Saperi

Un’immagine a tutto tondo di Anacleto Verrecchia nel libro di Dario Stanca

Libri per l'estate 2023. Chi oggi vuole conoscere il celebre filosofo non ha strumento da tasca migliore del volume Meglio un demonio che un cretino, che pilucca gli aforismi più significativi da tutte le sue migliori pubblicazioni. Che un autore scomparso nel 2012 venga oggi tanto amorevolmente quanto sapientemente antologizzato è forse la migliore riprova della bontà delle sue opere, alcune addirittura vecchie di decenni

Marco Lanterna

Un’immagine a tutto tondo di Anacleto Verrecchia nel libro di Dario Stanca

Nota Stendhal che le antologie, più che restituire la fisionomia degli antologizzati, il più delle volte restituiscono quella degli antologizzatori; motivo per cui la locuzione scelta di evoca, in chi vuol fare la conoscenza autentica d’un autore, un misto di fastidio e incipiente delusione.

Non è questo il caso. Dario Stanca – il curatore di questa silloge d’aforismi verrecchiani – è riuscito infatti miracolosamente (in realtà meticolosamente) a restituire un’immagine a tutto tondo d’un autore che tondo, come un’O di Giotto, davvero non era.

Sicché chi vuol conoscere Anacleto Verrecchia non ha oggi strumento da tasca migliore di questa scelta che pilucca i migliori aforismi da tutti i migliori libri d’Anacleto, offrendone dunque il meglio del meglio.

Il titolo riprende un’espressione verrecchiana che però risale al Machiavelli del celebrato sogno (il Segretario avrebbe preferito stare all’inferno con qualche sapiente piuttosto che in paradiso con tutti i gonzi).

Che un autore scomparso nel 2012 venga oggi tanto amorevolmente quanto sapientemente antologizzato è forse la migliore riprova della bontà delle sue opere, alcune addirittura vecchie di decenni.

Questo perché finite le cabale editoriali, gli autoincensamenti, i salamelecchi, le strizzatine d’occhio, restano solo le scritture – mute e imbelli – alcune ascendono all’eternità del classico, altre invece sprofondano nel dimenticatoio o peggio negli archivi universitari: solo il tempo, gran alchimista, le tramuta in diamante o in polvere.

Anni fa, congedandomi idealmente dal mio maestro Anacleto (invero si è buoni allievi solo quando ci si affranca dai propri maestri), scrivevo: “Stendhal si augurava che le inesattezze della sua biografia su Rossini, infastidendo il musicista, l’invogliassero a scriverne una di suo pugno: allo stesso modo i miei tentativi critici, di certo spuri e imperfetti, avranno già ottenuto un loro primo scopo, se spingeranno altri, migliori e più agguerriti di me, a prender la penna per Verrecchia”.

Orbene è avvenuto con Dario Stanca: ubi maior.

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