Economia

Prove di accordo tra la filiera

Si punta a un profilo di olio extra vergine di oliva dagli elevati standard in fatto di qualità e sicurezza alimentare. Una sfida grande quanto inevitabile e necessaria, per non sprofondare nel baratro. Riportiamo la bozza di documento, con le proposte articolate in sette punti, tra cui, fondamentali, quelli relativi alla determinazione del prezzo (e all’ipotesi di un prezzo fisso a tonnellata, più premialità), al campionamento e ai termini di pagamento

Olio Officina

Prove di accordo tra la filiera

E’ l’ennesima sfida, che mette insieme le cinque Unioni di produttori (Aipo, Cno, Unasco, Unapol e Unaprol), le Associazioni degli oleifici (Aifo e Assofrantoi) e le organizzazioni del commercio (Federolio) e dell’industria olearia (Assitol), ma non è neppure la prima sfida, e, forse, non sarà nemmeno l’ultimo tentativo di costruire una filiera olearia unita e coesa.

Non è una strada facile, sia ben chiaro, perché c’è chi segretamente rema contro, come al solito, ma le intenzioni, a sentire di diversi protagonisti della filiera, consistono proprio nel tentativo di costruire a dogni costo un percorso comune. Una strada obbligata anche se mal digerito da alcuni, tutti lo ritengono necessario e fondamentale.

Il Piano olivicolo nazionale è richiesto da tempo e le prospettive non possono che essere a favore di un accordo.

Riportiamo di seguito il documento che si puo scaricare

QUI

Sembra che si sia entrati in un nuovo atteggiamento, più costruttivo, dettato più dalla necessità che non da atti di spontaneità.

Le prove di dialogo sono iniziate. Da qui la stesura di un documento con una ipotesi di accordo di filiera. Si pensa a una fornitura massima di 10 mila tonnellate, la metà delle quali ritirate dalle aziende aderenti ad Assitol e l’altra metà ritirate invece dalle imprese aderenti a Federolio.

L’impegno è per il ritiro di partite di olio extra vergine di oliva italiano dagli alti standard qualitativi. E’ un modo per ripescare la proposta dell’Alta qualità abortita nei mesi scorsi. L’olio da ritirare deve possedere parametri superiori ai minimi previsti dalla normativa vigente.

Il testo di cui potete leggere i vari punti non è ancora confermato, ma sarà esaminato e valutato dalle parti, in modo da giungere con settembre a un via libera ufficiale.

L’accordo di filiera ha una validità annuale, sarà determinante la tracciabilità completa di ogni singola partita d’olio, e per quanto concerne le analisi richieste, queste dovranno essere il frutto di laboratori accreditati Accredia e/o Sinal.

Importante l’articolo 3 dell’accordo, riferito alla determinazione del prezzo dell’olio, sulla base dei prezzi rilevati sulla piazza di Bari o sulla tra Bari, Milano e Roma, ma si pensa a un prezzo fisso di 4500 euro a tonnellata, ipotesi tutta da verificare, in modo che non sia in contrasto con le norme dell’Antitrust. A tale prezzo, in ogni caso, è prevista, in termini di premiatlità, una integrazione di 500 euro a tonnellata qualora gli extra vergini risultino in possesso di una tracciabilità e panel test, oltre che con livelli di pesticidi ammessi dai mercati Ue e Usa.

Importante determinante l’articolo 4 sui livelli standard di qualità cui devono corrispondere gli oli, con una acidità libera che si attesta al di sotto dello 0,4% e perossidi inferiori a 10.
Non meno importante l’articolo 5 sul campionamento e l’articolo 6 sul pagamento.

Maggiori dettagli li trovate nel documento (QUI) che, va precisato, è solo una bozza non ancora definitiva.

L’immagine di apertura riprende un particolare di una illustrazione di Valerio Marini, dal titolo “Fratellanza extravergine

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