Saperi

Potrebbe sembrare un’autobiografia, ma “Fuori programma” è un incrocio di emozioni, cultura e personaggi

Libri per l'estate 2023. L’autore, Bruno Gambarotta, ha lavorato in Rai dal 1962 al 2011. Entrato come cameramen, è diventato poi programmista per poi giungere al punto di svolta con il Fantastico 87. Il volume è una carrellata di fatti e aneddoti che iniziano fin dalla sua infanzia – c’è anche l’evocazione della Coccoina, la colla che definisce la sua madeleine – e proseguono fino a oggi, dove tutti i contenuti aiutano a capire il mondo della televisione e non soltanto

Cinzia Montagna

Potrebbe sembrare un’autobiografia, ma “Fuori programma” è un incrocio di emozioni, cultura e personaggi

Premessa: con Bruno Gambarotta non soltanto lavoro, ma ho ormai stabilito un rapporto di amicizia e anche di confronto.

L’ho nominato mio consigliere, ma lui non lo sa. Sa, però, che lo chiamo quando ho un dubbio sul da farsi.
Presumo, quindi, che abbia intuito la nomina avvenuta a sua insaputa, però fa finta di niente, con l’eleganza torinese che gli è propria.

Bruno Gambarotta ha cultura, una grandissima cultura, ma, soprattutto, ha un’ironia spiccata e intelligente, è gentile e attento. Lui è proprio così, in pubblico e in privato.

L’ho avvisato via whatsapp: “Ho appena finito di leggere il tuo nuovo libro” e, prima che lui mi risponda, chiedendomi – ne sono certa – cosa ne penso, scrivo qui cosa ne penso.

Il libro s’intitola “Fuori programma – Le mie memorie dalla Rai”, ed è appena stato pubblicato dall’editore Manni.
Mi sono divertita tanto a leggerlo, imparando anche, che è sempre la cosa più bella.

Bruno ha lavorato in Rai dal 1962 al 2011. Entrato come cameraman, è diventato poi programmista ed è quindi passato anche dall’altra parte della telecamera.

Punto di svolta, il Fantastico ’87 quando si ritrovò a integrare la conduzione di Adriano Celentano nel momento di spiegare il regolamento di un concorso di una marca di caffè.

Il libro, però non parla soltanto di quel periodo e di lavoro.

Il libro è una carrellata di personaggi, fatti e aneddoti che iniziano molto tempo prima della Rai, dall’infanzia di Bruno, e proseguono sino a oggi.

Potrebbe sembrare, detto così, un’autobiografia, ma non la è: lo spazio è occupato dai tanti, tanti personaggi del mondo della televisione, della quotidianità e della cultura italiana con i quali Bruno non soltanto ha lavorato, ma anche condiviso situazioni ed emozioni.

Bruno è nato a Asti, sua madre era parrucchiera.

Passo dopo passo, prima la scuola, poi la Rai a Torino, poi quella di Roma, poi un po’ Milano, scorrono gli anni e gli incontri: Pasolini, Moravia, Dacia Maraini, Mario Soldati, Norberto Bobbio, Andrea Camilleri, Sandro Bolchi, Maurizio Costanzo, Cesare Zavattini, Carlo Cassola, Piero Chiara, Pietro Germi, Carmelo Bene, George Simenon, Nanni Loy e tanti altri.

C’è anche l’evocazione della “Coccoina”, nel libro, la colla che  Bruno definisce la sua “madeleine”,  e che Bruno bambino usava per attaccare le figurine all’abum (pochi soldi per le figurine, attenzione a non sprecare la colla), la “Coccoina” con il suo profumo simile a quello della mandorle e di oggetti e gesti (la scatoletta di metallo, il pennellino e il suo contenitore, lo stenderla bene per non raggrumarla) che Bruno descrive come un quadro animato.

Bruno e il suo accento piemontese ( Bruno Gambarotta, che vive a Torino da quando è ragazzo, è senza dubbio il personaggio contemporaneo che più rappresenta ed è Torino), un non eliminabile e pure contagioso accento verso il quale persino il suo maestro di dizione aveva gettato la spugna.

Spassosi, non soltanto divertenti, i capitoli dedicati  ai dietro le quinte di “Viaggio in seconda classe” del 1977 con la regia di Nanni Loy, una candid camera girata sui treni che seguiva “Specchio segreto” (1964).

È vero che io potrei sembrare spudoratamente di parte, infatti la sono (  🙂   ), ma vi suggerisco di leggere questo libro non soltanto per divertirvi – e questo è assicurato per aneddoti e stile -, ma anche per vari contenuti che fanno capire e riflettere su come va il mondo, quello della televisione e non soltanto, com’era e com’è cambiato.

E, tra le righe, anche come potrebbe cambiare.

Cinzia Montagna

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