L’olivo tabernacolo
A Olio Officina Festival 2016, ha sorpreso moltissimo la mini installazione di BOBOEEM, Elisabetta Bosisio e Maria Teresa Bolis. Una struttura in ferro in cui è custodito un calice, in vetro e resina sintetica opaca, ricolmo d’olio. Nel centro, sospeso sopra al calice, un tozzo di pane, alimento primo dell’umanità

Ciò che è più sacro lo proteggiamo, ecco allora l’idea del tabernacolo. Ed ecco come le due artiste hanno presentato la propria opera.
L’Olivo, sinonimo di fertilità e rinascita, di resistenza alle ingiurie del tempo e delle guerre, simbolo trascendente di spiritualità e di sacralità, di pace e valore, ha accompagnato la storia della terra dagli albori fino ai giorni nostri: la colomba biblica tornò con un ramo di ulivo nel becco per annunciare il ritiro delle acque dalla terra.
Proteggiamo il nostro patrimonio arboreo, i nostri Olivi. Non dimentichiamo le loro antiche origini. Difenderemo, insieme a questi alberi secolari, anche le nostre radici. In un mondo lacerato da guerra e distruzione, onoriamo questa antica pianta che, da sempre, fornisce il suo prezioso liquido dorato.
In modo emblematico, rappresentiamo un tabernacolo, in ferro, in cui è custodito un calice, in vetro e resina sintetica opaca, ricolmo d’olio; nel centro, sospeso sopra al calice, un tozzo di pane, alimento primo dell’umanità.
Dimensione della mini installazione 45 x 45 x 45 cm. L’opera è esposta nell’ambito della mostra collettiva “Pane e olio del futuro”, di Arte da Mangiare, su progetto di Ornella Piluso e a cura di Monica Scardecchia.
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