L’esordio del MAI, a Maglie il Museo ArcheoIndustriale di Terra d’Otranto
In provincia di Lecce uno spazio museale che racconta la storia di un territorio e le aziende che hanno creato la Maglie industriale. L’inaugurazione ufficiale sabato 2 marzo, dopo vent’anni di ricerca, lavori di recupero e rifunzionalizzazione della fabbrica che lo ospita e il processo di patrimonializzazione per restituire alla cittadina di Maglie identità e memoria dei luoghi e dei suoi protagonisti. Abbiamo chiesto all’ideatore del progetto di raccontarci di cosa si tratta
Il MAI è stato istituto per fare conoscere vicende, protagonisti e aspetti della storia imprenditoriale di Terra d’Otranto e in particolare della città di Maglie; contribuendo così a documentare parte del processo di industrializzazione della Puglia e liberarsi da un pregiudizio costituito dal fatto che per industria si sono intese e s’intendono le grandi realtà produttive sorte nei decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Nella città di Maglie si è dato vita ad imprese minori derivanti dalla tradizione manifatturiera locale, ad un artigianato di qualità che si è trasformato, nel tempo, in delle piccole industrie; aziende che hanno operato in stretto contatto con le produzioni agricole.
Già a partire dalla metà del secolo XVIII a Maglie erano visibili i primi germi di un artigianato di qualità che era quasi sconosciuto al resto del Salento, dove la principale occupazione restava l’agricoltura.
All’attività primaria si dedicano 450 lavoratori, alle attività secondarie e terziarie 114 abitanti e solo 19 alle libere professioni. Uno spaccato sociale che lascia intendere un lento cammino in tema di industria e di imprenditoria. Maglie poteva contare su numerose forme di attività, quali gli ebanisti, i conciatori di pelli, i calzolai e i sarti, gli artigiani del ferro battuto, ecc… Nello stesso tempo si formò una piccola borghesia che consolidò la propria posizione tra la fine del Settecento e metà Ottocento, grazie agli introiti derivanti dalla vendita dei principali prodotti agricoli (soprattutto olio e vino) o da quelli ricavati dal commercio delle derrate alimentari.
Lo sviluppo economico, commerciale e industriale di Maglie risale all’ultimo quarto del XIX secolo; la cittadina era nota come l’ “emporio del Capo di Leuca” ed è stata tra le più ricche della provincia.
Intorno alla fine dell’Ottocento erano attivi: 34 molini; 10 trappeti di cui uno a vapore; una distilleria di alcol e vinacce; 16 forni; 4 botteghe da macello; 9 botteghe da pizzicagnolo; 8 taverne (vino) e due alberghi; sei fabbriche di pellame.
Il successivo sviluppo della rete ferroviaria (1866 Brindisi-Lecce e 1868 Lecce-Otranto passando per Maglie) e la favorevole posizione della cittadina al centro di importanti assi stradali, come la Lecce-Leuca costruita intorno al 1831, e la Otranto-Maglie, ultimata dopo il 1855 a cui fu dato il nome di ‘Ferdinandea-Salentina’, determinarono una ulteriore espansione dei suoi traffici commerciali, consolidando, da una parte, le attività già esistenti e dall’altra incoraggiando la nascita di nuove imprese.
Il museo MAI è allestito all’interno di una delle principali attività che si svolgevano a Maglie: quella dell’ebanisteria, nelle Officine Artistiche Mobili d’Arte dei F.lli Piccinno; una nota fabbrica di mobili e dal 1926 magazzino per la lavorazione premanifatturiera dei tabacchi orientali.
Il Museo pertanto, diviene importante non solo per ciò che rappresenta (“raccontare” la storia della produzione industriale di Terra d’Otranto e della cittadina di Maglie), ma perché è un elemento complementare di un più vasto percorso di valorizzazione e integrazione con il territorio.
La decennale ricerca svolta è stata finalizzata nel ricostruire la memoria storica dei luoghi del lavoro, attraverso la conoscenza del “paesaggio industriale” costruito e della sua evoluzione tecnologica, in un’area fortemente vocata allo sviluppo di alcune produzioni, soprattutto quelle legate all’agroalimentare. Pertanto, due spazi “raccontano” il passato industriale: il primo dedicato alla città di Maglie e alle attività produttive dell’industria agroalimentare e manifatturiera; il secondo all’industria di Terra d’Otranto. Uno spazio allestito con un teatro virtuale e due postazioni in modalità VR (Virtual Reality).
L’istituzione di un Museo del Patrimonio Industriale rappresenta per Maglie la realizzazione di un polo culturale in uno spazio che fa parte della memoria collettiva della cittadina stessa.
L’idea progettuale è stata quella di realizzare un luogo attivo, un generatore di eventi, di percorsi didattici, di aggregazione e animazione culturale.
Ideazione, ricerca, testi, selezione della documentazione iconografica, delle macchine, degli attrezzi e oggetti è stata del Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (CNR-ISPC) con il coordinamento scientifico dell’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI) svolto da Renato Covino.
Il progetto di allestimento è stato redatto dagli architetti Francesco Gabellone e Lorena Sambati con la consulenza scientifica del CNR-ISPC.
L’allestimento è stato svolto dall’ATI: ETT S.p.a.; SPACE S.p.a. e ORIONE S.r.l., con la direzione tecnica dell’architetto Raffaela Zizzari. La realizzazione degli allestimenti sono di NOVARREDA Trade s.r.l. di Michele Spagna. Le applicazioni per la comunicazione museale e video sono di TECHNE’ S.a.s.. Il restauro delle macchine e dei mobili sono stati eseguiti dalla ditta MESSAPIA ANTIQUA di Dario Taras e la Direzione dei lavori per l’allestimento è stata svolta dall’architetto Tommaso Marcucci.
Tutto questo è stato possibile, grazie alle oltre 40 donazioni fatte dalle persone -soprattutto magliesi- che hanno creduto in questo progetto, che mosse i primi passi nel lontano 2002. In questi anni sono state donate, da parte di familiari e conoscenti, macchine, mobili, attrezzi, oggetti, utensili, quadri, diplomi e altro, utilizzati o appartenuti ai loro antenati; questi “pezzi” costituiscono l’“anima” del museo, senza però nulla togliere alle eleganti strutture espositive che illustrano sia le attività industriali che i “capitani d’industria”.
Marco Montemaggi (fra i massimi esperti in Italia dell’heritage marketing), nel suo ultimo libro Company lands. La cultura industriale come valore per il territorio, ci fa notare come i Musei e gli Archivi d’impresa sono soggetti culturali che producono cultura e che la cultura d’impresa è un valore per il territorio che lo racconta. La cultura d’impresa è storia, valori, cultura collettiva, cultura aziendale.
In tema di turismo industriale, una “tipologia di turismo tematico” che si sta diffondento in Italia e molto è già diffuso in diverse nazioni europee, la realizzaione del Museo ArcheoInduatriale a Maglie è un’opportunità strategica per il territorio di cui fa parte, perché la compenetrazione di valore fra questa cultura e la territorialità diventa un elemento fondamentale.
Programma
Museo ArcheoIndustriale di Terra d’Otranto
Via G. Matteotti, n° 70
Ore 18.00
Saluti istituzionali
Ernesto Toma
sindaco di Maglie
Interventi
Giovanni Guido
Responsabile del Settore LL.Pubblici, Comune di Maglie
Antonio Zunno
Funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti
e Paesaggio per le province di Lecce e Brindisi
Renato Covino
Università degli Studi di Perugia, Past President AIPAI-Associazione
Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale
Laura Piccinno
Discendente famiglia Piccinno
Franco Milella
Coordinatore tecnico-scientifico dei partenariati pubblico-privati
e fondatore della Fondazione Fitzcarraldo di Torino
In collegamento
Francesca Riccio
Soprintendente Archeologia Belle Arti
e Paesaggio per le province di Lecce e Brindisi
Conclusioni
Raffaele Fitto
Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR
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