparrandosi, grazie a una crescita del 5,2%, una fetta del 19,2% nei volumi relativi ai consumi. Il documento sottolinea, inoltre, che, in quanto a valore, il forte incremento del prezzo dell’olio Evo (+9,4%) ha portato a un crescita del 15,1% del suo fatturato. Del resto, questo tipo di olio è quello che di per sé esibisce il prezzo più alto: 4,25 euro al chilo, che corrisponde al 49% in più della media.
In quanto alla distribuzione, la Gdo continua a fare la parte del leone, con il 45,9% delle vendite.
Quando si parla di olio, però, accanto ai dati economici non mancano mai notizie relative ai suoi effetti sulla salute.

Negli ultimi giorni, sempre su Mercacei è stata citata una ricerca condotta dall’Università di Jaén in collaborazione con quella di Porto, in cui si dimostra come l’olio extra vergine di oliva presenti una maggiore resistenza alla frittura rispetto ad altri oli disponibili sul mercato. In particolare, l’elevata quantità di antiossidanti in esso presenti fa sì che si degradi meno e molto più lentamente. I risultati dello studio, pubblicati sul Journal of the American Oil Chemists’ Society e quindi ripresi da Mercacei e altri, dimostrano che i benefici dell’olio extra vergine di oliva sono da ricondurre alla minore percentuale di acidi grassi polinsaturi e alla maggiore percentuale di acidi grassi monoinsaturi, come l’oleico, in esso presente. Nonostante anche gli altri oli considerati presentassero un contenuto limitato di polinsaturi, le ricerche hanno evidenziato che in frittura l’Evo produce meno composti tossici e in tempi più lunghi.
Lo studio, inoltre, fornisce informazioni dettagliate sui composti volatili che si originano durante la frittura quale conseguenza della degradazione termica degli oli, rendendo così più comprensibili le reazioni chimiche che si sviluppano durante questo tipo di cottura.

Restando sempre sul fronte nutrizionale e salutistico, Portalolivícola.com rende noto uno studio condotto da ricercatori del Conicet Mendoza, il famoso polo scientifico argentino, secondo il quale l’olio extra vergine di oliva influirebbe positivamente sui problemi di fertilità maschile associati ad alti livelli di colesterolo.
Il laboratorio di ricerche dell’istituto di istologia del polo, infatti, sta studiando da dieci anni gli effetti negativi dell’ipercolesterolemia sulla fertilità e come il consumo di olio di oliva possa aiutare invece a riportare gli spermatozoi a livelli normali. I primi risultato sono molto positivi.

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