Saperi

I libri che ti segnano l’anima

Elencare dieci titoli di volumi che in qualche maniera ti hanno formato o ti hanno accompagnato lungo tutti gli anni di una vita è molto difficile, anche perché ogni vita, in fondo, è sempre complessa. Desiderare la libertà più di ogni cosa, cercando di diventare come Il gabbiano Jonathan Livingston: alla ricerca di continui stimoli e con il desiderio di conoscere la Verità e/o l’Amore. E/o, perché non è ancora chiaro se fra i due termini ci sia una reale differenza!

Antonella Pellettieri

I libri che ti segnano l’anima

Quando il mio amico Luigi Caricato mi ha stimolato a indicargli i dieci libri che più amo, ho pensato subito a 31 canzoni oppure ad Alta fedeltà e non perché questi due siano fra i libri che più amo – seppure Nick Hornby sia autore da leggere con grande attenzione e sicuro divertimento.

Elencare dieci titoli di libri che, in qualche maniera, mi hanno formata o hanno accompagnato la mia vita è molto molto difficile, anche perché la mia vita, ormai lunga, è stata una vita complessa: ho cambiato idea e cambio idea di continuo e su ogni aspetto, ciò che mi piace moltissimo oggi potrebbe non piacermi domani. Al contrario di molti, più invecchio e più divento rivoluzionaria: da ragazza ero tranquilla e poco combattiva, scoprivo il mondo a piccoli passi e, spesso, incerti, mi spaventava quello che non conoscevo. Poi, improvvisamente, e non so se in seguito a qualche evento che mi ha traumatizzata positivamente, ho cominciato a rompere gli ormeggi e a desiderare la libertà più di ogni cosa. E cosi ancora oggi cerco di diventare come Il gabbiano Jonathan Livingston: alla ricerca di continui stimoli e con il desiderio di conoscere la Verità e/o l’Amore – non mi è chiaro, ancora, se fra i due termini ci sia una reale differenza! La tipica lettura dell’adolescenza che segna il percorso …

Le città invisibili di Italo Calvino è un libro che rileggo quasi ogni estate, al mare: si trova nella piccola biblioteca che si è venuta a formare estate dopo estate, nella casa di vacanza dei miei genitori: ne sono attratta e lo rileggo con voracità aspettando le sensazioni che ricevo dalle parole che conosco quasi a memoria. E in questo racconto metanarrativo mi è piaciuto annegare fin quando non ho conosciuto I fiori blu di Richard Queneau che hanno rubato un pezzo del mio cuore, per sempre.

“Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d’Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara. Resti del passato alla rinfusa si trascinavano ancora qua e là. Sulle rive del vicino rivo erano accampati un Unno o due; poco distante un Gallo, forse Edueno, immergeva audacemente i piedi nella fresca corrente. Si disegnavano all’orizzonte le sagome sfatte di qualche Romano, gran Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo. I Normanni bevevan calvadòs. Il duca d’Auge sospirò pur senza interrompere l’attento esame di quei fenomeni consunti. Gli unni cucinavano bistecche alla tartara, i Gaulois fumavano gitanes, i Romani disegnavano greche, i Franchi suonavano lire, i Saracineschi chiudevano persiane. I Normanni bevevano calvados”

Questo incipit ha catalizzato la mia attenzione, forse per una sorta di deformazione professionale, e il libro mi ha insegnato a comprendere meglio le mie miserie e quelle dei miei simili. Così come con Il nome della rosa sebbene Umberto Eco abbia dichiarato che è il peggiore dei suoi libri: a me è così piaciuto che, per leggerlo tutto d’un fiato, sono stata due giorni a casa, senza cucinare, senza lavarmi e non rispondendo al telefono.

Trovo un libro bellissimo anche Dell’amore e di altri demoni di Gabriel García Márquez che mi commuove fino alle lacrime e mi lascia un profondo senso di angoscia e di impotenza quanto Se questo è un uomo di Primo Levi, altro libro che ho amato profondamente e continuo ad amare.

Qualche anno fa, mettendo ordine, ho ritrovato Porci con le ali e l’ho riletto: un libro fantastico che non avevo compreso all’età di 13 anni, quando lo lessi per la prima volta. Lo leggevo di nascosto e lo nascondevo sotto il cuscino della poltrona della mia stanza, avevo una immensa paura del giudizio dei miei genitori per scoprire, dopo alcuni anni, che i miei genitori sono molto più aperti e intelligenti di me! Porci con le ali è la più bella storia d’amore che io conosca e, non so per quale nascosto motivo, non ricordo mai i nomi degli autori di questo libro.

Considero un gran libro La bolla di componenda di Andrea Camilleri che è un libricino da leggere e rileggere: chi vuole comprendere il Mezzogiorno d’Italia, deve studiare su questo testo di estrema lucidità.

Credo di aver letto tutte le raccolte di poesia di Alda Merini e ricordo a memoria qualche verso: vorrei raccogliere in un solo libro queste raccolte perché esse sono un fiume in piena ed è difficile fermarlo.

Inoltre, vorrei dedicare la mia ultima citazione ad un’altra poetessa vissuta in Basilicata e morta a soli 26 anni, nel 1546: fu uccisa dai fratelli perché amava un uomo poco gradito alla famiglia. Mi riferisco a Isabella Morra e, in particolare, ad alcuni suoi mirabili versi:

I fieri assalti di crudel Fortuna
Scrivo, piangendo la mia verde etate
Me che ‘n si vili e orride contrate
Spendo il mio tempo senza loda alcuna.

Questo perché leggere, per molto tempo, era un piacere che apparteneva più agli uomini che alla donne e forse, oggi, è la giornata giusta per commemorare anche un grande regista, Ettore Scola, che nel film Una giornata particolare, racconta una storia d’amore che implica un profondo rispetto verso ogni tipo di amore e “arma” una donna – intelligente e sfortunata – di un libro all’interno del quale conserverà i suoi desideri e le sue speranze. Il libro che riceve in regalo la protagonista del film è I tre moschettieri ma il vero significato non è nella storia di Athos, Porthos e Aramis!

La foto di apertura (è un’opera esposta nel Padiglione Zero a Expo 2015) è di Luigi Caricato

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