Codice Oleario

Tecnologia olearia, andata e ritorno

L’installazione di un impianto oleario esaminata in tutti i suoi passaggi, con l’occhio dell’esperto. Un percorso a puntate alla scoperta dei trucchi del mestiere per diventare bravi frantoiani, all’insegna della qualità. L’iter dell’installazione è complesso, il fattore tempo è importante

Michele Librandi

Tecnologia olearia, andata e ritorno

Alzi la mano chi non ha mai desiderato conoscere i segreti del funzionamento di un oggetto di uso quotidiano. Che si tratti di un elettrodomestico o di un automobile, di un tagliaerba da giardino o di un attrezzo agricolo, o perché no di un impianto oleario…

Qualcuno di noi avrà desiderato da bambino di poter fare da grande il progettista, qualcun altro il pilota, anche se in fondo lo siamo tutti ogni giorno, nel nostro piccolo, quando ci troviamo alla guida di un mezzo o quando fantastichiamo su come un oggetto dovrebbe essere modificato per funzionare davvero alla perfezione:

“Se la mia 4×4 fosse cinque centimetri più alta da terra…”

“Se questa macchinetta del caffè facesse uscire l’acqua calda più lentamente…”

“Se questa gramola potesse avere una forma diversa…”

Diciamoci la verità, ognuno di noi sarebbe pronto a dire la sua, a dare il suo contributo nello “sviluppo”, ammesso che sia tale, di un oggetto o di un servizio da acquistare o già provato.

A me è successo di sentirmi porre domande quali:

“Come dovrebbe essere un impianto oleario per soddisfare le aspettative di un olivicoltore/frantoiano”?

“Qual’è il punto di vista dell’olivicoltore/frantoiano in merito a questo o a quell’aspetto del processo di trasformazione?”

Dopo gli studi universitari, in seguito al periodo di tirocinio previsto da un master in olivicoltura, ho avuto la possibilità di poter lavorare per una nota azienda del settore tecnologico oleario. Possibilità che si è successivamente tramutata in onore, oltre che in onere, come è giusto che sia quando un impegno lavorativo appaga, appassiona e affatica al contempo.

Alla fine di un percorso di studi, ricevere una proposta di lavoro è quantomeno lusinghiero, tuttavia può risultare problematico se questo significhi dover cambiare i progetti di una vita intera. Un giovane laureato in agraria può sperare di cercare e trovare il miglior lavoro del mondo, oppure può già avere un suo disegno per il futuro, ed una proposta lavorativa inaspettata potrebbe stravolgerne i piani.

E’ proprio quanto mi è successo, trovarmi di fronte ad un bivio e dover scegliere se accettare una proposta di lavoro da un grande azienda del settore tecnologico oleario, oppure applicare le conoscenze da agronomo nell’azienda olivicola di famiglia. Per motivi logistici, e non solo, sarebbe risultato impossibile fare entrambe le cose.

La mia scelta è il motivo per cui oggi sono qui a raccontare questa “storia”, un percorso a puntate per approfondire alcuni temi che dovrebbero essere cari ad ogni olivicoltore e frantoiano. Che si tratti dell’uno, dell’altro o di entrambi allo stesso tempo.

L’INSTALLAZIONE

Quelli che stiamo vivendo sono giorni di fermento in frantoio: chi ha fatto nuovi acquisti sta completando l’installazione delle macchine, mentre chi ha già un impianto è alle prese con le “prove generali”, ovvero il montaggio di quanto è stato smontato a fine campagna scorsa, per affrontare la nuova stagione di lavorazione possibilmente senza sorprese.

Certo il clima che si respira è ben diverso, a seconda che ci si ritrovi in un impianto preesistente, con solo alcune parti da montare, oppure in un impianto al quale siano state apportate alcune modifiche, o infine, e soprattutto, in un impianto nuovo di zecca!

Nel primo caso, se la manutenzione ordinaria è stata eseguita bene e per tempo (tra qualche mese ci dedicheremo anche a questo tema), si tratta di rimontare alcune parti meccaniche che tipicamente vengono smontate a fine anno (frangitori, tubazioni, vibrofiltro decanter, tamburo separatori) e di sostituire le parti inevitabilmente deteriorate (statori, tubi in gomma di interconnessione, griglie per frangitori, guarnizioni varie).

Nel caso di un impianto in cui siano state apportate delle modifiche più o meno sostanziali, le preoccupazioni sono simili a quelle di un montaggio integrale. Andando infatti a modificare anche una sola componente dell’impianto, che si tratti ad esempio di un frangitore, un gruppo gramole, un decanter o un separatore, i risultati finali del processo di trasformazione possono essere molto diversi.

Ma l’aria più frizzante, anche se a tratti densa di pathos, si respira in un frantoio ex-novo, sia che si tratti di una nuova iniziativa (da parte di un olivicoltore per il conto proprio o di un imprenditore che decida di fare una lavorazione per conto terzi) sia che si tratti di una sostituzione di un impianto nella sua interezza, perché arrivato a fine carriera o perché non si riesce a resistere agli aggiornamenti tecnologici che l’industria olearia offre.

Il frantoiano e l’olivicoltore più accorti sono così, lungimiranti per natura, e a volte non riescono proprio a fare a meno di aggiornare il proprio parco macchine, di spingersi oltre quel confine del mero calcolo aritmetico tra le entrate e le uscite. Spesso fanno investimenti che potrebbero sembrare avventati, per poi ritrovarsi dopo qualche tempo ad avere ragione delle proprie scelte.

Visitare in compagnia del futuro frantoiano un locale in costruzione, o anche solo un appezzamento di terreno pronto ad ospitarlo, è davvero emozionante. Perché si tratta di sogni che stanno per realizzarsi: le proprie olive trasformate nel proprio olio, gli olivicoltori della zona in fila con i trattori in attesa della molitura. Punti di vista diversi, quelli del conto proprio e del conto terzi, ma speranze e sentimenti davvero coincidenti.

L’iter dell’installazione è complesso, a volte si inizia proprio dal locale in costruzione, qualora non sia esistente, per progettare al meglio il futuro processo di trasformazione: stabilire i flussi di entrata e uscita dei prodotti, lo scarico dei residui e reflui di lavorazione, gli allacci alle reti idriche ed elettriche, e questi sono solo alcuni esempi non esaustivi. Qualcuno potrebbe obiettare che si stia parlando di progettazione, ma un buon progettista sente sempre il parere dell’installatore, in grado di colmare quella distanza tra la teoria e la pratica, che spesso si riscontra in tante situazioni.

L’installatore suggerisce quali siano i lavori preparatori da eseguire prima dell’istallazione delle macchine: solitamente sono opere murarie, lavori relativi all’impianto elettrico, idraulico o termico che non sono di sua diretta competenza. In ognuno di questi casi i suggerimenti dell’installatore possono essere utili a prevenire piccoli futuri inconvenienti, o meglio a far si che l’impianto oleario sia perfettamente integrato con il resto della struttura e con gli impianti ausiliari sopraccitati.

La corretta scelta del sistema di riscaldamento dell’acqua di servizio, l’ottimale predisposizione di una riserva idrica, l’utilizzo di adeguati condotti sottotraccia o canaline aeree per il passaggio dei cavi elettrici, sono solo alcuni dei parametri da tenere in debito conto per una corretta installazione.

Diverso è il caso in cui l’impianto sia già esistente: il frantoiano è ben più esperto, profondo conoscitore delle problematiche che si sono presentate negli anni, e in questi casi nell’installazione di nuove macchine si stabilisce un vero e proprio confronto con il tecnico installatore, ricco di scambi di opinioni e di momenti di crescita professionale. Compreso qualche screzio, naturalmente…

Nell’installazione di un impianto oleario, molto importante è il fattore tempo. Per questo motivo è bene programmare con dovuto anticipo eventuali acquisti di nuove macchine, ordinarle presso le aziende fornitrici in modo che possano essere consegnate puntualmente. La programmazione è diventata fondamentale in qualsiasi ambito industriale, e l’industria olearia non è da meno. Ordinare prima può fare la differenza, tra il trovarsi con l’impianto perfettamente montato e in anticipo oppure avere le nuove macchine sul piazzale pochi giorni prima dell’inizio della raccolta! Questi sono i casi estremi, naturalmente.

Da non sottovalutare gli aspetti relativi alla sicurezza e alla certificazione: è bene sempre affidarsi ad installatori professionali che rispettino le normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (Decreto Lgs. 81/2008) e siano in grado di fornire la certificazione CE di quanto installato. Questo vale sia per le macchine nuove di fabbrica che per le macchine usate revisionate. Queste ultime devono infatti essere adeguate alla normativa attualmente vigente prima di essere vendute e installate.

Inoltre è sempre bene assistere all’installazione, laddove possibile, in modo da apprendere il massimo in merito a composizione dell’impianto e caratteristiche delle macchine installate, anche per poter eseguire facilmente gli interventi di ordinaria manutenzione quando si è in campagna di lavorazione (es. cambio statori, cambio griglia, ecc.)

Come si diceva inizialmente, questi sono in effetti i giorni in cui le installazioni vengono completate, ma ci possono essere casi in cui devono ancora partire o sono nel pieno delle attività, soprattutto quando si tratti di ammodernamenti. Ciò non significa che si sia in ritardo, semplicemente l’inizio della campagna olearia non avviene ovunque nello stesso momento, quindi non occorre spaventarsi: solitamente gli installatori professionali di impianti oleari riescono a fare in modo che l’impianto sia pronto prima che le olive arrivino in frantoio…

(Credito fotografico: Consorzio Dop Riviera Ligure)

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