Quella volta che il vino diede origine a una nuova forma d’arte
L’illuminazione venne nel gennaio 2011 a Elisabetta Rogai, pittrice fiorentina e creatrice di una corrente pittorica avanguardistica di cui è l’unica esponente, l’Enoarte. L’artista dipinge usando esclusivamente vino rosso al posto del colore, una tecnica unica che apre un nuovo rapporto con la materia e la natura
Un evento memorabile quando, per un incidente a tavola, un bicchiere si riversa sulla tovaglia. Viene coperta di sale per assorbirla, vari metodi di smacchiatura, gesti apotropaici per magnetizzare la buona sorte. E se quello che costituiva un incidente determinato da gesti maldestri avesse dato origine a una forma di arte?
L’illuminazione venne nel 2011 a una pittrice fiorentina, Elisabetta Rogai, creatrice di una corrente pittorica avanguardistica di cui è l’unica esponente, l’Enoarte®.
Alle spalle c’è, però, una solida tecnica pittorica che, col vino rosso e i suoi “mille culure”, dipinge su tela e, ora, anche su marmo, con pennellate distese e plastiche, ritratti e paesaggi, oggetti e animali. Un gran bel vedere, visto che l’Artista esegue performances live in pubblico, oltre che le più classiche mostre.
Un esempio? Un paio di mesi fa a Napoli, dove, con Aglianico del Beneventano, “Atto Primo”, della Tenuta Sant’Agostino, il Maestro Rogai ha “impreziosito” l’inaugurazione della nuova agenzia Engel & Völkers, diretta dalla dottoressa Barbara Terracciano, ubicata nelle splendide stanze di Villa Doria d’Angri, in via Petrarca, una delle più importanti ville neoclassiche di Napoli, realizzata con sfarzo, per celebrare la grandezza del principe Doria d’Angri imparentato con la nobile e storica famiglia di origini genovesi. A Villa Doria d’Angri fu ospite anche Wagner che vi compose il Parsifal.
E quella sera del 23 novembre dell’anno scorso, un party inaugurale per i Vip partenopei ha assunto un’atmosfera straordinaria, grazie all’esibizione della pittrice, un evento nell’evento.
Si attua così un passo indietro, quando i colori erano preparati nelle botteghe rinascimentali con tecniche e l’utilizzo di sostanze naturali, vegetali: scegliere un vino che diventa colore ricongiunge la pittrice a quel mondo che ha fatto la storia dell’arte, evitando, in tal modo, un colore industriale, grazie all’uso di un nettare destinato ad essere bevuto e che assume un ruolo insolito e affascinante.
Da oltre undici anni la pittrice fiorentina “comunica”, nel contempo, con e, anche, il vino, diffondendo l’amore per l’arte e per il vino nel mondo in maniera singolare. Con la sua Enoarte® è riuscita ad incentivare l’incontro tra pittura ed enologia, offrendo l’opportunità di un valido strumento di marketing per le cantine.
Elisabetta Rogai dipinge usando esclusivamente vino rosso al posto del colore, una tecnica unica che apre un nuovo rapporto con la materia e la natura. Il vino si fissa sulla tela e poi invecchia esattamente come farebbe nelle bottiglie, passando da tonalità rosso porpora a rosso ambrato; infine, il processo si arresta, mantenendo la luminosità delle tinte.
I suoi dipinti hanno, insomma, qualcosa di vivo che conferisce nuovo fascino alle immagini, ricche di riferimenti artistici contemporanei, con una grande attenzione all’equilibrio compositivo e a un’espressività sussurrata, a volte malinconica, ma sempre coerente, quasi una riflessione sul destino femminile.
Precedentemente, dal 2 al 4 settembre, si è realizzata un’ulteriore sorprendente performance. Grande successo ha avuto infatti l’evento organizzato da John Salamone, presidente della Salamone Associates, LLC per la Fondazione Andrea Bocelli.
Sbrigliate la fantasia: immaginate una notte di fine estate, all’Alpemare di Forte dei Marmi, dove l’atmosfera è viva, vibrante, quasi spudorata nei suoi mille colori, profumi di cucina gourmet, il verde nelle sue mille sfaccettature e sfumature, la sosta voluttuosa sotto le tende, il fascino delle mille candele, un’oasi verde con musica live, s’alza la voce di Andrea Bocelli, i rumori della città sono mille miglia lontano per vivere un romanzo affascinante, anche solo per una notte…
Incontri magici, che hanno visto protagonisti Elisabetta Rogai, Andrea Bocelli e una bottiglia di vino rosso delle Cantine Bocelli, in una performance live davanti ad un pubblico d’ élite, proveniente dagli Usa, arte e suoni, colori e note musicali per accostare l’arte della musica in parallelo con quella della pittura. Si è concretizzata incredibilmente una delle tesi di uno dei più importanti artisti dell’arte astratta, Vassilly Kandinsky: sosteneva che dipingere è un’arte molto simile alla musica e, quindi, capace di trasmettere emozioni in maniera astratta, dove il colore, al posto del suono, attira l’attenzione del pubblico.
Sulla base di queste tematiche di profonda creatività si è dipanato l’incontro tra l’EnoArte® di Elisabetta Rogai e la voce di Bocelli, che insieme hanno dato vita ad una performance unica, in riva al mare terminata con l’asta di due opere dell’artista, ritraenti il grande tenore, aggiudicate alla cifra di 25 mila dollari ciascuno.
L’Artista non è nuova a queste performance che l’hanno resa famosa in tutto il mondo e ha accettato con entusiasmo l’invito di John Salamone, un vero Vip della politica statunitense, arrivato negli USA dall’Italia quarant’anni fa, a Washington DC, prima impegnato come assistente presso il Congresso degli Stati Uniti, poi al Dipartimento di Giustizia e, poi, per cinque anni alla Casa Bianca, col Presidente Ronald Reagan.
Dopo quasi quindici anni al Governo, Salamone ha rivolto il suo impegno alla National Italian American Foundation (NIAF), e oggi opera con la sua Salamone Associates LLC nel fundraising per la solidarietà.
Mentre la voce di Bocelli si diffondeva nell’aria, Rogai dipingeva il suo ritratto, l’immagine del tenore a cavallo, usando il vino delle Cantine Bocelli, giocando sui colori, forme e chiaroscuri modificati dal suono, un’armonia perfetta che lascia spazio alle emozioni degli ospiti, In definitiva, il segreto infinito dell’arte.
Un’atmosfera magica, che si replica ogniqualvolta Elisabetta Rogai intinge il pennello in un calice di vino, in un climax dalla curiosità alla fascinazione e all’apprezzamento verso l’Artista. Prosit!
In apertura, Donatella Cinelli Colombini – ritratto
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