Economia

Cosa accade con gli aiuti Ue all’agricoltura in questi tempi difficili e bui?

Il settore primario ha fatto la sua parte in questo infausto 2020 e merita una giusta considerazione. Con il definitivo via libera agli aiuti straordinari stanz ati dall’Unione a sostegno del settore, l’impegno preso con gli agricoltori nelle aree rurali non verrà meno. Secondo il parlamento europeo Paolo De Castro, “gli Stati membri potranno ora definire le regole di commercializzazione e migliorare il funzionamento del mercato dell’olio d’oliva”

Roberto De Petro

Cosa accade con gli aiuti Ue all’agricoltura in questi tempi difficili e bui?

Non vi è dubbio che l’agricoltura, sia direttamente, sia indirettamente, ha subito e sta subendo un duro colpo in questo anno di grazia, o di disgrazia, 2020, a causa del Covid-19.

Si parla tanto di zone rosse, arancione e gialle, di vaccinazioni, di chiusure con relative crisi di tutti i settori che vengono, anche se molto limitatamente, ristorati, ma il settore primario che comunque ha retto allo scontro sia sanitario che economico-sociale fornendo alla popolazione i mezzi per sopravvivere, ha bisogno di essere sostenuto e rilanciato.

Un aiuto arriva da Bruxelles dove, in attesa della Next Generation, l’assemblea plenaria, a larghissima maggioranza (653 a favore, 19 contro, 22 astenuti), ha dato il definitivo via libera agli aiuti straordinari stanziati dall’Unione a sostegno del settore duramente colpito dalla pandemia da Covid-19, un impegno preso con gli agricoltori, produttori e aree rurali.

Due anni di estensione dell’attuale Politica agricola comune e, già da gennaio 2021, oltre 8 miliardi di euro a sostegno del settore, come precisa il parlamentare europeo Paolo De Castro, “un impegno preso con gli agricoltori, i produttori e le aree rurali colpite dalla pandemia”.

“Oltre alla dotazione di 8,07 miliardi, di cui 925 milioni assegnati all’Italia – ha dichiarato De Castro – che peraltro è il relatore per il Parlamento Ue del Next Generation Eu per lo sviluppo rurale e della Riforma della PAC – nel 2021 gli agricoltori europei potranno beneficiare di ulteriori 2,6 miliardi derivanti da un anticipo dei fondi per lo Sviluppo rurale. Per un pacchetto totale di oltre 10 miliardi di euro, con una quota nazionale per l’Italia pari a 1.22 miliardi; quota che, con il co-finanziamento nazionale, potrà come minimo essere raddoppiata”.

“Ora – ha incalzato Paolo De Castro – gli Stati membri dovranno rendere questi fondi disponibili il prima possibile tramite i piani di sviluppo rurale, affinché possano davvero aprire la strada alla ripresa economica nel nome della resilienza, della sostenibilità e della digitalizzazione, e in linea con gli obiettivi delineati dal Green Deal”.

“Ai giovani agricoltori e allo sviluppo socio-economico delle zone rurali – ha chiarito De Castro – dovrà essere dedicato almeno il 55% dei fondi per sostenere investimenti in innovazione, agricoltura di precisione, maggiore sicurezza sul lavoro, energie rinnovabili ed economia circolare, filiere corte”.

“Un altro 37% di risorse aggiuntive, dovrà invece essere investito in pratiche ad alto valore aggiunto ambientale, quali l’agricoltura biologica, la riduzione delle emissioni agricole di gas serra, la conservazione dei suoli, il miglioramento della gestione idrica e il benessere animale”.

Non solo fondi aggiuntivi, ha indicato De Castro “ma anche il rafforzamento delle misure di gestione del rischio, con l’abbassamento dal 30 al 20% delle soglie minime di perdita di reddito o produzione per poter attivare i fondi mutualistici contro le avversità climatiche, e lo strumento di stabilizzazione del reddito aziendale”.

Ancora De Castro: “abbiamo esteso la misura straordinaria di sostegno alla liquidità delle aziende agricole che potranno ricevere fino a 5mila euro di sostegno anche nel 2021, così come i programmi operativi per ortofrutta e apicoltura che dureranno fino al 31 dicembre 2022”.

“Nel settore vitivinicolo, viene prolungata la durata dei diritti di impianto, permettendo ai produttori di non perdere diverse migliaia di ettari di potenziale vitivinicolo. E come per il vino, gli Stati membri potranno definire regole di commercializzazione per migliorare il funzionamento del mercato dell’olio d’oliva”.

“Ancora una volta – conclude De Castro – il Parlamento Europeo ha dimostrato di saper essere motore del processo legislativo europeo, raggiungendo risultati fondamentali per un settore che – anche nei momenti più bui della pandemia – non si è mai tirato indietro, continuando a garantire il cibo che arriva ogni giorno sulle nostre tavole”.

La foto di apertura è di Olio Officina

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