Codice Oleario

Olivagione piemontese e valdostana

La raccolta in queste due regioni si è ormai conclusa, anche perché le temperature minime sono scese vicino allo zero. Ma se tutta il Paese si lamenta per una campagna olearia infausta, in quest’area a nord ovest del Paese è andata bene. Produzioni superiori di circa il 50% rispetto all’anno precedente e qualità eccezionali

Antonino De Maria

Olivagione piemontese e valdostana

D’accordo, le produzioni di Piemonte e Valle d’Aosta incideranno poco sulla produzione nazionale, in termini di quantità; ma di sicuro ci sono segnali di forte crescita di questa coltura in queste due regioni, negli ultimi anni.

La fioritura degli olivi, che qui avviene nella seconda metà di giugno, è stata abbondante ma l’allegagione è stata limitata a causa delle eccessive precipitazioni del periodo. In alcune aziende ben condotte, dove il numero di impollinatori è sufficiente, l’allegagione è stata buona e la formazione di frutti è avvenuta normalmente.

La campagna è proseguita con notevoli precipitazioni e scarsità di sole. Ci sono state anche alcune importanti grandinate che hanno danneggiato le piante, in particolare in alcune aree del Canavese ci sono stati ingenti danni nel mese di maggio/giugno. La raccolta si è ormai conclusa, anche perché le temperature minime sono scese vicino allo zero.

In molte regioni si sentono commenti di forti danni dovuti alla mosca olearia, alcuni colleghi di altre regioni stimano produzioni di molto inferiori allo scorso anno. Da questo punto di vista Piemonte e Valle d’Aosta sono un’isola felice.

Produzioni superiori di circa il 50% rispetto all’anno precedente e qualità eccezionali. Il successo di questa campagna è di sicuro legato al lavoro di sensibilizzazione rivolto ai produttori per tutte le problematiche fitosanitarie e in particolar modo per la lotta alla mosca olearia.

Da fine giugno è iniziato il lavoro di monitoraggio della mosca tramite trappole a feromoni e fin da subito in alcune aziende si sono resi necessari interventi di contenimento. L’infestazione è stata elevata, a differenza degli scorsi anni su alcune olive erano presenti segni di 3 -4 punture, ma grazie agli interventi di difesa correttamente eseguiti solo poche produzioni risultavano essere danneggiate.
I risultati: a dir poco ottimi.

Dai primi dati che arrivano dai frantoi le produzioni piemontesi sono state circa 500 quintali di olive con una resa media di circa il 9%. Purtroppo la resa è stata più bassa rispetto allo scorso anno probabilmente a causa della scarsità di sole nei mesi estivi e delle eccessive precipitazioni durante tutta la stagione.

E ora ci si prepara per l’inverno, nella speranza che il prossimo anno possa essere un anno ancora migliore sia per la qualità sia per la quantità delle produzioni.

La foto di apertura è di Paolo Pejrone

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