Codice Oleario

Un panel per l’olio di semi

Quello che non ti aspetti: il Progetto del Panel dell’olio di semi di canapa, una iniziativa dell’Associazione l’Olio di Puglia, dialoghi Fluidi. Il tutto nasce con l’idea di tracciare un percorso sistematico standardizzato, proprio come si fa per classificare gli oli da olive, istituendo un Panel di assaggio. Questa idea coinvolge le esperte Carmela Barracane e Palma Esposito

Olio Officina

Un panel per l’olio di semi

Il giorno 8 giugno, presso il ristorante Angolo Verde di Pontecorvo (FR) si è tenuto un incontro informativo per i produttori di canapa e gli agricoltori potenzialmente interessati alla sua coltivazione.

In questa sede è stato presentato il progetto del Panel dell’olio di Canapa promosso dall’Associazione l’Olio di Puglia, dialoghi Fluidi attraverso la voce della dottoressa Carmela Barracane, esperta di olio da olive e socia fondatrice di questa Associazione.

Il progetto ha l’obiettivo di tracciare un percorso sistematico standardizzato, come si fa per classificare gli oli da olive istituendo un Panel di assaggio dedicato a questo prodotto che ne permetta la caratterizzazione, certificandone la qualità.

La prof.ssa Patrizia Papetti, docente di Merceologia all’Università di Cassino, ha parlato degli aspetti nutrizionali, dell’uso alimentare della farina e soprattutto dell’olio, della Canapa.

La prof.ssa Patrizia Papetti

La dottoressa Adriana Calì ha dato informazioni su misure e bandi europei utilizzabili, a breve e medio termine, per intraprenderne la coltivazione. Il dott. Emilio Onorati agrotecnico socio fondatore dell’azienda CanapAroma, ha parlato della sua esperienza nel settore dopo la sua tesi sull’argomento. E’ intervenuta anche l’azienda Agi.Api.Bio srl, tra i pionieri di questa coltura, che ha raccontato la propria esperienza: vantaggi e criticità.

La dottoressa Adriana Calì

Attraverso gli interventi è stata disegnata la storia e l’attualità di questa coltivazione e ne è stato tratteggiato il futuro. Negli anni ‘20 del secolo scorso, l’Italia era il secondo produttore mondiale di canapa, dopo la Russia, all’epoca questa coltivazione era strettamente legata alla produzione dei tessuti. Gli anni ‘40 e ‘50 sono stati contrassegnati da un graduale abbandono di questa coltivazione determinato dalla nascita e dallo sviluppo delle fibre sintetiche di derivazione petrolifera, provenienti dagli Stati Uniti. Oggi questa coltivazione ha un ruolo residuale e la posizione dell’Italia nel mercato internazionale della canapa è veramente residuale.

Negli ultimi 5-7 anni, le superfici coltivate a canapa, comunque sono aumentate e stanno avendo ulteriori incrementi sia in Italia che all’estero. Questo percorso storico ha determinato la perdita di molte varietà autoctone italiane di canapa, attualmente sono molto diffuse le cultivar di origine francese. Ovviamente, la sua coltivazione è controllata, la provenienza dei semi è tracciata, pertanto le sperimentazioni con le vecchie varietà italiane, l’ibridazione e la valorizzazione del prodotto italiano è quanto mai difficoltoso ed è affidato solo a istituti di ricerca nazionali; intanto continuano a diffondersi le sementi francesi.

Per ciò che riguarda il fabbisogno di seme, questo è molto differenziato in relazione alla filiera di riferimento – tessile, farine, olio, ecc. – perché l’intensità di coltura è strettamente correlata con prodotto che si vuole ottenere: i tessuti richiedono una semina intensiva per innescare l’antagonismo verso la fonte luminosa affinché si sviluppino molto in altezza, per le influorescenze e per i semi la semina è più rada ed è volta a stimolare l’istinto riproduttivo della pianta. La pianta si semina a primavera, quando le temperature sono superiori a 12 °C e si lascia crescere per circa 120 giorni, poi si raccoglie. Il vantaggio di questa pianta è il suo completo utilizzo.

Nel futuro della canapa c’è senza dubbio il progetto del Panel dell’olio di canapa promosso dall’Associazione L’olio di Puglia, dialoghi fluidi e ideato da Carmela Barracane che, insieme alla Capo Panel Palma Esposito, ritiene che elaborare un sistema di assaggio, ‘oggettivizzante’ come quello rappresentato dal panel di assaggio, possa aprire strade interessanti; pensano che precorrere i tempi sotto l’aspetto qualità, possa far trovare i produttori italiani pronti rispetto ai competitori internazionali, come avvenne per l’olio da olive quarant’anni fa, grazie all’intuizione del dott. Mario Solinas.

La Capo Panel Palma Esposito

Per dare spazio all’economia di queste nuove filiere e per mettere alla prova la correlazione tra caratteristiche organolettiche e qualità dell’olio di semi di canapa, in occasione di questo convegno, sono stati invitati tutti i produttori di olio di semi di canapa ad inviare i campioni per l’analisi organolettica.

L’invito non è stato circoscritto solo ai presenti ma si estende a tutti i produttori di olio di canapa interessati al progetto. Inoltre, chi avesse già analisi chimiche o descrizioni organolettiche, può inviarle, insieme al campione, al Panel di assaggio dell’Università degli Studi di Cassino, alla cortese attenzione del Capo Panel Palma Esposito – Via dell’Università -03043 Cassino (FR).

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