Un’adeguata attività di lobby
A che servono le organizzazioni agricole oggi? Se tutto cambia, in cosa stanno cambiano le organizzazioni? È necessario attivarsi per non farsi piombare addosso le leggi dello Stato. Occorre costruire forti sistemi di relazione, tenendo sempre presente la necessità degli imprenditori agricoli di risposte, supporto e nuovi servizi (2. continua)
Dopo l’intervento del presidente nazionale di Cia – agricoltori italiani, Dino Scanavino (Un network dei valori), abbiamo il piacere di accogliere il pensiero del presidente nazionale di un’altra storica organizzazione, Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Avviare un dibattito sul cambiamento è necessario quanto fondamentale. Si dice sempre che si vuole voltare pagina, ma si susseguono i decenni, e ora questa urgenza si avverte in maniera ancora più drammatica, perché l’agricoltura ha necessità di una svolta decisiva. (Luigi Caricato)
Confagricoltura è la storica organizzazione degli imprenditori agricoli. Ringrazio per questa occasione che mi permette di ribadire, a otto mesi dalla mia elezione a presidente, che non sarà la “mia”, ma l’Organizzazione di tutti, tra e per i soci.
Sono d’accordo che le organizzazioni – soprattutto quelle come la nostra –debbano far fronte alle nuove esigenze degli associati. Per questo, ad esempio, ho subito voluto che tutta la nuova Giunta intervenisse alla prima conferenza stampa. Ma non solo, stiamo lavorando in step precisi per far fronte al cambiamento, all’innovazione e ai nuovi scenari.
Non è certamente un momento facile. Non lo è per l’Italia, per l’economia, per le imprese agricole e nemmeno per l’organizzazione. Detto questo non ci si può tappare gli occhi, ma nemmeno rimanere seduti aspettando passivamente il cambiamento; non è nel mio carattere, in quello degli imprenditori e non è nel Dna della Confagricoltura.
Occorre agire sviluppando una nuova fase della vita organizzativa. In termini di consapevolezza di ciò che l’organizzazione rappresenta e della necessità di fare sistema; responsabilità della rappresentanza, ma anche mantenendo l’orgoglio dell’appartenenza.
Un’organizzazione che funziona e ha successo è quella capace di mettere al centro il proprio ‘core business’, ovvero l’impresa agricola. Confagricoltura, parte da Palazzo della Valle, la nostra sede che profuma di storia dell’agricoltura e del Paese, e dalle proprie radici: il nostro tratto identitario e unico per camminare a passo fermo e deciso verso il futuro delle imprese agricole e dell’agricoltura.
Stiamo lavorando concretamente, fianco a fianco delle nostre imprese e con il nostro territorio per sostenere un’agricoltura moderna, agguerrita e competitiva. In questo, senza dubbio, risiede il cambiamento dell’organizzazione e il modo per affermare il proprio ruolo. Un cambiamento da governare attraverso il confronto assiduo con le aziende e con le istituzioni, la politica e la società.
Contrariamente a quanto si è portati a pensare c’è voglia di rappresentanza e di partecipazione vera. L’organizzazione deve essere cinghia di connessione. Certamente occorre lavorare concretamente e fare un’adeguata attività di lobby, attivarsi per non farsi piombare addosso le leggi dello Stato, costruire forti sistemi di relazione, tenendo sempre presente al centro come sul territorio, la necessità degli imprenditori agricoli di risposte, supporto e nuovi servizi.
La reputazione e il consolidamento dell’affermazione confederale passa inevitabilmente attraverso la valorizzazione delle risorse umane. Siamo partiti, in questi mesi, dalla realtà dei fatti, dalle criticità e dalle esigenze degli agricoltori. Indubbiamente c’è molto da lavorare e da impegnarsi, insieme, ognuno con responsabilità all’interno del proprio ruolo. Parafrasando Marcel Proust, abbiamo intrapreso un nuovo viaggio di scoperta che non mira tanto nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi per una rappresentanza sindacale sempre più rispondente alle reali esigenze dei nostri associati. Grazie.
La foto di apertura è di Luigi Caricato
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