Olivo Matto

Aiuto, salviamo l’olio italiano dalla politica!

Luigi Caricato

Aiuto, salviamo l’olio italiano dalla politica!

Quest’oggi è tempo di riflettere seriamente sul futuro dell’olio italiano e di tutto il comparto. Abbiamo vissuto trent’anni e passa di malgoverno sul fronte dell’olivicoltura e dell’elaiotecnica, e ne e stiamo inziando a pagare da qualche anno le conseguenze, con prezzi dell’olio sugli scaffali piuttosto avvilenti, non solo per cause imputabili a situazioni contingenti riconducibili alla crisi economica. Quando la politica cavalca le buone cause, è bene però stare in guardia: i disastri sono sempre alle porte. Infatti è proprio così. Il disegno di legge Mongiello ormai è stato approvato da Camera e Senato, addirittura sotto blindatura. Sarà veramente vantaggioso ciò che ha preteso la nostra classe politica nel tentativo di salvare le sorti, un po’ compromesse, dell’olio italiano? Visto che la chiave di lettura per capire se siamo sulla buona strada o meno è la chimica dell’olio, io mi sono voluto affidare completamente nelle mani rassicuranti del professor Lanfranco Conte, docente all’Universita di Udine, e presidente, in particolare, della Società italiana per lo studio delle sostanze grasse. Insomma, abbiamo in Italia una tra le massime autorità mondiali in materia. E voi, voi a chi vi affidereste? Vi da’ più fiducia una figura così autorevole e di alto spessore scientifico come Conte o piuttosto un qualsiasi onorevole e senatore della Repubblica italiana? A voi la risposta, io intanto vi propongo lo scambio di opinioni intercorso tra me e il professor Conte, avvenuto ieri sera tardi, al culmine di una giornata tra le più calde che ci siano state negli ultimi anni. Io, con tutta onestà, mi affido a lui, perché sono certo che, nonostante la grande crisi morale e intellettuale che sta investendo il Paese, ci sia ancora spazio per il buon senso e la competenza. Se c’è ancora chi crede che la politica possa salvare l’olio e il comparto oleario italiano, esponga pure le proprie ragioni. Noi siamo ecumenici, non poniamo veti.

Luigi Caricato > Professor Conte, anche questa volta ho come la sensazione che il mondo scientifico sia stato in qualche maniera sconfitto, da quando il DDL sull’olio extra vergine di oliva presentato dalla senatrice Mongiello è stato approvato sia dalla Camera dei Deputati, sia dal Senato, senza minimamete ascoltare il parere autorevole di chi come lei e i suoi più prestigiosi colleghi la chimica degli oli la studia e la frequanta da anni. Con tutta sincerità, che sensazione sta provando? Bastano le espressioni delusione e amarezza? O forse è più corretto parlare di rassegnazione?

Lanfranco Conte > Francamente non si sa più cosa pensare, in Italia ci sono studi in atto, presso l’Università di Udine, di Perugia, c’è una sperimentazione organizzata dalla Società Italiana delle Sostanze Grasse in collaborazione con la Stazione Sperimentale per le Industrie degli Oli e dei Grassi–Innovhub di Milano, con l’Università di Bologna e con l’Università di Udine che vede la partecipazione di tredici aziende che hanno messo a disposizione masse di oli sfusi di varia provenienza e alcuni oli confezionati; questi campioni, caratterizzati secondo l’allegato I del Reg(CEE)2568/91 e successive modificazioni ed integrazioni, al tempo zero, vengono poi rianalizzati ogni due mesi per i parametri acidità, numero di perossidi, spettrofotometria UV, impurezze, umidità e sostanze volatili, alchil esteri, contenuto di metanolo ed etanolo e panel test. Quest’ultima valutazione viene condotta da due panel differenti.

Va detto che le spese della sperimentazione non godono di alcun contributo pubblico e le aziende tramite le loro organizzazioni professionali pagano solamente le spese di analisi e di organizzazione della sperimentazione

Luigi Caricato > Il DDL della Mongiello è stato inserito nel cosiddetto “Decreto Sviluppo”, all’articolo 43 per l’esattezza, quindi forzando la mano, scegliendo la via breve e poco dialettica di un decreto. Insomma, ancora una volta è la politica a dominare la scena in Italia. Sembra quasi che il mondo della ricerca e della sperimentazione – già per diversi aspetti abbandonato a se stesso, senza più fondi né linee guida – sia stato del tutto ignorato in una decisione così delicata come quella degli alchil esteri. E’ così, o è solo una mia sensazione?

Lanfranco Conte > Dagli studi citati prima, si trarranno conclusioni utili alla revisione dell’attuale limite ed ad un aggiornamento del metodo e del parametro analitico. Questo è il solo modo di operare e ragionare che chi si occupa di scienza conosce, il resto, essenzialmente basato su motivazioni e ragionamenti politici ci è alieno e, almeno io, non sono più nemmeno interessato a conoscere le ragioni dei politici. D’altra parte noi chimici dell’olio abbiamo una professionalità acquisita e consolidata, e ciò ci garantisce una posizione solida e sganciata dalle preferenze elettorali, i politici devono ingraziarsi costantemente chi consente loro di garantirsi un reddito (nemmeno disprezzabile, in fondo).

E’ per questo motivo che andiamo avanti, nonostante tutto, come si dice “il tempo è galantuomo” e piano piano si arriva a separare le cose importanti dal fumo e si raggiungono risultati apprezzabili.

Luigi Caricato > Ora, tornando alla bruciante realtà, lei, a fine settembre, ha un appuntamento con i suoi Colleghi delegati italiani al Gruppo esperti chimici olio di oliva UE, per incontrare i delegati degli altri Paesi membri. Bene, visto che vi dovevate incontrare per stringere un accordo comune e condiviso, in modo da rivedere all’unanimità il parametro degli alchil esteri con il relativo limite, ora che ci andrete a fare? Ha senso fare una brutta figura?

Lanfranco Conte > Andremo comunque a portare avanti il discorso basato sui dati sperimentali, che poi è quello che chiede la UE, il limite di 30 mg/kg per interessare alla UE dovrebbe essere basato su solide basi scientifiche e sperimentali. E’ d’altra parte vero che si tratta di una legge nazionale che, a torto o a ragione, si applica solo agli oli prodotti in Italia e non agli oli importati, quindi non ha alcuna influenza sul commercio internazionale.

Naturalmente qualche ripercussione ci può essere per aziende non italiane che imbottigliano in Italia olio italiano e poi lo esportano in altri Paesi

Luigi Caricato > In Puglia, come lei sa è stato costituito un Comitato alchilesteri 75. Con tutta sincerità, avendo le nostre istituzioni optato per il limite di 30 mg/kg,oli siamo proprio sicuri che tutti gli oli italiani rientrino in tale limite? Non lo so, faccio l’esempio di alcune aree del Paese in cui tendenzialmente si producono grandi quantitativi di olio lampante; ebbene, nelle stesse aree di produzione non credo vi siano grossi quantitativi di extra vergini tutti eccellenti, tra quelli non eccellenti ci saranno tutti oli al di sotto del limite di 30. Mi risulta che in alcuni casi alcune Dop, pur prestigiose, in alcune campagne meno felici abbiano superato, seppur di poco, il valore dimg/kg. In tali casi che si fa? Cosa si andrà a dire ai produttori sfortunati che non vi rientrano?

Lanfranco Conte > Verissimo, ci sono oli anche a Dop di alcune zone che se pur di poco (ma un limite di legge non ha tolleranze) eccedono i 30 mg/kg, in questo caso, il decreto in oggetto prevede l’attuazione di un piano di controllo particolare, qui non mi è chiaro a spese di chi, inoltre visto le poche risorse a disposizione degli organi di controllo, non vorrei che si distraessero risorse umane ed economiche dal perseguire aspetti più gravi per correre dietro ad un limite solo nazionale.

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