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La suggestiva storia dell’Anisetta De Giorgi

La storica distilleria salentina divenne famosa novant'anni fa proprio per questo liquore a base di anice verde. A San Cesario di Lecce è stato dedicato un intero pomeriggio alla ricchezza ambientale della Valle della Cupa e alla storia e al futuro di questa bevanda alcolica riconosciuto dalla Regione Puglia come prodotto agroalimentare della tradizione

Carla Testa

La suggestiva storia dell’Anisetta De Giorgi

Si è svolto a San Cesario di Lecce martedì 27 giugno negli storici e monumentali ambienti della Distilleria Nicola De Giorgi un intero pomeriggio dedicato alla ricchezza ambientale della Valle della Cupa, alla storia e al futuro dell’Anisetta De Giorgi, riconosciuta dalla Regione Puglia Prodotto agroalimentare della tradizione, alle caratteristiche della pimpinella anisum e alla valorizzazione dell’interessante sito industriale in parte recuperato, prezioso “documento” dell’industria della distillazione del meridione d’Italia e peculiare bene del patrimonio industriale pugliese.

In serata, dopo gli interventi di studiosi, ricercatori e addetti ai lavori, Enza Pagliara, Dario Muci, Gianluca Longo hanno celebrato l’Anisetta con lo spettacolo sonoro Santa Pimpinella.

Per l’occasione le Aziende presenti nella Valle della Cupa: Distillerie Cappello, Distilleria Greco Caroppo, Mita Spirits, Kokopelli hanno esposto, presentato e fatto degustare i loro prodotti.

L’appuntamento è stato promosso da TempoPresente aps, Aipai, Astràgali Teatro, Comune di San Cesario, ITI Italia, in collaborazione con Gal Valle della Cupa, Anag Puglia, Variarti, Nauna Cantieri Musicali

“E poi veder la Cupa, il Tivoli leccese, Quel serto di smeraldi che cinge il mio paese; E poi prati, giardini, orti, cascine e ville. In vago anfiteatro disposti a mille e a mille! […]”.

Così Cosimo De Giorgi ne “La provincia di Lecce” dipingeva alla fine dell’Ottocento la Valle della Cupa, una delle più interessanti aree geografiche pugliesi caratterizzata, ancora oggi, da ville signorili, palazzi, casine, zone archeologiche di forte rilevanza, terreni particolarmente fertili dove sono evidenti i segni della viticoltura e olivicoltura, come testimonia l’importante storia produttiva testimoniata da opifici, frantoi, stabilimenti vitivinicoli, e il complesso sistema delle Distillerie, straordinariamente significativo anche sotto il profilo del patrimonio di archeologia industriale.

E “L’Essenza della Cupa”, ovvero l’intreccio inestricabile tra caratteristiche geologiche, storiche, agroalimentari e archeoindustriali di quest’area territoriale, è stato il tema di martedì 27 giugno a San Cesario negli spazi delle Distillerie De Giorgi, dove a partire dalle 18.30 si sono snodati un workshop; un intervento musicalecurato da Enza Pagliara, Dario Muci, Gianluca Longo; l’esposizione di alcune tra le più rappresentativa aziende di distillati della zona, come Distillerie Cappello, Distilleria Greco Caroppo, Mita Spirits, Kokopelli.

Focus: l’interesse e il valore ambientale della Valle della Cupa; la rilevanza dell’Anisetta De Giorgi, riconosciuta dalla Regione Puglia Prodotto agroalimentari della Tradizione; le caratteristiche agroalimentari della “pimpinella anisum”, principale aromatizzante di questo liquore; la patrimonializzazione dell’archeologia industriale e delle emergenze ambientali come driver di nuova identità e nuovo sviluppo territoriale.

Promosso da TempoPresente Aps, Aipai- Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, Astràgali Teatro, Comune di San Cesario, Centro Italiano dell’International Theatre Institute, in collaborazione con Gal Valle della Cupa, Anag Puglia, Variarti, Nauna Cantieri Musicali, l’appuntamento si è aperto con i saluti di Giuseppe Distante, Sindaco San Cesario di Lecce; Anna Luperto, Assessore alla cultura; Antonio Perrone, direttore Gal Valle della Cupa; Fabio Tolledi, presidente ITI – Italia; Salvatore Capone, presidente TempoPresente.

Ha coordinato i lavori la giornalista Carla Petrachi, vicepresidente TempoPresente.

Dopo le introduzioni al tema, si è entrati nel vivo delle questioni con gli interventi di Renato Covino, Università di Perugia – Past President Aipai; Antonio Monte, Cnr/Ispc – VicePresidente Aipai; Massimo Toma, Agroecology officer – LifeWatch Eric; Francesco Minonne, Biologo Parco Costa Otranto/Leuca – Bosco di Tricase; Anna Maria De Luca, Anag Puglia.

La giornata si è conclusa alle 21 con l’intervento sonoro di Nauna Cantieri Musicali curato da Enza Pagliara, Dario Muci, Gianluca Longo, dal titolo “Santa Pimpinella”, intreccio di canti di lavoro, d’amore e di festa appartenenti alla tradizione orale salentina.

“Obiettivo della Giornata”, hanno affermato in coro i promotori, è stato quello di “costruire una riflessione e una discussione innovative sul futuro della Valle della Cupa, focalizzare l’attenzione sulle particolarità  del territorio, sulle emergenze che lo caratterizzano, sugli elementi che possono individuare la comunità diffusa “Valle della Cupa”, sulle nuove iniziative imprenditoriali che negli ultimi anni hanno recuperato una tradizione agroalimentare di eccellenza, con il rifiorire delle produzioni di distillati nel territorio salentino, sul recupero e la patrimonializzazione dell’archeologia industriale come best practice di valorizzazione territoriale. Non a caso la Giornata, caratterizzata anche da un’esposizione di prodotti curata da Anag Puglia e delle Aziende: Distillerie Cappello, Distilleria Greco Caroppo, Mita Spirits, Kokopelli, è stata anche un riconoscimento ad una storia produttiva e industriale, a un prodotto come l’Anisetta De Giorgi che ha fatto viaggiare il nome di San Cesario e del Salento nel mondo e che grazie al riconoscimento come Pat può essere al centro di una nuova pagina agroalimentare e produttiva, alla bellezza e allo straordinario fascino delle Distillerie de Giorgi caratterizzate a partire dagli anni ’95-’96 da un processo di patrimonializzazione e rigenerazione e, nell’ultimo decennio, da una nuova vita e da una articolata strategia socioculturale che punta a farne un luogo di comunità a tutto tondo. Tutti elementi che permettono, ad una storia importante e per molti versi unica, di proiettarsi nel futuro”.

Per l’occasione, ai presenti sarà fatto omaggio di una bottiglietta di Anisetta De Giorgi prodotta
da Marcan srl di San Cesario, identificata da un’etichetta commemorativa dell’evento.

Cosa sono i Pat

I Prodotti Agroalimentari Tradizionali sono prodotti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo e praticate sui territori di riferimento in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore ai venticinque anni.

I Pat sono un’espressione di agrobiodiversità.

L’agrobiodiversità e i Pat possono diventare un’utile leva per la promozione dei territori e dell’agricoltura pugliese.

Nel sito PatPuglia.it  sono raccolte in forma di schede, e con una serie originale di notizie, i 329 Pat pugliesi.

Quanto all’Anisetta de Giorgi, alla pagina dedicata dal titolo “Il distillato re del secolo. La storia dell’anisetta “De Giorgi”, si legge“Anisetta è un liquore a base di anice verde (Pimpinella anisum) e il suo nome deriva proprio dalla pianta che ne è la principale aromatizzante.

Questa varietà appartiene alla famiglia delle Apiaceae e produce semi il cui sapore è simile a quello del finocchio con un retrogusto di menta.

La storia di questo distillato è stata per molto tempo legata a doppio filo con il territorio della provincia di Lecce, lì dove numerosi erano gli stabilimenti industriali (se ne contavano circa cinquanta nel territorio salentino a fine Ottocento) che producevano liquori e simili.

Tra questi storico è stato il liquorificio “De Giorgi”, presente sui mercati per circa novant’anni – a partire dagli inizi del secolo scorso – cui prodotti erano noti a livello nazionale ed internazionale.

Interno del Liquorificio De Giorgi

Il liquore che più lo rese famosa fu l’“Anisetta” già prodotta sin dal 1919, tanto che nel 1920 il re Vittorio Emanuele III concesse alla ditta “De Giorgi” il Brevetto della Real Casa (20 luglio 1920).

Il principale artefice di questo successo centenario fu il fondatore dell’azienda, Nicola De Giorgi, a cui si devono i meriti per la larga diffusione dell’anisetta, soprattutto nella prima metà del Novecento. Purtroppo tale successo è rimasto legato al proprio ideatore, morto nel 1968.

Alla morte di Nicola, lo stabilimento venne ereditato dal figlio Arturo che lo trasformò in “Arturo De Giorgi & s.a.s.”. Nel 1990 Arturo muore e lascia l’attività nelle mani del figlio che però riuscì a gestire la distilleria per altri dieci anni fino al fallimento del 2000.

La ricerca bibliografica riferita all’Anisetta ci ha permesso di ritrovare numerosi manifesti e locandine dell’epoca, realizzate dal noto disegnatore Luigi Bompard verso la metà degli anni ’20 del Novecento, che il liquorificio “De Giorgi” ha utilizzato negli anni per la promozione del prodotto. Se ne riporta in galleria la documentazione fotografica.

L’Anisetta De Giorgi

La storia della piccola impresa De Giorgi, produttrice di alcol e liquori per il mercato provinciale ma nota anche in tutta Italia per il liquore Anisetta, è un caso di studio esemplare dell’imprenditoria salentina della prima metà del Novecento.

Imprenditoria costituita essenzialmente da ditte “a conduzione famigliare”, in cui le sorti dell’attività sono strettamente dipendenti dalle scelte imprenditoriali del capofamiglia e dalla capacità dei figli di assumere a loro volta il controllo dell’azienda.

Dal 1906 Casa De Giorgi è attiva nella produzione dei propri prodotti.

Vito e Nicola De Giorgi sin dai primi anni di attività non si occupano solo della produzione ma curano, soprattutto il primogenito Nicola, anche la distribuzione e li pubblicizzano partecipando a numerose esposizioni locali e nazionali, tanto che nel 1907 vengono premiati con medaglia d’oro all’Esposizione di Siena.

Casa De Giorgi fa la sua fortuna tra i primi anni Venti e gli anni sessanta del Novecento anche grazie alla diversificazione dei suoi prodotti e alla scarsa dipendenza dalle commesse dei più grandi acquirenti nazionali di alcol buongusto.

I liquori prodotti e imbottigliati per la vendita al dettaglio sono: Anice 50°; Anesone 45°; Anice 40°; Anice 36°; Anisetta 32°; Apricot; Banana; Alchermes; Amaretto; Amaro; Crema Cacao; Crema Caffè; Crema Mandarino; Cherry brandy; China; Elisir Martinica; Frutto somalo; Kummel; Golden 28°; Gin; Maraschino; Jamaica; Rhum dolce; Sambuca; Strige Goccia oro; ecc..
Fondamentale è anche la sperimentazione finalizzata al perfezionamento di alcuni prodotti sui quali i De Giorgi puntano di più, in particolare il liquore Anisetta che dà fama alla all’azienda già a partire dagli anni Venti, dopo aver ottenuto il Brevetto della Real Casa il 20 luglio 1920.

Alla sperimentazione è dedicato un particolare laboratorio chimico ancora presente nello stabilimento, dove Nicola e in seguito il figlio Arturo hanno a disposizione un’attrezzatura di precisione: la loro preparazione tecnica permette di occuparsi direttamente nel laboratorio della distillazione di erbe e frutta per la produzione dei liquori più pregiati. L’Anisetta ad esempio è un prodotto di qualità del quale Nicola e Arturo, laureatosi in chimica, si occupano personalmente.

La distillazione delle erbe occorrenti è da loro effettuata, nel primo periodo di produzione, con un alambicco semplice a vapore con deflemmatore.

L’Anisetta De Giorgi è un prodotto rimasto ancora segreto. La sua preparazione si è tramandata da padre in figlio per tre generazioni: Vito padre e Nicola figlio; poi i figli di quest’ultimo Alfredo, Ugo e Arturo; infine Marco (ultimo detentore del “segreto di bottega”) figlio di Arturo.

Per la preparazione Nicola impiegava prevalentemente delle erbe; lui personalmente, senza l’aiuto di nessuno, le selezionava in particolare la pimpinella anisum essenza indispensabile per produrre l’Anisetta; le distillava, prima, con un alambicco semplice e, in seguito a vapore.

De Giorgi utilizzava un alambicco a vapore tutto in rame (che si conserva nella distilleria) costruito dalla Ditta Cecchin & Quacquarini di Milano nel 1921; un apparecchio semplice dalle alte prestazioni, infatti produceva Anice, Anesone e il prodotto di punta dell’azienda: l’Anisetta.

La Pimpinella anisum o Anice vera

L’Anisetta è un liquore a base di Anice verde o Anice vera, Pimpinella anisum L., principale aromatizzante di questo prodotto che risale all’inizio del secolo scorso.

Oltre all’anisetta l’anice vera è utilizzata anche per produrre l’Ouzo greco, il Raki turco e la Sambuca.
Appartenente alla famiglia delle Umbelliferae, la pianta si coltiva da tempo nel Mediterraneo  e si trova spontaneamente in Egitto, Grecia, Medio-oriente, Marocco e in alcune Regioni Italiane.

In Puglia è presente come “archeofita casuale” (precedente alla scoperta dell’America).

Cresce principalmente da 0 a 200 mt di altezza, è una pianta vascolare, annuale, erbacea, spesso finemente pubescente, con forte odore aromatico. Il fusto è cilindrico, eretto e può arrivare fino a 50 cm. I fiori sono delle ombrelle composte di 7-15 raggi che sostengono dei piccoli fiori con petali bianchi

La pianta viene coltivata per seme, produce radici carnose, che possono venire facilmente danneggiate da un trapianto, per questo motivo, in genere, si semina direttamente a dimora, in un appezzamento ben soleggiato.

La fioritura avviene in estate, e i semi si raccolgono verso la fine dell’estate. Per una maggiore concentrazione di olio essenziale nei semi è importante che le piante siano in una zona ben soleggiata, e che non ricevano annaffiature eccessive almeno nell’ultima settimana di maturazione.

I semi si raccolgono ancora verdi, e vengono in seguito fatti essiccare al sole. I semi di anice hanno proprietà balsamiche e digestive, e sono pertanto ottimi preparati in infuso.

Il valore terapeutico e le molteplici applicazioni dei semi di questa pianta vengono raccontate nei libri di storia già nel I secolo d.c.

Negli anni tantissimi racconti e storie hanno ruotato intorno a questa importante essenza officinale che in poco ebbe un ruolo centrale nell’economia Europea.

Attualmente è molto utilizzata in cucina, in pasticceria, erboristeria e persino nei prodotti farmaceutici, dove viene applicata come aromatizzante per dare un gusto gradevole ai farmaci. Inoltre studi recenti hanno dimostrato che l’estratto acquoso dei semi di Pimpinella anisum ha una maggiore capacità antiossidante rispetto a quella di altri antiossidanti sintetici.

Si ringrazia per le foto Antonio Monte

Carla Testa

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