Terra Nuda

L’Armadio delle Essenze

Il suo tesoro, preziosissimo, sta tutto nei due unici scaffali: lo scaffale degli oli essenziali e lo scaffale della acque aromatiche. Le mani che coltivano lo riempiono solo con il frutto della terra migliore

Nicola Dal Falco

L’Armadio delle Essenze

Solo un armadio? Un armadio che profuma d’essenze? No, questo tipo d’armadio è anche una finestra socchiusa su due mani che coltivano e su due mani che massaggiano.
Nel primo caso, la vista abbraccia un paesaggio collinare, tra Pomarance e Volterra, fermandosi sulla vecchia casa e il lungo pendio che Claudio Gaiaschi ha scelto per produrre oli essenziali ed acque aromatiche.
Nel secondo caso, invece, si guarda e si pensa al mare del Cinquale, vicino a Massa, dove sono le mani di Ivana Sagramoni a toccare l’altra faccia delle terra, offrendo al corpo molto di più di un semplice ristoro.

L’armadio, quanto di più raro ci sia, è di foggia robusta e semplice. Il suo tesoro, preziosissimo, sta tutto nei due unici scaffali: lo scaffale degli oli essenziali e lo scaffale della acque aromatiche.
Le mani che coltivano lo riempiono solo con il frutto della terra migliore, una terra dove non esiste chimica e quello che cresce segue il passo della luna, gli umori della stagione, la cura e la fatica quotidiane.

Al tempo balsamico di ogni pianta corrisponde una distillazione lenta, da un minimo di quattro, cinque ore ad un massimo di tre giorni in modo che tutte le sostanze racchiuse possano passare dalla foglia o dal fiore all’olio e all’acqua. Questione, appunto, di essenza.
Essenza di piante che per essere tale deve contenere l’enorme quantità di principi attivi presenti in natura. Ogni olio ed acqua, distillate al Podere Santa Bianca sono l’olio essenziale e l’acqua aromatica di un campo, colto e spremuto in tempo e per tempo.

Ogni scelta, ogni gesto hanno un loro ritmo, nella coltivazione biodinamica e nel massaggio olistico. Muovere le proprie mani al ritmo del corpo, ritrovando l’accordo d’ogni singola parte con il resto, è il compito di Ivana Sagramoni.
Tocco, ma anche profumo e colore, seguendo una mappa di corrispondenze che questi oli e queste acque custodiscono per il semplice fatto di condividere la stessa energia che regola tutti gli organismi, dai più semplici ai più complessi.

Usare un olio o un’acqua per questo o quel trattamento, in un certo giorno o in un altro, non può, quindi, essere una scelta né sbadata né automatica. La loro ricchezza va commisurata con le esigenze che variano da persona a persona e da momento a momento.
Il carattere d’ogni pianta, le sue proprietà specifiche, equivalgono a un racconto, a un pezzo di memoria, su cui innestare la propria storia, trovando le frasi mancanti o eliminando quelle superflue. Perché tutto torni all’essenza, occorre indagarne la complessità.

Ciò che di buono e di bello esprime un massaggio dipenderà dal tocco, dalle virtù naturali della pianta che la pelle può assorbire più velocemente attraverso i capillari, dal suo profumo e dal colore associato, fonte a sua volta di altri accostamenti.
La pressione della mano, gli stimoli olfattivi, le variazioni cromatiche o la pronuncia dei mantra, non sono che le note di uno stesso canto. Quel canto fa parte di un linguaggio, seminato di simboli, dove la concretezza ha sempre un suo risvolto sottile, dove lo spirito non abbandona a se stessa la materia.

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