Saperi

Inocula

Il profilo di una coppia forma una doppia aureola, ma qualcosa di torbido se non proprio di mortifero unisce i due. Dalla bocca dell’uomo esce un rametto d’ulivo che penetra nella nuca della ragazza, mettendo radici, propagandosi all’intorno e interrogandoci sull’ombra che anche Eros proietta, tenace tanto se non più dello stesso dio. L’opera di Riccardo Resta esposta nell’ambito della mostra “Eros nel chiostro” a Olio Officina Festival 2915

Nicola Dal Falco

Inocula

Da quanto tempo non vi era capitato di vedere un’ombra cinese? Un’opera ritagliata nel nero? La cosa non è semplicemente notevole, ma interessante: di per sé e per quanto riguarda le origini della pittura in Occidente.

Il teatro delle ombre nasce in Cina; è lì che l’ombra viene per la prima volta catturata e proiettata sulla tela della morte, lo schermo di carta, pergamena o seta dove riappariva la vita a beneficio di tutti, dei vivi e dei defunti. Le ombre facevano parte di un rito di suffragio nei confronti degli antenati e, contemporaneamente, di ringraziamento per le gioie profuse dall’esistenza.

Secondo Plinio il Vecchio, poi, la pittura sarebbe nata per caso dopo un’incontro d’amore, quando Kora, una ragazza di Corinto, avrebbe fissato il ricordo dell’amante, disegnando il profilo nell’ombra sul muro. L’ombra ci segue e ci precede; è ciò da cui non possiamo separarci e che non possiamo calpestare.

L’ombra, ribattezzata silhouette per via di Etienne de Silhouette, ministro delle finanze di Luigi XV, divenne, anche a causa della sua avarizia, un modo economico di farsi fare il ritratto.
E se in Inghilterra dilagò come una moda, a partire dal Settecento, lo zurighese Carl Lavater la utilizzerà nello studio della fisiognomica, per catalogare il rapporto segreto e pernicioso tra corpo e carattere.

A prima vista, Riccardo Resta sembra suggerire un idillio con lo sfondo bianco e la corona di rami che incorniciano il profilo della coppia, formando una doppia aureola. Ma, qualcosa di torbido se non proprio di mortifero unisce quei due. Dalla bocca dell’uomo esce, infatti, un rametto d’ulivo che penetra nella nuca della ragazza, mettendo radici, propagandosi all’intorno e interrogandoci sull’ombra che anche Eros proietta, tenace tanto se non più dello stesso dio.

Riccardo Resta nasce a Bologna nel 1980. Vive e lavora a Godenzo, villaggio di montagna dove ha trasferito la sua ricerca artistica. Ha frequentato il Liceo artistico Pier Luigi Nervi di Ravenna e poi l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 1999, ha esposto in numerose personali e collettive, in Italia e all’estero. Insegna Disegno e Storia dell’Arte all’Istituto di Istruzione Superiore di Tione.

In apertura un particolare dell’opera di Riccardo Resta, “Inocula”, cm 300 x 140, sei matrici, 2014; nel corpo del testo l’immagine integrale

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