II Ceq rilancia l’SQN, il Sistema di Qualità Nazionale per gli extra vergini
Costituito nel 2001 su iniziativa di un gruppo di imprese olearie di marca e delle unioni olivicole più rappresentative, il Consorzio Ceq, è stato fondato con l’obiettivo di agevolare le aree più importanti della produzione nazionale nell’assicurarsi, d’intesa con le marche, uno sbocco di mercato più sicuro e remunerativo per gli oli extra vergini di oliva sfusi di qualità. Adesso, con una nota rivolta a tutti i componenti della filiera, pur consapevoli di quanto sia divisiva la proposta di una svolta, sollecitano la revisione della classificazione merceologica
C’è grande desiderio di voltare pagina e nel medesimo tempo vi è una grande tensione e molti nervi scoperti nel comparto olivicolo-oleario italiano. Strano tutto ciò, vero? Riportiamo di conseguenza la nota integrale diffusa dal Ceq, con l’appello dell’Organizzazione Interprofessionale dell’olio di oliva e delle olive da tavola rivolto a tutti i componenti della filiera.
Nel 2001 ci trovavamo in piena crisi di mercato, con le proteste dei produttori baresi per via dei prezzi in caduta libera, ma di fatto eravamo in una delle tante cicliche crisi che avrebbero investito il settore negli anni a venire.
Da quell’urgenza nacque un progetto per il futuro: il Consorzio di garanzia dell’olio extra vergine di oliva di qualità E ora, in questi anni che sono intercorsi, il Consorzio Ceq si è sempre più orientato sulla valorizzazione dell’olio extra vergine italiano, sviluppando iniziative di mercato, strumenti e proposte politiche di settore per rafforzare la capacità competitiva delle nostre filiere e la distintività dei nostri extra vergini.
Da qui prese origine l’idea di lanciare una proposta per un Sistema di QualitàNazionale, riconosciuto e identificato in un extra vergine con requisiti qualitativi molto più restrittivi della legge, certificato, distribuito, conservato e proposto nella ristorazione secondo regole nuove, destinate a rilanciare nel mondo il primato italiano della creatività e dell’innovazione sull’olio di oliva di qualità.
Viviamo nell’Unione Europea e siamo coscienti che uno strumento di questo tipo dovremo condividerlo con altri, ma sappiamo anche che sarà un’innovazione italiana e che sottolineerà una volta di più il nostro primato, rassicurati anche dall’obbligatorietà delle informazioni sull’origine.
Le pagine di storia è preferibile scriverle piuttosto che leggerle, se si ha la possibilità di farlo.
Registriamo sempre più tensione e malcontento anche all’estero da parte di quei produttori che hanno investito in questi anni per produrre extra vergini di qualità e che sono costretti a competere nello stesso segmento di chi ha fatto scelte opposte.
Interpretare e dare voce a queste istanze, con l’ambizione di orchestrare un’istanza internazionale, ispirata da noi italiani e composta da tutti coloro i quali si riconoscono in un concept nuovo dell’extra vergine di alta qualità, potrebbe essere anche un modo per controbilanciare la nostra debolezza politica sui tavoli internazionali.
Gli anni trascorsi e l’attuale scenario competitivo che ci troviamo di fronte hanno rafforzato la nostra convinzione sull’importanza di talune scelte che già anni fa ci erano apparse improcrastinabili.
Scelte chiare e forti come la revisione della classificazione volta a sfoltire il segmento dell’extra vergine e oggi, ancora più di prima, siamo convinti che l’Italia debba agire da protagonista e lanciare un nuovo concept di extra vergine di alto profilo nutrizionale e sensoriale, con nuove regole di produzione, distribuzione e conservazione, sostenibili, per le quali andrebbe disegnato un nuovo modello distributivo e di posizionamento sul mercato. Un extra vergine alimento e nutrimento non solo ingrediente.
Una rottura delle consuetudini anche nel modo di conservarlo, di distribuirlo e di utilizzarlo, che scardini e metta in discussione le tante errate prassi ormai acquisite, per lanciare un nuovo modello, italiano, capace di fare ancora scuola e di indicare nuove rotte.
Siamo consapevoli di quanto sia divisiva una scelta di questo tipo, di quanto possa isolarci e marcarci su tale visione, ma in realtà è una scelta dettata dalla necessità, un tentativo estremo di correre ai ripari da una competizione che finirà per spostare larga parte delle nostre filiere fuori mercato e che potremmo contrastare, trascinando parte degli attori su un nuovo terreno di gioco, a noi più congeniale.
In questi anni il Ceq è stato riconosciuto Organizzazione Interprofessionale dell’Olio di oliva e delle olive da tavola e si è palesata la potenzialità che uno strumento di questo tipo potrebbe assicurare all’implementazione di tale strategia – qualora fosse nelle condizioni di rappresentatività sufficienti a una estensione di norma – ma il progetto di promuovere e tutelare un nuovo conceptdell’extra vergine di alta qualità, con nuove e inedite regole di conservazione e distribuzione che Ceq ha messo a punto, rimane la prima priorità strategica intorno alla quale coagulare la disponibilità dei diversi attori della filiera italiana.
Per molti rappresentanti di settore, scegliere di concentrare attenzione ed energie su un obiettivo così divisivo richiede coraggio, visione e capacità di assumersi dei rischi, immaginando scenari inediti che oggi potrebbero apparire fantasiosi ai più, ma al Ceq sentiamo il dovere di stimolare e provocare, convinti che questa strada sia un tassello fondamentale del rinascimento dell’olio italiano e della sua leadership.
Consorzio Ceq
In apertura, foto di Olio Officina
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.