Che si dice sull’amore?
A Olio Officina Festival 2017, uno scrittore, Antonio Pascale, e un musicista, Riccardo Sinigallia, raccontano le difficili meravigliose declinazioni dei sentimenti in narrazioni multimediali fatte di parole, immagini, musica e arte. Perché, spesso, l’amore lo viviamo intensamente, senza però capirlo davvero

Tutti a Milano giovedì 2 febbraio 2017, a Palazzo delle Stelline fa il suo esordio la sesta edizione di Olio Officina Festival, e, a conclusione della serata, una conferenza spettacolo dal titolo “Che si dice dell’amore?”, con Antonio Pascale e Riccardo Sinigallia.
L’amore. Già. Quante ore passiamo a parlare d’amore? Storie cominciate, finite male, interrotte sul più bello, storie come romanzi, storie che sembrano essere definitive, e, invece… Per districare elementi, analizzare tormenti, passioni e felicità, alleviare le pene (o moltiplicare le gioie), sarà possibile saperne di più attraverso una originale stand up commedy.
L’amore, appunto. Ma l’amore è una variabile indipendente? Che scende su di noi ad illuminarci? Oppure è una variabile dipendente e va considerato insieme alle altre passioni? L’amore rende la vita migliore o solo possibile? Siamo davvero liberi di amare o siamo imprigionati in una gabbia sentimentale? Per rispondere a queste domande è necessario smontare la parola amore e in 50 minuti di conferenza spettacolo Antonio Pascale, con le musiche di Riccardo Sinigallia, tenterà di farlo.
Dalla letteratura (Mark Twain, i diari di Adamo ed Eva) alla filosofia (Platone, il simposio), un occhio di riguardo alla biologia evoluzionista e alla psicologia cognitiva, Antonio Pascale racconterà con divertimento e leggerezza che si dice sull’amore, appunto, tutto quello che abbiamo capito e tutto quello che ancora chiediamo di capire.
Come è il tono dello spettacolo? Ecco, a mo’ di esempio, un brano.
Da giovane parlavo spesso d’amore. Perché? Per conquistare la ragazze. L’assunto era questo: se dimostravo di sapere cos’è l’amore poi, pensavo, più facilmente mostravo di sapere amare: sarei stato affidabile e le ragazze avrebbero scelto me. Una strategia di conquista. Avevo letto, per prepararmi, un libro di Fromm l’arte di amare: “l’amore maturo – sosteneva Froom- dice: ho bisogno di te perché di amo;. quello immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. La usavo con le ragazze, ma mi sbagliavo sempre, dicevo sempre la versione sbagliata: ti amo perché ho bisogno di te. Poteva anche non essere un problema, ma in quegli anni tutte le ragazze avevano letto Froom e mi scoprivano sempre: ma allora mi ami solo perché hai bisogno? Un giorno vado a mangiare una pizza con una ragazza che mi piaceva tanto e volevo fare bella figura, così mi segno la frase “giusta” sul palmo della mano e finalmente ce la faccio. Ma lei dice che non le piace: se non c’è il bisogno al primo posto l’amore è astratto. L’unica volta che dico la frase giusta mi accorgo di aver sbagliato tutto. Da allora nasce la necessità di smontare la parola amore. Meglio parlare di cose reali e pratiche e non così ideali e astratte.
Per prepararsi alla conferenza spettacolo, si possono leggere i due romanzi di Antonio Pascale, entrambi editi da Einaudi: Le attenuanti sentimentali e Le aggravanti sentimentali.
La foto di apertura è di Luigi Caricato
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