Economia

Coltivare canapa?

È un coltura che può crescere a doppia cifra per diversi anni; e ora, con la nuova legge entrata in vigore a febbraio introduce incentivi, è consentita la semina senza autorizzazione e si è alzato fino allo 0,6% il tetto massimo di Thc, il principio psicoattivo che rende la canapa una droga. Si tratta di un fenomeno nazionale in crescita, quello legato alla vendita del fiore di canapa. Secondo uno studio della Sorbona, frutterebbe 44 milioni l’anno e mille posti di lavoro

Marcello Ortenzi

Coltivare canapa?

Si è discusso di canapa industriale oggi in Italia, e delle prospettive future, lo scorso 8 ottobre nella Reggia di Carditello, a San Tammaro, in provincia di Caserta.
Francesco Mugione, responsabile produzione di Canapa Campana a Caivano, hinterland partenopeo, dove si estendono per 100 ettari i campi di canapa, è intervenuto per fornire i dati dell’azienda.

“Il raccolto è terminato ai primi di settembre, più magro delle attese. Ma è comunque considerato l’inizio di una nuova era. La nuova legge entrata in vigore a febbraio introduce incentivi, consente la semina senza autorizzazione e alza fino allo 0,6 % il tetto massimo di Thc, il principio psicoattivo che rende la canapa una droga”.

“L’anno scorso, quando trattavamo circa 87 ettari, come media abbiamo avuto 7,80 quintali a ettaro – spiega, -. Quest’anno, ne abbiamo trattati quasi 15 in più, e la resa non è andata oltre i 5,50 quintali per ettaro. Il caldo, le poche piogge, hanno influito parecchio. Ma pur nella criticità della stagione, siamo stati fortunati ad aver raccolto, mentre in altre aree alcuni agricoltori non hanno trebbiato: in Sicilia non è stato raccolto neppure il 5 per cento della semina fatta, in Calabria pochissimi hanno raccolto, in Puglia solo il 30 per cento delle colture ha dato una resa”.

Altri interventi hanno evidenziato che quella della canapa è un coltura che può crescere a doppia cifra per diversi anni. Ma ciò che conta sono le filiere, quello che interessa non è tanto la pianta, ma i vari usi che se ne possono fare. E gli usi sono innumerevoli, dall’industriale al terapeutico all’alimentare. Le prospettive ci sono, al momento i volumi di mercato sono molto bassi ma è un dato di fatto che grossi gruppi stanno dedicando energie e risorse ad applicazioni nel mondo del composito, come pure all’uso delle infiorescenze a basso tenore di THC a scopo ricreativo.

Auto, navi, edilizia, addirittura astronavi o tute spaziali, oggi si realizzano componendo strati di differenti materiali e la canapa è un elemento importante in questo senso, perché ha prestazioni meccaniche davvero significative, al punto da poter sostituire vetro e carbonio. Un tempo la ricchezza della canapa era nella fibra ottenuta da un massacrante processo di filatura. Oggi è nell’edilizia e nell’energia in particolare, che possono nascere grosse opportunità sfruttabili per migliorare la sostenibilità dell’ambiente urbano e anche per rilanciare una multifunzionalità agricola.

Un fenomeno nazionale in crescita è quello legato alla vendita del fiore di canapa. Secondo uno studio della Sorbona, frutterebbe 44 milioni l’anno e mille posti di lavoro. La materia prima è legale perché contiene valori di THC, tetraidrocannabinolo, principio psicoattivo della marijuana, inferiori allo 0,2%, per cui è liberamente vendibile. Si tratta di particolari qualità di canapa tutte esclusivamente coltivate in Italia, tra cui l’Eletta Campana, una varietà tipica della regione Campania che un tempo era coltivata in grandi quantità.
L’impegno delle associazioni di categoria è forte per la ricerca e la divulgazione di tutto quanto riguarda la canapa. La Campania ha una delle leggi più all’avanguardia per la regolamentazione della produzione di canapa con piani di finanziamento per invogliare questa coltivazione. Nicomede Di Michele, presidente dell’associazione Fracta Sativa Unicanapa, ha precisato che “Non potremo mai raggiungere il numero degli ettari coltivati una volta, però ci sono tanti terreni che potrebbero essere convertiti a canapa, anche come semplice coltura di rodaggio e fitorigenerazione, in tutti quei campi confiscati alle mafie. Abbiamo abbastanza terreno per poter produrre abbastanza materia da poter creare un indotto” e poi: “È importante che i giovani inizino a conoscere questa pianta e a capire l’enorme potenzialità che ha e per questo motivo abbiamo iniziato a fare corsi anche nelle scuole”.

Interessante l’iniziativa di cui si è parlato relativa al corso di coltivazione e lavorazione della canapa nell’Istituto Europa Unita del Rione Salicelle di Afragola,dove quest’anno l’associazione Fracta Sativa si è impegnata a parlare di questa pianta e i suoi usi.

In apertura le infiorescenze della canapa, foto di Marcello Ortenzi

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